speleologìa

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Lessico

sf. [sec. XIX; speleo-+-logia]. Disciplina che si prefigge la ricerca e l'esplorazione delle cavità sotterranee. I campi di ricerca e di studio offerti dalla speleologia sono numerosissimi: oltre al rilevamento topografico, allo studio della morfologia e dell'idrologia sotterranea, è possibile dedicarsi alla ricostruzione della storia geologica delle cavità sotterranee esplorate, alla ricerca e alla classificazione di eventuali forme di vita o di resti fossili, all'analisi di minerali, rocce e acque, allo studio delle condizioni ambientali, o infine effettuare esperimenti sulle capacità di adattamento e di reazione dell'organismo umano costretto a vivere in condizioni ambientali così diverse dalle normali.

Storia

La speleologia è praticamente sorta tra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX per merito soprattutto del francese E. Martel (1859-1938), che si può considerare come il primo moderno speleologo e fondatore della geoidrologia; fu tra i primi a esplorare voragini a strapiombo per decine e decine di metri facendosi calare a cavalcioni di un pezzo di legno assicurato a una fune, trattenuta in superficie da suoi aiutanti, e utilizzando pesantissime e ingombranti scale di corda. Tuttavia, solo nella seconda metà del XX secolo, la speleologia ha avuto un'enorme diffusione, soprattutto intesa come attività sportiva, grazie all'interesse di giovani speleologi che hanno rivoluzionato le tecniche di esplorazione, adottando quanto di valido e sfruttabile offrivano quelle relative a settori apparentemente estranei o addirittura contrastanti con la speleologia, come l'alpinismo e l'esplorazione subacquea, e introducendo nuove e specifiche attrezzature, capaci di garantire maggior sicurezza e ampie possibilità di impiego. In tal modo gli speleologi hanno potuto contare su una maggiore autonomia di lavoro e soprattutto su una maggiore rapidità d'azione. Mentre fino agli anni Cinquanta del XX secolo le spedizioni non duravano più di qualche ora, nel 1965 fu allestito il primo campo sotterraneo al di là di un sifone, nella grotta Ibie nell'Ardèche: i due giovanissimi speleologi che compirono l'impresa rimasero in profondità per sei giorni e dimostrarono che, disponendo di buoni materiali e di mezzi di comunicazione efficienti, nonché di accurata preparazione e organizzazione, era possibile effettuare esplorazioni in precedenza neanche immaginabili e soprattutto riuscire a vincere la barriera psicologica rappresentata dalle particolari condizioni ambientali: oscurità, freddo, solitudine, lontananza. Le attrezzature sempre più leggere e sicure, i nuovi sistemi di discesa e risalita che consentono di utilizzare un solo cavo d'acciaio cui lo speleologo si fissa con particolari apparecchi autobloccanti, in sostituzione di corde di nylon e di scalette, e l'addestramento sempre più accurato e specializzato consentono di effettuare spedizioni ultrarapide della durata di una trentina di ore da parte di gruppi molto ridotti, due o tre persone, in abissi ben oltre i 600 metri di profondità. La scuola di speleologia indubbiamente più attiva e avanzata è quella francese, che si è formata e affinata grazie alla presenza nel territorio francese di numerosi massicci calcarei, ricchi di profondissime voragini, ma anche in Italia questa disciplina si è affermata grazie anche alla diffusione di specifiche organizzazioni e alla presenza di interessanti terreni di esplorazione. La speleologia ha teso negli ultimi anni del secolo ad allargare il suo raggio d'azione a tutto il mondo; si organizzano spedizioni in lontane regioni per raggiungere massicci calcarei ritenuti in passato inaccessibili, con uno spirito che ricorda quello della conquista delle grandi vette himalayane e andine. Come risultato di questa tendenza si è assistito a una crescente razionalizzazione della speleologia: le spedizioni sono formate da rocciatori, subacquei, fotografi, cineoperatori, topografi, geologi, idrologi, geomorfologi, speleobiologi e anche psicologi. Una speleologia a questo livello non è più alla portata di piccoli gruppi per quanto preparati ma richiede l'intervento coordinatore e finanziario di importanti istituti di ricerca o di organizzazioni a livello internazionale.

Bibliografia

F. Trombe, La spéléologie, Parigi, 1956; P. Rousseau, Les profondeurs de la Terre, Parigi, 1961; G. M. Ghidini, Uomini, Caverne, Abissi, Milano, 1964; M. Jasinski, Plongées sous la terre, Parigi, 1965; N. Casteret, Secrets et merveilles du monde souterrain, Perrin, 1966; L. Ferri-Ricchi, V. Castellani, Speleologia subacquea, in “Rassegna Speleologica Italiana”, 1968; G. E. Melegari, Speleologia scientifica e esplorativa, Bologna, 1984.

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