Lessico

Agg. e sm. [sec. XV; dal latino fossílis, che si scava dalla terra].

1) Antico, che si estrae dal sottosuolo.

2) Che riguarda resti di animali o di vegetali vissuti in epoche remotissime, estratti dalla crosta terrestre: carbon fossile, organismo fossile; che è proprio di tali resti: impronta fossile. Fig., che è proprio di chi o di ciò che ha idee antiquate, sorpassate.

3) Sm., resto organico o traccia di animali o di vegetali, appartenente a esseri vissuti nelle epoche geologiche passate e conservatosi nella crosta terrestre sino ai nostri giorni: un fossile dell'era terziaria. Più specificamente vengono detti subfossili gli organismi di recente fossilizzazione. Fig., chi ha idee superate rispetto al proprio tempo.

4) In linguistica, parola o elemento morfologico scomparsi dall'uso comune ma conservatisi in alcune forme o dialetti.

5) In mineralogia, acque fossili, acque che impregnano i sedimenti marini.

Paleontologia

I maggiori reperti fossili riguardano le parti più resistenti dei vari organismi, quali la conchiglia dei Molluschi e dei Brachiopodi, le impalcature dei Celenterati, le ossa e i denti dei Vertebrati e i tessuti fibrosi dei vegetali; perché salvo rari casi, le parti molli subiscono, a causa di agenti chimici e fisici, interni ed esterni, un processo di distruzione molto veloce. L'importanza scientifica dei fossili è rilevante e del loro studio comparato si occupa la paleontologia; grazie a questi resti è possibile, infatti, ricostruire la storia biologica della Terra, la situazione ecologica delle varie ere, la filogenesi di molti gruppi animali e vegetali. La distribuzione dei fossili favorisce anche la datazione di vari depositi geologici. A questo proposito hanno particolare importanza i fossili guida, cioè tutte quelle specie animali e vegetali che sono vissute solo in un ben determinato intervallo di tempo geologico e che perciò, con la loro presenza in un sedimento, ne permettono la datazione sicura, senza dover ricorrere ad altri ausili crono-stratigrafici; tra questi sono particolarmente importanti i fossili di facies che permettono di attribuire un determinato sedimento a un particolare ambiente di deposizione. Tracce fossili (orme, piste, gallerie) sono utili per stabilire il comportamento e la vita di molti animali estinti: per esempio, le orme di dinosauri permettono di stabilire se questi rettili erano bipedi o quadrupedi o se camminavano più o meno velocemente; piste e gallerie, numerose nelle rocce sedimentarie, consentono di riconoscere l'esistenza e il tipo dell'animale bentonico che le ha prodotte.

Zoologia e botanica: fossili viventi

Viene detto fossile vivente un organismo di origine molto antica, superstite di un gruppo vegetale o animale più diffuso in ere trascorse, che rispetto ai suoi progenitori ha subito scarse modificazioni ed è attualmente relegato in un areale ristretto. Sono esempi di fossili viventi il nautilo tra i Molluschi, la Lingula anatina tra i Brachiopodi, i Protozoi del genere Globigerina, il pesce Latimeria, il rettile sfenodonte, ecc. Fra le piante, oltre ad alcuni organismi unicellulari (soprattutto Diatomee), si ricordano la Ginkgo biloba, l'Equisetum giganteum e l'Isoetes malinvernianum.

Bibliografia

L. Moret, Manuel de paléontologie animale, Parigi, 1958; W. H. Easton, Invertebrate Paleontology, New York, 1960; G. Dal Piaz, R. Malaroda, Paleontologia, Padova, 1966; E. Boureau, Traité de paléobotanique, Parigi, 1967; J. Piveteau, Traité de paléontologie, Parigi, 1969; A. Brouwer, Paleontologia generale, Milano, 1986.

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