miopìa

Indice

Lessico

sf. [sec. XVIII; dal greco myōpía].

1) Difetto della vista dovuto a vizio di rifrazione dei mezzi diottrici per cui i raggi incidenti paralleli, provenienti da grandi distanze, convergono in un fuoco situato non sulla retina ma davanti ad essa .

2) Fig. l'essere mentalmente miope; mancanza di perspicacia e di lungimiranza, limitatezza di vedute: una decisione che rivela la miopia più assoluta; miopia di giudizio.

Medicina

Tra le cause principali: abnorme lunghezza dell'asse ottico (miopia assile), difetti della curvatura corneale (miopia di curvatura), eccesso del potere di rifrazione dei mezzi diottrici (miopia d'indice), gravi alterazioni della coroide, contusioni del globo oculare (miopia traumatica). La miopia ha carattere ereditario, inizia nell'infanzia e aumenta progressivamente fino a 25 anni ca. Per ridurre i circoli di diffusione e avere quindi una visione più nitida il miope tende a socchiudere le palpebre. Se si tratta di forme lievi, inferiori a 4-5 diottrie, risulta diminuita l'acutezza visiva per gli oggetti lontani, mentre è buona la visione di oggetti vicini e nella lettura; nelle forme superiori alle 4-5 diottrie, invece si ha una diminuzione della vista anche per gli oggetti vicini e tendenza durante la lettura ad avvicinare sempre di più il testo agli occhi. Alle volte la miopia si associa ad alterazioni distrofico-degenerative della coroide e della retina (miopia maligna) con possibili complicazioni quali emorragie e distacco di retina, anche spontanee. La terapia si attua mediante correzione del difetto visivo con lenti divergenti , ma sempre più frequente è il ricorso alla chirurgia refrattiva, attuata tramite l'uso del laser, con risultati legati all'evoluzione della tecnica.

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