Le corone

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Tra i simboli propri del faraone c'erano le acconciature e le corone. Alcune erano esclusive, realizzate solo per lui; altre, invece, le condivideva con gli dei. Il sovrano era solito indossarle nelle cerimonie più importanti come chiaro segno del suo potere.

Le corone reali ci sono note solo attraverso le statue, i dipinti e i rilievi, di esse, infatti, non è stato trovato alcun esemplare. Si pensa che siano andate perdute a causa del materiale deteriorabile usato per fabbricarle. Malgrado ciò, grazie alla loro forma, siamo in grado di identificarne diversi tipi. La più antica è la corona bianca, chiamata khedyet: è conica, identifica il faraone in quanto rappresentante dell'Alto Egitto e personifica la patrona dell'Alto Egitto, la dea avvoltoio Nekhbet. Le sue raffigurazioni più antiche sono contenute nello scettro del re Scorpione e nella Tavolozza di Narmer, entrambi della dinastia 0 (3200- 3065). La corona del Basso Egitto è invece la corona rossa o desheret, che appare per la prima volta su una giara di Nagada, nell'Alto Egitto. Essa incarna la dea serpente Uadit. Dopo l'unificazione dell'Egitto, il faraone indossa la doppia corona che raggruppa le due corone e che si chiama pschent. C'é poi la corona azzurra o khepresh, che per un certo tempo è stata considerata erroneamente come un elmo da battaglia perché compariva in scene di combattimento. Essa veniva invece usata sia per l'incoronazione che nell'ambito di cerimonie religiose. La corona più semplice era un fazzoletto a righe, il nemes; mentre una versione ancora più semplice era il khat, molto frequente nelle sfingi.

Gli egizi vedevano nelle corone una manifestazione del potere delle loro divinità e le consideravano magiche. Una leggenda narra che un re giunse addirittura a cibarsi di corone pur di ottenere questo potere magico. Non è un caso che furono loro dedicati numerosi inni. Tra le corone utilizzate dagli dei come dai faraoni figurava la corona atef, indossata dal dio Osiride: era una corona bianca con alte piume di struzzo ai lati e, talvolta, l'ureo o il disco solare. Il faraone Snefru, della IV dinastia dell'Antico Regno, indossava una corona con due alte piume di struzzo, simile a quella indossata anche dal dio Amon. A ogni modo, ciascuna corona aveva un significato proprio e veniva indossata in determinate occasioni. Il simbolismo di alcune, come la rossa e la bianca, esaltava anche il concetto di dualità, tanto caro agli egizi. Tuttavia, l'assegnazione di un determinato simbolismo a ciascuna corona non fu molto chiaro almeno fino al Medio Regno (2040-1786 a.C.), e per alcune di esse, come quella azzurra, fu elaborato solo successivamente. Nel Periodo Saitico (664-525 a.C.) le corone divennero sempre più complesse. Vi furono aggiunti corni ritorti, dischi solari e urei. Certo è che il faraone non poteva presentarsi in pubblico senza indossare gli attributi che lo contraddistinguevano come sovrano. Alcune corone, comunque, arrivarono ad essere così sovraccariche da risultare pesantissime. Per tale motivo alcuni egittologi sostengono che, in realtà, la maggior parte di queste corone non venivano indossate quasi mai. Esse erano simboliche e usate dai faraoni solo in qualche occasione davvero speciale.

Le corone usate durante l'incoronazione avevano un significato preciso. Quella bianca simboleggiava il dominio sull'Alto Egitto, la rossa, sul Basso Egitto. Il Basso Egitto era rappresentato dalla corona rossa o desheret. Era una corona piana e bassa dalla quale usciva una specie di filo metallico a spirale. Non si sa di che materiale fosse fatta. Il rosso era associato al deserto, al sangue e al pericolo, ma anche al potere del sole e alla sua purezza. Benché questa corona fosse indossata dal faraone per rendere esplicito il suo potere sul Basso Egitto, e rappresentare la dea Neit di Sais (una località del Delta), la più antica raffigurazione di questa corona è stata trovata in una ceramica proveniente da Nagada, dove è situato il cimitero predinastico più importante dell'Alto Egitto. La sua associazione con il Basso Egitto, dunque, risulta posteriore. Una delle corone regali dell'Antico Regno più di frequente raffigurate è il nemes. Assomiglia a un fazzoletto a strisce che copre il capo e parte della fronte, lasciando scoperte le orecchie. Il nemes è appoggiato alle spalle e sul davanti, mentre ai lati del collo, due punte lo tendono verso l'esterno; dietro viene invece raccolto in una specie di treccia. Nelle raffigurazioni, le strisce sono di solito azzurre e bianche, oppure dorate, a seconda del materiale con il quale si realizzava la statua. Oltre ai faraoni, il nemes appare anche nelle sfingi.
Il gioiello più semplice con cui il sovrano si mostrava era, oltre alla parrucca, un diadema sul quale era arrotolato un ureo d'oro. Esso aveva forma di serpente e stava sulla fronte del faraone. In diverse occasioni, era collocato sulle varie corone. L'ureo era chiamato "l'occhio di Ra", ed era legato a una leggenda secondo cui l'occhio di Ra se ne era andato e, quando era tornato, il dio Ra se lo era posto sulla fronte. L'ureo reale rappresentava la forza del faraone e il soffio di fuoco con il quale si difendeva dai nemici. Anche le regine si coprivano la testa con corone o acconciature. La più abituale era a forma di avvoltoio con le ali spiegate. Tipica delle dee Mut e Iside, essa era la rappresentazione della dea Nekhbet.