pólvere

Indice

Lessico

(ant. pólve), sf. [sec. XIII; latino pulvis-vĕris].

1) Insieme di particelle minutissime di terra arida che, per la loro leggerezza, possono facilmente sollevarsi dal suolo, fluttuare nell'aria e posarsi, ricadendo a terra, su ogni cosa: il vento solleva nuvoli di polvere; mobili, libri, abiti coperti di polvere; mangiare la polvere, respirare aria polverosa; fig., essere superati da altri in corse e simili (propr., respirare la polvere da essi sollevata); mordere la polvere, essere atterrato in combattimento; fig., essere sconfitto e umiliato. Lett., la terra di cui, secondo la Bibbia, è fatto il corpo umano e in cui ci ridurremo dopo la morte: ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai. Per estensione, i resti mortali dell'uomo; le scarse vestigia che rimangono di realtà scomparse: di tutto lo splendore dell'antica Roma ora non rimane che polvere.

2) Qualunque materia ridotta in particelle minute e incoerenti: polvere di vetro, di ferro; in polvere, che si presenta, che è stato ridotto in particelle minutissime: cacao in polvere; ridurre in polvere, macinare; fig., iperb., fare a pezzi, massacrare. Con accezioni specifiche: A) in astrofisica, per le polveri interstellari, vedi materia. B) In geologia, polvere cosmica, materiale di origine meteoritica formato da elementi di dimensioni ridottissime (meteorite) ; polvere vulcanica, materiale solido in frammenti minutissimi, inferiori a 0,5 mm di diametro, diffuso nell'atmosfera in seguito a eruzioni vulcaniche. È costituita o da minuti spruzzi di lava o da rocce dell'edificio vulcanico polverizzate in seguito ad attività esplosiva. La polvere vulcanica può essere portata dal vento a distanze enormi (fino a fare più volte il giro della Terra) rimanendo sospesa nell'atmosfera per mesi e anche anni: quando ricade sulla superficie terrestre può talora accumularsi dando luogo a rocce piroclastiche a grana minuta. C) Negli impianti industriali, separazione delle polveri, vedi depurazione (degli aeriformi). D) Nell'industria chimica, polvere da stampaggio, polvere a granulometria fine, dell'ordine di 50-100 μm, costituita da una miscela di un polimero con caricanti, riempitivi, stabilizzanti, ecc., usata per lo stampaggio di materie plastiche termoindurenti. E) In metallurgia, materia prima utilizzata, sotto forma di particelle di dimensioni generalmente comprese tra 1 e 10-3 μm. Una polvere è caratterizzata dalla composizione chimica, dalla forma e dalle dimensioni delle particelle. La forma, che è funzione del metodo di fabbricazione, e le dimensioni, distribuite statisticamente attorno a un valore medio, condizionano a loro volta due caratteristiche macroscopiche della polvere, cioè la densità apparente e lo scorrimento; la densità apparente è la densità della polvere che ha riempito per caduta un recipiente di volume e forma prestabiliti, lo scorrimento è il tempo impiegato da un determinato peso di polvere a fluire attraverso l'orifizio di un contenitore conico. F) Nella tecnica farmaceutica, polvere aspersoria, preparato d'uso locale esterno ad azione assorbente, antisettica, antipruriginosa, ecc. (per esempio talco borato, mentolato, ecc.). Si ottiene per macinazione, setacciatura e miscelazione di eccipienti quali il talco, l'amido, ecc., con principi attivi quali acido borico, ossido di zinco, sulfamide, ecc., e talvolta con essenze profumate.

3) Miscuglio esplosivo, detto più comunemente polvere nera o polvere pirica o polvere da sparo, ottenuto probabilmente in Europa nel sec. XIII; è una miscela meccanica di nitrato di potassio, polvere di carbone e zolfo che possiede proprietà esplosive. Si produce per macinazione separata di nitrato di potassio e di zolfo e carbone assieme e infine per macinazione comune. Una moderna composizione è la seguente: nitrato di potassio 74%, polvere di carbone 15,6%, zolfo 10,4%. La polvere nera è molto sensibile al calore ed è igroscopica; è un esplosivo deflagrante la cui velocità di combustione aumenta con il diminuire della percentuale di carbone. Polvere senza fumo o balistiche o propulsive, denominazione attribuita agli esplosivi lenti o di lancio, che nell'esplosione non producono fumo e non lasciano residui solidi. Vi appartengono la balistite, la cordite e altri tipi prodotti variando la percentuale del suo principale componente, la nitrocellulosa, il suo grado di nitrazione e i solventi. Le polveri senza fumo offrono, rispetto alla polvere nera, i vantaggi di una maggior potenza esplosiva e di una fabbricazione meno pericolosa. Congiura delle polveri, denominazione data alla congiura ordita da un gruppo di cattolici contro Giacomo I.

4) In varie loc.: fuoco alle polveri!, ordine di sparare, di far saltare delle cariche esplosive; fig.: dar fuoco alle polveri, iniziare le ostilità, scatenare una sommossa; fiutare, sentire odor di polvere, presentire l'imminenza di una battaglia, di una contesa; non aver mai sentito l'odore della polvere, non aver mai partecipato a una guerra.

Diritto

La fabbricazione, la vendita e il trasporto della polvere nera sono regolati da varie leggi, soprattutto penali, e possono avvenire solo su licenza prefettizia. La fabbricazione e il commercio abusivi, nonché la mancata denuncia alle autorità competenti della detenzione di polvere nera (al pari di altre materie esplodenti), costituiscono reato punito con la pena dell'arresto da tre mesi fino a tre anni e dell'ammenda fino a 600.000 lire (art. 678 e 679 Codice Penale e legge 18 aprile 1975, n. 110, che ha triplicato le pene per le contravvenzioni alle leggi riguardanti gli esplosivi).

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