Lessico

agg. e sm. [sec. XIII; latino tertíus].

1) Agg. num. ordinale, che in una serie progressiva ordinata occupa il posto corrispondente al numero tre: il terzo canto dell'Iliade; svoltare alla terza traversa; Vittorio Emanuele III; anche fig.: di terzo ordine, ordinario, scadente. Con usi particolari: il terzo caso, il caso dativo nella declinazione latina; terzo incomodo, chi è di troppo aggiungendosi a due persone che non cercano altra compagnia; l'ora terza, le nove; il terzo sesso, gli omosessuali; terzo grado, nell'alpinismo, la scalata definita difficile nella scala delle difficoltà del Welzenbach. Esistono un terzo grado inferiore e un terzo grado superiore; terzo suono, in musica, suono che in determinate condizioni viene prodotto dall'esecuzione simultanea di altri due suoni. La sua frequenza è pari alla differenza delle frequenze dei due suoni generatori (da cui il nome di suono differenziale). Fu scoperto da G. Tartini che descrisse l'interessante fenomeno acustico nel Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia (1754); terza pagina, nei quotidiani, la pagina tradizionalmente riservata agli elzeviri, agli articoli letterari, ai racconti, alle corrispondenze degli inviati speciali e ai servizi di colore. Apparve per la prima volta il 10 dicembre 1901 sul Giornale d'Italia di Roma, diretto da A. Bergamini. Con il cambiamento di formato e di struttura di numerosi quotidiani, ha perso l'originale collocazione; principio del terzo escluso, in logica, principio secondo il quale tra due espressioni contraddittorie non si dà una terza ipotesi; terzo gestore, nella telefonia mobile la società che, in Italia, è destinata a gestire con TIM e Omnitel il mercato dei telefoni cellulari. Nella telefonia fissa, il consorzio USA Colt che si affianca a Wind e Infostrada.

2) In particolari determinazioni storico-politiche, specialmente con idea di aggiunta o di opposizione rispetto a due casi o fenomeni precedenti: terza forza, forza politica che si propone come mediatrice o alternativa rispetto a due altre forze maggiori (analogamente: terza via, nuovo programma politico o ideologico rispetto a due modelli classici opposti); il terzo stato, la borghesia, specialmente nella Francia prerivoluzionaria; terza Italia, l'Italia moderna formatasi con il Risorgimento (dopo quella romana e quella comunale-rinascimentale); terza Roma, la Roma capitale d'Italia (dopo quella antica e quella papale); il terzo Reich, l'impero hitleriano; la terza Repubblica, quella instaurata in Francia nel 1870 e durata fino al 1940; Terzo Mondo.

3) Con valore partitivo (sempre preposto al sostantivo), ciascuna delle tre parti uguali in cui si può dividere una quantità: mi spetta la terza parte dell'eredità. Anche come sm.: versare in banca due terzi dello stipendio.

4) Sm., persona o cosa che viene dopo altre due, che occupa il posto corrispondente al tre: essere il terzo della fila; è già il terzo(bicchiere) che beve. In particolare, persona diversa, distinta da altre già considerate; proverbio: “tra i due litiganti il terzo gode”; al pl., gli altri in genere, le persone estranee: non farlo sapere a terzi; per conto terzi, per conto di altre persone; nell'uso giuridico, chiunque sia estraneo a un dato rapporto: confessione fatta a terzi.

5) Agg. e sm. non comune, di ciò che è costituito di tre parti o elementi: terza rima, terzina; messa in terzi, messa solenne celebrata da tre officianti.

6) In marina, vela al terzo, vela auricatrapezoidalempiegata sui trabaccoli dell'Adriatico e sulle lance della marina militare; ha il lato superiore inferito a una pennola sospesa in un punto situato a un terzo dalla sua estremità prodiera.

7) In religione terz'ordine, associazione di fedeli che tendono a una vita di perfezione attraverso l'osservanza di una regola.

8) In economia viene definito tèrzo settore (o terziario) quello che produce servizi.

Diritto

I terzi, soggetti estranei a un rapporto giuridico, sono protetti da varie norme e in linea di principio su di essi ricadono solo gli effetti favorevoli voluti dalle parti. In campo processuale i terzi possono opporsi alle sentenze e alle esecuzioni che li pregiudichino con atto di citazione da notificarsi entro cinque giorni dalla pronuncia della sentenza o dalla notificazione del titolo esecutivo.

Filosofia

L'argomento del terzo uomo, già esposto nella sua sostanza logica da Platone nel Parmenide, venne ripreso da Aristotele contro l'ipostatizzazione platonica delle idee. Lo schema dell'argomento, secondo Alessandro di Afrodisia, è il seguente: se ammettiamo l'esistenza dell'idea di uomo oltre all'esistenza di un uomo concreto, dovremo ammettere anche l'esistenza dell'idea della loro somiglianza (un “terzo uomo”); ma tra questa idea da un lato e l'idea dell'uomo e l'uomo concreto dall'altro dovremo introdurre altre idee di somiglianza, e così via all'infinito.

Logica

Considerato dalla logica tradizionale una delle leggi fondamentali del pensiero, il principio del terzo escluso, nella logica moderna, perde questo ruolo privilegiato e diviene una semplice conseguenza del significato dei connettivi ∨ e – (disgiunzione e negazione) e viene spesso espresso dalla forma P∨¬P´ o anche dalla forma (∀xPx)∨(∃Px). Va ricordato che i logici intuizionistimmettono la validità di questo principio solo in domini finiti, mentre ne negano la validità in domini infiniti, in quanto coinvolge la nozione di infinito attuale che essi respingono.

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