serpènte

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; latino serpens-entis, ppr. di serpĕre, strisciare].

1) Nome comune dei Rettili Squamati del sottordine degli Ofidi o Serpenti.

2) Per estensione, pelle di serpente usata in pelletteria per la fabbricazione di calzature da signora, borse, cinture, portafogli: una borsa di serpente. In particolare, serpente di mare, mostro marino leggendario; fig., fandonia giornalistica.

3) Fig., persona malvagia, sottilmente astuta e senza scrupoli; velenoso come un serpente, riferito a persona maligna e cattiva.

4) In araldica, emblema di prudenza e di astuzia, è rappresentato ondeggiante, attorcigliato, in fascia, affrontato, illuminato, alato ecc.

5) In musica, lo stesso che serpentone.

Zoologia

Il serpente volante (Chrysopelea ornata) è una specie arboricola della famiglia dei Colubridi; proprio del Sud-Est asiatico, deve il nome alla sua capacità di slanciarsi per alcuni metri da un ramo all'altro, facendo assumere a tale scopo al proprio corpo una conformazione nastriforme, con una concavità ventrale molto pronunciata. Il serpente bruno (Demansia texilis), della famiglia degli Elapidi, vive nel continente australiano e, a dispetto della sua apparenza innocua, elabora un veleno assai potente, pur non rappresentando un pericolo molto grave a motivo della sua scarsa aggressività; lungo meno di 2 m, è colorato dorsalmente in marrone-giallo o in marrone-oliva, ventralmente in grigio chiaro. Il serpente bruno gigante (Oxyuranus scutellatus), sempre della famiglia degli Elapidi, è con i suoi 3 m di lunghezza uno dei più grandi serpenti velenosi esistenti; la sua area di distribuzione è tuttavia limitatissima, comprendendo soltanto la penisola di Capo York, in Australia. Il serpente indaco (Drymarchon corais) della famiglia dei Colubridi vive negli Stati Uniti meridionali e nel Messico; robusto e lungo più di 2 m, con una colorazione dorsale nera a riflessi blu, a dispetto dell'apparenza assai minacciosa risulta completamente innocuo. Il serpente del fango (Farancia abacura), sempre della famiglia dei Colubridi, vive nelle zone umide degli Stati Uniti meridionali; lungo poco più di 1 m, ha una singolare coda che termina con una punta cornea. Scava lunghe gallerie nelle rive fangose di stagni e corsi d'acqua, insidiando anfibi e pesci. Alla stessa famiglia appartiene il serpente d'acqua dal muso di cane (Hurria rhynchops), comunissimo nei mangrovieti del Sud-Est asiatico e delle Isole della Sonda; lungo poco più di 1 m, possiede una piccola testa poco distinta dal tronco, con piccoli occhi situati superiormente e narici munite di valvola; la colorazione è grigiastra, con barre scure sul dorso; strettamente acquatico, si nutre di pesci e di anfibi. Il serpente reale (Lampropeltis getulus), della famiglia dei Colubridi, ampiamente distribuito nel Nordamerica, è caratterizzato da una piccola testa, coda breve e lunghezza piuttosto modesta; nota la sottospecie Lampropeltis getulus floridana, proprio della Florida, lungo sino a ca. 160 cm, con una livrea brunastra o nerastra a fasce trasversali giallastre: si distingue per la sua grande aggressività, che gli consente di avere ragione persino di serpenti velenosi quali i moccasini e i crotali. Il serpente cresta di gallo (Langaha nasuta), della famiglia dei Colubridi, vive nel Madagascar e si distingue per la bizzarra e vistosa appendice, di forma diversa nei due sessi, che reca sul capo; è lungo ca. 1 m, con un corpo molto slanciato. Serpente di mare vengono detti genericamente tutti i rappresentanti della famiglia degli Idrofidi, il cui adattamento all'ambiente marino è così spinto che essi (tranne una specie) non l'abbandonano nemmeno per riprodursi (sono vivipari); fra questi, il serpente di mare a coda larga (Laticauda colubrina) vive in un'area vastissima che comprende l'Australia, la Cina meridionale, le Filippine e il Golfo del Bengala: è lungo poco più di un metro, con una singolare coda tronca all'estremità e compressa in senso laterale; la colorazione è olivastra dorsalmente, giallastra inferiormente, con numerosi anelli neri. Vive di preferenza in prossimità della costa, soprattutto presso gli scogli corallini e tra le mangrovie; robustissimo nuotatore, può anche spingersi in mare aperto, alla caccia dei pesci di cui si nutre; elabora un veleno attivissimo ma è assai restio a farne uso, preferendo fuggire di fronte a ogni potenziale pericolo. Analogo comportamento presenta il serpente di mare a ventre giallo (Pelamydrus platurus), diffuso in quasi tutti i mari tropicali, ancor meglio adattato all'esistenza marina della specie precedente (si rinviene anche a migliaia di chilometri dalle coste). Il serpente tigre (Notechis scutatus), della famiglia degli Elapidi, lungo ca. 2 m, vive nelle zone aride dell'Australia; molto aggressivo, quando si sente minacciato si erge con la parte anteriore del corpo, assalendo poi con decisione. Per questo suo comportamento e per il suo attivissimo veleno è il serpente più temuto in Australia; la sua denominazione fa riferimento alla colorazione, che è rossiccia con strisce nere. Con il nome di serpente frustino sono note le specie appartenenti al genere Oxybelis, della famiglia dei Colubridi, caratterizzate dall'estrema sottigliezza del corpo e in particolare della coda, oltre che da una testa assai allungata e nettamente distinta dal tronco; arboricoli per eccellenza, si nutrono in prevalenza di Sauri, che avvelenano con il secreto della loro ghiandola parotide. La specie Oxybelis fulgidus è notevole soprattutto per la sua colorazione verde, che la rende ben difficilmente individuabile tra il fogliame degli alberi. Assai simile nell'aspetto e nelle modalità di vita è un altro colubride, il serpente nasuto (Passerita nasuta), che vive in Birmania, India e Srī Lanka; esso deve il nome a un'appendice cutanea situata all'estremità della testa. Il serpente toro (Pituophis sayi), della famiglia dei Colubridi, è tipico delle praterie degli Stati Uniti centrali e meridionali; lungo più di 2 m, di colore giallastro a macchie scure, è un così accanito cacciatore di roditori che si rende assai utile all'agricoltura. Il serpente nero (Pseudechis porphyriacus) della famiglia degli Elapidi è molto comune nelle zone umide del continente australiano. Può superare i 2 m di lunghezza e ha una colorazione nera a riflessi azzurrini. Possiede un veleno molto attivo; fortunatamente il suo temperamento non è dei più aggressivi. Con serpente corallo si indicano numerose specie (circa una quarantina) delle regioni tropicali, dalle caratteristiche colorazioni a bande trasversali rosse, gialle, nere e bianche, variamente alternate, velenose (veri serpenti corallo, della famiglia degli Elapidi, per esempio generi Micrurus, Micruroides o Leptomicrurus) o non velenose (falsi serpenti corallo, della famiglia dei Colubridi, per esempio genere Simphis), spesso mimetiche fra loro (vedi mimetismo). Per i serpenti a sonagli (famiglia dei Viperidi), vedi crotalo. Il serpente arcobaleno (Abastor erythrogrammus) ha un corpo piuttosto tozzo, lungo poco più di un metro, la cui coda termina con una spina appuntita; ha una livrea nero-azzurra a strisce longitudinali rosse e gialle; anche il ventre è rosso, con macchie più scure. Vive nelle zone paludose degli Stati Uniti meridionali, mantenendosi per lo più sprofondato nel terreno. Il serpente del grano (Elaphe guttata) del Nordamerica è vivacemente colorato in giallo-arancio. Lungo sino a 180 cm, è un attivo cacciatore di roditori, che insidia soprattutto nelle colture agricole; aggressivo e coraggioso, reagisce prontamente a ogni molestia. Il serpente degli uccelli (Thelotornis kirtlandii) è invece una specie arboricola ampiamente diffusa in Africa; si nutre in prevalenza di uccelli e di sauri. Il serpente sibilante della sabbia (Psammophis sibilans), africano, lungo sino a 170 cm, che frequenta gli ambienti più disparati, dalle boscaglie alle distese brulle e prive di vegetazione, caccia tanto sugli alberi che sul terreno, aggredendo sauri, uccelli, anfibi, micromammiferi. È assai aggressivo, ma il suo morso, pur essendo velenoso, non sembra essere pericoloso per l'uomo. Il serpente dal rostro (Ramphiophis rostratus) è diffuso in tutta l'Africa orientale ed è estremamente caratteristico per il suo muso ripiegato verso il basso; lungo poco più di 1 m, è un agile cacciatore di sauri. Nella Somalia è diffuso il serpente di Revoil (Brachyophis revoili), lungo ca. 30 cm, dalla colorazione biancastra nelle parti superiori e gialliccia in quelle inferiori. Il serpente della sabbia (Chionactis occipitalis) vive nelle zone aride della parte meridionale del Nordamerica e somiglia al precedente; ne differisce per la livrea rosso chiaro o giallastra nelle parti superiori, anellata di nero oppure con bande rosse o nere.

