lustrazióne

sf. [sec. XVI; dal latino lustratío-ōnis]. Rito di purificazione. § Presso gli antichi Romani, feste particolari di lustrazione erano le Tubilustrio (che cadevano rispettivamente il 23 marzo e il 23 maggio) e l'Armilustrio (19 ottobre), oltre a una cerimonia di purificazione dei campi, detta Ambarvali, che si teneva nella seconda parte del mese di maggio. Ogni cinque anni (periodo detto appunto lustrum) c'era, forse in epoca arcaica, una lustrazione generale della popolazione, continuata poi, in epoca storica, sotto forma di "censimento". Al riguardo, si tenga presente sia il carattere purificatorio di un censimento, sia il significato di "ricognizione" implicito nel termine latino lustratio. Nel cristianesimo, la purificazione di oggetti o di persone mediante aspersione può essere consacratoria, in vista di un uso sacro (per esempio nel caso degli utensili liturgici), espiatoria per il peccato (per esempio vittime destinate al sacrificio presso gli Ebrei), preservativa contro il male, effettuata nelle campagne in occasione della mietitura o su persone in condizioni particolari (per esempio donne gravide).

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