Lessico

sf. (dial. anche sm.) [sec. XIV; latino lepus-ŏris].

1) Nome comune di alcune specie di Lagomorfi della famiglia dei Leporidi e in particolare di quelle del genere Lepus.

2) Nel linguaggio comune la lepre è spesso assunta a simbolo della pavidità, della sospettosità e della velocità nel correre: timido, pauroso, veloce come una lepre; fig., dormire con gli occhi aperti come la lepre, essere cauti, diffidenti. In particolare, la carne dell'animale, molto apprezzata e dal gusto intenso di selvatico, che richiede attente frollatura e marinatura per essere attenuato: lepre in salmì, alla cacciatora. Per analogia, lepre meccanica, finta lepre usata nei cinodromi per incitare i levrieri alla corsa.

3) Con lo stesso nome si designano altri animali, come i Lagomorfi del genere Ochotona o lepri fischianti o pica, i roditori del genere Pedetes (lepri saltatrici) e il marà (lepri della Patagonia).

Zoologia

Le lepri hanno testa piccola con occhi grandi e orecchie più lunghe del capo; corpo lateralmente compresso; arti posteriori molto lunghi; pelliccia soffice; la prole è precoce. La specie più nota in Europa è la lepre comune (Lepus europaeus), lunga 50-70 cm, con pelliccia fulvo-grigiastra, mescolata di nero sul dorso. Vive sino ai 2000 m ed è prevalentemente notturna; solitaria, si nutre di vegetali e può vivere sino a 12 anni. Corre molto velocemente, spiccando lunghi salti e compiendo frequenti, improvvisi scarti. La sua prolificità è elevata: la femmina, dopo 43 giorni di gestazione, partorisce 1-4 piccoli, 2-4 volte l'anno, da marzo a ottobre; la fecondazione può avvenire nuovamente subito dopo il parto o anche immediatamente prima, con sovrapposizione di gravidanza. Simile è la lepre sarda o lepre mediterranea (Lepus capensis mediterraneus), più piccola, diffusa in Sardegna e in Africa. In Italia è diffusa anche la sottospecie Lepus europaeus corsicanus, presente, oltre che in Corsica, anche in Sicilia e nell'Italia meridionale. Assai diversa è la lepre bianca o lepre alpina (Lepus timidus), lunga da 45 a 60 cm, di forme meno slanciate, con pelliccia molto folta, soggetta a vistosa muta: in estate è bruno-grigiastra brizzolata, in inverno bianca o grigio pallido molto chiaro; le orecchie hanno sempre l'orlo superiore nero. In Italia vive sulle Alpi, in genere sopra i 1200 m; le femmine da maggio ad agosto partoriscono 2-5 piccoli; vive 10-12 anni. Aspetto simile hanno due specie nordamericane, la lepre variabile del Nordamerica (Lepus americanus) e la lepre variabile artica (Lepus arcticus). Lepri di aspetto inconsueto sono i jack rabbits delle praterie e delle zone desertiche statunitensi: il jack rabbit dalla coda nera, o lepre della California (Lepus californicus), e il jack rabbit antilope (Lepus alleni). Il primo è lungo sino a 70 cm, ha orecchie enormi e gli arti posteriori particolarmente lunghi; anche la coda è più lunga rispetto alle lepri europee e pendula.

Simbologia

Come simbolo la lepre è presente in credenze di vari popoli: per gli Algonchini era l'animale creatore; per gli indigeni della Columbia Britannica, la sorella della Luna. Secondo una credenza di origine mongola, che si ritrova anche in ambito buddhistico, la lepre è stata posta da un grande mago sulla Luna. In vari miti africani la lepre è l'animale cui la Luna affida per gli uomini un messaggio, che però, riferito in maniera distorta, è all'origine della morte.

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