Simbologia

Nella mitologia di una gran parte di popoli d'interesse etnologico il serpente è presente con notevole spicco e ricchezza di significati simbolici. La caratteristica del mutamento della pelle è generalmente interpretata come capacità di rigenerazione, quindi di immortalità e, in questo ambito, il serpente può essere assimilato alla figura dell'antenato mitico (per esempio in Sudan). Il tema della rigenerazione è presente presso vari gruppi etnici: Boscimani, Bantusudorientali, Marind-Amin, Papua ecc. La forma del serpente viene inoltre interpretata con significato fallico e quindi messa in rapporto con la fecondità (India, Australia), oppure assimilata all'arcobaleno (il “serpente arcobaleno” apportatore di pioggia degli Australiani). In Messico il serpente è considerato guaritore e oracolo per la sua astuzia e per la potenza del suo veleno. Nella mitologia cristiana configura genericamente il tipo del procedere con prudenza e astuzia: nel Paradiso Terrestre (Genesi 3,1) il diavolo si nasconde sotto le forme di un serpente per ingannare Adamo ed Eva. Con ben diverso significato il serpente viene mandato da Yahwèh a Israele nel deserto per punirlo della sua miscredenza. Un serpente in bronzo eretto nello stesso deserto è invece il segno di salvezza per chi lo guarda e come tale è figura di Gesù, portatore di salvezza.

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