testamento biologico

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Detto anche biotestamento (living will in inglese), è un documento con valore legale che viene redatto da un individuo per dichiarare, in tempi anticipati, i trattamenti sanitari da intraprendere sulla sua persona qualora si verifichi il caso di una sua impossibilità a interagire e comunicare con gli altri in seguito a una malattia. Le indicazioni possono riguardare diversi aspetti, tra cui l'accanimento terapeutico, la sedazione profonda, la nutrizione e l'idratazione artificiali, l'abbandono delle cure. Il dibattito circa il "fine vita" è stato condotto con posizioni fortemente contrastanti da associazioni e partiti di matrice laica da una parte e istituzioni religiose e confessionali dall'altra, producendo esiti normativi differenti a seconda del Paese di emanazione. Significativo è per esempio il caso della Confederazione elvetica, dove, pur rimanendo illegale l’eutanasia attiva, è riconosciuto ai malati il diritto al "suicidio assistito" in base al quale deve essere il singolo soggetto a compiere materialmente l'ultimo gesto assumendo i farmaci che lo uccideranno. La Chiesa Cattolica ha sostenuto la necessità di leggi sul fine vita che non prevedano la possibilità di rifiutare nutrizione e idratazione artificiali, considerate non come trattamenti terapeutici ma come sostegni vitali, affinché in tal modo “non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia”. In Italia, è in vigore dal 31 gennaio 2018 la legge sul testamento biologico (L. 219, 2 dicembre 2017). Nel rispetto dei principi della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, a tutela del diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della persona, la legge chiarisce il principio per cui nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge. Viene introdotta la disciplina delle DAT (disposizioni anticipate di trattamento) con le quali le persone (maggiorenni e capaci di intendere e di volere) possono dare indicazioni sui trattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare nei casi in cui si trovassero in condizioni di incapacità (avendo la possibilità di individuare un fiduciario che ne verifichi il rispetto). Le DAT possono essere espresse con un atto notarile pubblico, una scrittura privata autenticata da un notaio o una scrittura privata semplice consegnata all’Ufficio di Stato Civile del proprio Comune.

Bibliografia

P. Cendon, I malati terminali e i loro diritti, Milano, 2003; E. Calò, Il testamento biologico, Milano, 2008; G. Piana, Testamento biologico: nodi critici e prospettive, Assisi, 2010; L. Chieffi, Il diritto all'autodeterminazione terapeutica: origine ed evoluzione di un valore costituzionale, Torino, 2019; M. Rinaldo, Biotestamento: il valore della vita dignitosa e della libertà personale, Napoli, 2020; D. Carusi, La legge sul biotestamento: una pagina di storia italiana, Torino, 2020.

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