Lessico

sm. [da rapportare].

1) Resoconto, relazione verbale o scritta di determinati fatti: fare, stendere, presentare un rapporto; rapporto breve, dettagliato, incompleto; fare rapporto, segnalare ad autorità superiori atti di indisciplina o di insubordinazione perché vengano puniti; nel linguaggio militare, chiamare a rapporto, di superiore, convocare un subalterno per comunicazioni di servizio; mettersi a rapporto, di inferiore, rivolgersi, appellarsi a un superiore.

2) Relazione che intercorre tra persone o cose; in particolare, legame di parentela, di amicizia o di convivenza tra persone: i nostri rapporti sono molto migliorati; avere un rapporto di lavoro con qualcuno; ci legava un rapporto di vera amicizia; non ama mantenere rapporti con nessuno; essere in buoni rapporti con tutti; entrare in stretti rapporti con qualcuno; avere rapporti intimi con qualcuno, avere una relazione sessuale. Per estensione, legame che intercorre tra cittadini o tra Stati; i rapporti commerciali tra Francia e Stati Uniti; interrompere, rompere i rapporti diplomatici con uno Stato. Più generalmente, connessione tra due o più elementi: esiste un rapporto tra queste due affermazioni. Nelle loc.: in rapporto a, relativamente a, in connessione con: in rapporto a lui, sono tutti impreparati; sotto tutti i rapporti, sotto tutti gli aspetti, da tutti i punti di vista: è un ottimo elemento sotto tutti i rapporti.

3) In matematica, rapporto di due grandezze G1 e G2 della stessa specie (segmenti, angoli, ecc.) è il numero R tale che RG2=G1; si scrive allora . Tale numero può essere intero o razionale, nel qual caso le due grandezze diconsi commensurabili, oppure irrazionale, nel qual caso le due grandezze diconsi incommensurabili. Per estensione, si parla anche di rapporto di due numeri intendendo il loro quoziente. In accezioni particolari, rapporto semplice di tre punti allineati A, B, C, nell'ordine scritto è il rapporto dei due segmenti AB e BC e si denota con (ABC); tale rapporto semplice è nullo se C=A, si pone uguale a ∞ se C=B. Doppio rapporto è sinonimo, poco usato, di birapporto.

4) Per estensione, nell'uso scientifico e tecnico, quoziente tra i valori di due grandezze spesso usato come parametro di misura o di valutazione. In particolare: A) in aeronautica, rapporto di planata, lo stesso che efficienza aerodinamica; rapporto equipaggi, lo stesso che briefing; rapporto di massa, nei missili, satelliti artificiali, aeromobili in genere, il rapporto fra la massa del mezzo al decollo e quella dopo esaurimento del carburante o propellente. B) In meccanica, rapporto al ponte di un veicolo, di riduzione che esiste fra i giri dell'albero di trasmissione in entrata e i giri dei semiassi in uscita. Più semplicemente, per i ponti tradizionali, il rapporto è espresso da una frazione dove al numeratore vi è il numero dei denti del pignone e al denominatore quello della corona. Veicoli industriali di notevoli dimensioni hanno rapporti al ponte che sono il prodotto di più riduzioni in serie, ciò al fine di non sottoporre a momenti molto alti le coppie coniche, meno resistenti di quelle cilindriche. Il rapporto di compressione di un motore endotermico indica quante volte il volume della camera di scoppio è contenuto nel volume sovrastante lo stantuffo al punto morto inferiore. In pratica si misura il volume della camera di scoppio, si somma alla cilindrata, quindi lo si divide per il volume misurato. Il rapporto di compressione è un fattore importante ai fini della potenza e orientativamente è un indice di sfruttamento del motore limitatamente a motori con lo stesso ciclo termodinamico. Generalmente il rapporto di compressione di un motore è fisso, ma in alcuni casi, come per motori Diesel da modellismo o per motori impiegati per la ricerca del numero di ottano dei carburanti, si hanno rapporti di compressione variabili. Il rapporto peso/potenza di un motore è il quoziente fra il peso del motore stesso e la potenza massima erogata. Questo parametro assume importanza diversa secondo il tipo di impiego del motore, infatti non ha senso o quasi, per motori di installazioni fisse, mentre diventa importante negli autoveicoli ed essenziale nel caso di aeromobili. A volte il rapporto peso/potenza viene calcolato in base al peso del veicolo completo al fine di paragonare veicoli appartenenti a classi diverse. C) In elettronica, rapporto di trasformazione, quello fra il valore efficace della tensione concatenata primaria di un trasformatore e la tensione concatenata secondaria a vuoto. D) Nelle telecomunicazioni, rapporto dimensionale di immagine, rapporto di 4/3 che intercorre tra la larghezza e l'altezza di un'immagine televisiva; rapporto segnale-disturbo, parametro impiegato per valutare la qualità di un radiocollegamento essenzialmente in base alla potenza di segnale al termine del collegamento stesso in rapporto alla potenza relativa al rumore; rapporto di onda stazionaria, parametro (s) impiegato nella tecnica delle alte frequenze per caratterizzare il disadattamento di una linea; è riferito al rapporto tra il livello massimo e minimo di tensione a radiofrequenza che si verifica lungo i conduttori a causa delle onde stazionarie provocate dal disadattamento terminale della linea.

