mènsola

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sf. [sec. XIV; dal latino mensŭla, tavolino].

1) Struttura architettonica incastrata a un estremo e libera all'altro, sottoposta a carichi esterni con la funzione di sostenere volte, balconi, cornicioni ed elementi decorativi. La mensola, che può essere formata dal prolungamento di una trave, sotto carico si inflette, formando una freccia di deformazione che sarà massima all'estremità libera. Tale freccia aumenta rapidamente con l'aumentare dello sbalzo ed è funzione inversa dell'inerzia della sezione e del modulo di elasticità del materiale. Dimensionamento e verifica si eseguono a flessione e a taglio come per le altre travi.

2) Elemento dell'arredamento che, nella semplice forma di supporto ligneo costituito da una tavoletta rettangolare o triangolare fissata alla parete per sostenere suppellettili varie, appare già nei sec. XV-XVI. Il suo carattere funzionale ne determinò, dalla seconda metà del Seicento, l'uso corrente nell'arredamento della casa europea, adeguandosi via via al gusto degli stili della mobilia. La mensola è strettamente connessa alle fortune della console e, per certi aspetti, al guéridon.

3) La parte superiore dell'arpa, a cui si attaccano con appositi cavicchi le corde dello strumento.