Lessico

sf. [sec. XIV; da pari (aggettivo)]. L'esser pari, rapporto di uguaglianza o equivalenza: lottare per la dei diritti; a di condizioni, di voti, di merito, quando vi sia uguaglianza dei medesimi tra due o più casi diversi. In particolare: A) nello sport, situazione di due o più concorrenti che si trovano, al termine di una competizione, in identica posizione rispetto alla classifica finale. B) In matematica, proprietà per la quale un numero o una funzione è o pari o dispari; per esempio, si dice che le funzioni y=x e y=x3 hanno la stessa parità: sono infatti entrambe dispari. C) In diritto parità sul lavoro, parità scolastica, parità nell'istituto del fallimento vedi parità (diritto).

Economia

Il termine vi assume diverse accezioni. monetaria, rapporto tra i valori di due monete appartenenti a Stati diversi. Se si esprime in oro il valore di entrambe le monete, la parità è determinata dal rapporto fra i prezzi di una data quantità di oro espressi nell'una e nell'altra moneta o, che è lo stesso, dal rapporto fra l'equivalente in oro delle due unità monetarie. cambiaria è talvolta denominato il cambio e tasso di è talvolta chiamato il tasso di cambio alla pari, appunto uguale alla parità monetaria. Il sistema monetario internazionale vigente fino dagli inizi degli anni Settanta, si basa sul meccanismo della fissa: ogni Paese aderente al Fondo Monetario Internazionale era tenuto a concordare con il Fondo stesso il valore della propria moneta in termini di oro, o indirettamente di dollari, impegnandosi a contenere le oscillazioni dei cambi entro limiti prestabiliti. Questo sistema noto come gold exchange standard è venuto meno, a motivo della impossibilità di fatto di garantire la convertibilità del dollaro in oro e delle divergenze sistematiche tra le economie che vi aderivano. Dopo alcuni anni di fluttuazione libera dei cambi, si sono costituite alcune aree di cambi fissi (vedi Unione Economica e Monetaria). La teoria della dei poteri d'acquisto, enunciata da G. Cassel con riferimento al meccanismo di formazione dei cambi esteri, sostiene che il corso dei cambi tra le monete cartacee inconvertibili di due Paesi è dato dal rapporto fra le capacità di acquisto interne delle due monete e quindi è inversamente proporzionale ai rapporti tra i rispettivi livelli dei prezzi.

Fisica

In fisica quantistica, in un sistema soggetto a forze centrali, esplicita la proprietà di simmetria o di antisimmetria della funzione che definisce lo stato del sistema (funzione d'onda). Lo stato ha parità positiva se per la funzione d'onda vale f(r)=+f(–r), con r coordinata radiale; ha invece parità negativa se vale f(r)=–f(r). L'esperienza ha sempre mostrato che i sistemi interagenti elettromagneticamente o per interazioni forti conservano, nello stato finale, la stessa parità dello stato iniziale; vale cioè per essi un principio di conservazione della . Le interazioni deboli, invece, non conservano la parità. Il principio di conservazione della parità può essere chiarito in concreto dicendo che, se esso è valido, l'immagine speculare di un fenomeno naturale rappresenta un altro fenomeno possibile che si verificherà con le stesse modalità, per esempio con la stessa sezione d'urto, del primo. Sfruttando il principio di conservazione della parità si può definire la parità di una particella elementare, avendo convenzionalmente fissato uguale a +1 la parità del nucleone. § Per i mesoni e le risonanze mesoniche è utile introdurre il concetto di G-, o parità per coniugazione di caricageneralizzata. Per una particella, o un sistema di particelle, di questo tipo la G-parità è l'autovalore relativo al prodotto di due operatori: il primo, applicato alla funzione d'onda del sistema mesonico, ne produce la coniugazione di carica; il secondo ne produce una rotazione di 180º rispetto all'asse y dello spazio dello spin isotopico. La G-parità può essere solo o positiva o negativa; il mesone π ha, per esempio, G-parità negativa e pertanto un sistema di n pioni ha G-parità uguale a (-1).

Informatica

Il controllo di è una tecnica che si adotta per rivelare e correggere eventuali errori avvenuti nella fase di trasmissione a causa di disturbi e rumori del mezzo di trasmissione. Si effettua contando il numero di bit “uno” relativi a ogni carattere trasmesso (ogni carattere è rappresentato di solito da un byte, pari a 8 bit) e aggiungendo, in caso essi siano dispari (o, in altro tipo di controllo, pari), un bit “uno” in modo da rendere pari (o dispari) il loro numero totale. In ricezione, contando i bit “uno”, si può verificare l'esistenza di errori. Il limite di tale controllo è che se il disturbo provoca due errori, al ricevitore non si ha rilevazione di errore; controlli più elaborati vengono quindi adottati quando è necessario rilevare anche errori del secondo ordine o di ordini superiori.

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