5) In tessitura, rapporto di armatura, numero minimo di trame e di fili di ordito necessario per rappresentare graficamente l'intero intreccio del tessuto che si desidera produrre.

6) In psicologia, rapporto di deterioramento, misura del deterioramento dell'efficienza intellettiva con l'avanzare dell'età, ottenuta dal rapporto tra i risultati delle prove di intelligenza, che non si modificano con l'invecchiamento, e i risultati delle prove che tendono invece a peggiorare con l'età.

Diritto

Nel diritto processuale, tra le parti contendenti, il giudice e il Pubblico Ministero si stabilisce un rapporto, che a parere d'illustri giuristi (tra i quali il Chiovenda) sarebbe autonomo dal rapporto di diritto sostanziale: le parti infatti, presentandosi al giudice, vantano con ciò stesso un rapporto con il diritto sostanziale, ma il giudice dichiarando l'esistenza o meno di tale diritto procede secondo norme (processuali) che sono autonome dal rapporto di diritto sostanziale; rapporto organico, nella pubblica amministrazione è il legame che si stabilisce tra il titolare (o il suo delegato o supplente) e l'ufficio di cui è il capo. Esso sarebbe, secondo molti autori, un'“immedesimazione” con l'ufficio stesso, per cui l'agente nello svolgimento delle sue mansioni non si distinguerebbe mai dall'ufficio che rappresenta. La stessa immedesimazione si avrebbe anche con i subalterni, per cui verrebbe istituzionalizzato un rapporto organico di diritto. Un tale rapporto si originerebbe di fatto anche con persone o enti esterni all'ufficio, che stabiliscono con esso un rapporto di servizio: per esempio il segretario comunale ha rapporti di diritto con lo Stato, essendo un suo dipendente, e rapporti di fatto con il comune che serve; il rapporto di servizio richiama la distinzione tra l'amministrazione titolare dell'ufficio e la persona a esso addetta come dirigente o subordinato, ognuno con i propri diritti e doveri derivati dalle norme che regolano l'ufficio stesso e i provvedimenti della pubblica amministrazione che elevano il rapporto di servizio a rapporto di diritto; rapporto informativo, sempre nell'amministrazione pubblica è il giudizio espresso dall'autorità competente sui singoli dipendenti. Il giudizio è sintetico e tutto compreso in un aggettivo: ottimo, distinto, buono, mediocre, insufficiente. Comunicato al dipendente, questi, qualora il giudizio non sia conforme a giustizia, può presentare ricorso entro 30 giorni dalla sua notificazione al Consiglio di amministrazione.

