mester de juglaría

espressione che designa la poesia giullaresca, cioè la poesia popolare, anonima e spontanea, fiorita nella Penisola Iberica dal sec. XII al XIV. Il repertorio della poesia giullaresca (storie di Troia, Argo, Giasone, Dedalo, Ulisse, Enea, Didone suicida per amore, Romolo, Virgilio il Negromante, Satana catturato da Salomone, Oloferne, ecc. e, soprattutto, l'amore) si arricchì in Spagna di storie e leggende autoctone (la guerra contro i Mori, il Cid Campeador, le rivalità fra le grandi famiglie, le imprese dei re e conquistatori, le vite e i miracoli di santi locali) dando origine a una ricca letteratura epica e narrativa (in catalano, galaico-portoghese e castigliano) i cui testi, purtroppo, non ci sono pervenuti che in minima parte. Capolavoro assoluto, fra i superstiti, è il Cantare del Cid che con vari testi minori (Libre dels tres Reys d'Orient, alcuni debates, ecc.) riflette i modi giullareschi: irregolarità metrica, energia espressiva, sobrietà descrittiva, spezzature dialogiche, coloriti modismi popolari, interventi del cantore-attore nel contesto narrativo, largo uso di topici e luoghi comuni.

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