Demografia

Rapporto dei sessi, il calcolo degli individui maschi presenti per ogni 100 femmine rappresenta una maniera per misurare il rapporto dei sessi. Tale indice si chiama rapporto di mascolinità. Ragionevolmente, nelle popolazioni umane dovremmo attenderci un certo equilibrio dei sessi perché solamente da una popolazione “bilanciata” si può pensare di avere un futuro demografico. Se ci fosse una forte preponderanza maschile (o femminile) non tutta la popolazione potrebbe unirsi in matrimonio e riprodursi, visto che l'umanità è fondamentalmente monogamica (i casi di poligamia sono più teorici che effettivi e certamente in numero tale da non incidere sulla tendenza generale). In effetti la popolazione mondiale è grosso modo in equilibrio dei sessi. In realtà, invece, esistono differenze territoriali e differenze nelle varie fasi della vita che ci portano lontano da questo equilibrio teorico. Una regolarità demografica è il rapporto di mascolinità costantemente superiore a 100 al momento della nascita. Nel tempo e nello spazio è stato accertato che nascono circa 105 maschi per ogni 100 femmine. Si tratta cioè di una delle poche regolarità statistico-demografiche. Nel corso della vita, però, i maschi sono più facilmente eliminati tanto che nelle età anziane vi è una preponderanza di donne rispetto agli uomini, che porta verso un riequilibrio dei sessi. In Marocco il rapporto di mascolinità è di 100,2, in Venezuela 101,7, in Giappone 96,5. In Italia la popolazione contata dal censimento del 1991 dava un rapporto di 94,3 maschi per ogni 100 donne. Nei Paesi in via di sviluppo il rapporto è generalmente superiore a 100; nei Paesi sviluppati è quasi sempre inferiore a 100. Ciò è dovuto all'invecchiamento in atto in queste popolazioni e alla forte componente femminile nelle classi anziane. Occorre aggiungere che il rapporto di mascolinità è alto nell'ambito della mortalità fetale: fra i nati morti si aggira sui 115/125 mentre negli aborti sale anche a 160/180. Questo lascerebbe intendere che al momento del concepimento il rapporto dovrebbe essere ancora più elevato. Sono state avanzate diverse teorie per giustificare questo diverso comportamento di genere di fronte alla morte sia intrauterina sia generale. Alcune di queste fanno riferimento a evidenze di tipo statistico-ambientale, altre a considerazioni di carattere genetico, altre ancora a valutazioni metaboliche, oppure immunologiche. Secondo alcuni è il diverso stile di vita a generare una serie di cause specifiche di mortalità per i maschi piuttosto che per le femmine, secondo altri il maschio ha un metabolismo più elevato e quindi l'organismo maschile sarebbe più usurabile di quello femminile. Altri studiosi hanno avanzato considerazioni sulla lunghezza del cromosoma sessuale che nel caso del maschio è più piccolo di quello della donna. Ognuna di queste interpretazioni tuttavia non è ancora in grado di spiegare appieno questo diverso comportamento legato al fattore sesso.

Economia aziendale

Rapporto di indebitamento: uno degli indici maggiormente utilizzati nelle analisi di bilancio ai fini di una corretta valutazione della solidità patrimoniale dell'azienda. È dato dal quoziente K /N, dove K=capitale complessivamente investito e N= capitale netto. Può assumere valori che variano da 1 all'infinito, il cui significato economico è stato ampiamente studiato dalla dottrina e nella pratica amministrativa, fino a giungere a questo tipo di interpretazione, mediamente ritenuta attendibile: per valori che vanno dall'infinito a 3, il rapporto di indebitamento indica una struttura finanziaria fragile e precaria; per valori che vanno da 3 a 2, si configura, invece, una “zona di vigilanza” in cui la composizione delle fonti di finanziamento va attentamente seguita e, possibilmente, migliorata; per valori che oscillano tra 2 e 3/2, ci si ritiene in presenza di una struttura finanziaria tendenzialmente equilibrata; infine, per valori oscillanti tra 3/2 e 1, si considera l'azienda in una situazione di potenziale espansione degli investimenti. Il rapporto di indebitamento viene anche considerato per la sua influenza sulla situazione economica dell'azienda, in quanto suoi valori crescenti esercitano un effetto moltiplicativo positivo (leverage o effetto di leva finanziaria) sulla redditività del capitale proprio nel caso in cui questa, complessivamente investita, sia maggiore dell'onerosità del capitale di prestito; l'effetto moltiplicativo è, invece, negativo nel caso opposto in cui il costo del capitale eccede il capitale complessivamente investito.

Sociologia

Rapporto sociale: legame tra soggetti individuali o collettivi, che condiziona il loro agire. Il rapporto sociale si distingue dalla relazione sociale, in quanto il primo è oggettivo, mentre la seconda ha una base soggettiva. Storicamente, il concetto di rapporto sociale assume grande valenza nell'analisi sociale marxista, che distingue tra i rapporti sociali materiali, che si stabiliscono di fronte all'esigenza di produrre i beni necessari alla vita, e i rapporti sociali ideologici, che si esprimono nella cultura peculiare di ciascuna epoca. Tra i rapporti sociali fondamentali, legati alla vita biologica e culturale, la terminologia sociologica annovera i rapporti sessuali, i rapporti familiari e i rapporti economici e di scambio (che possono essere anche rapporti di classe, politici, di potere, di forza). È aumentata rispetto al passato l'importanza attribuita ai rapporti di comunicazione, intesi come scambi di informazioni da un soggetto all'altro. I rapporti di comunicazione possono indurre a nuove forme di integrazione oppure di conflitto sociale.

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