L'uso dello specchio

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Gli specchi erano essenzialmente oggetti per ricchi. Tuttavia, essi avevano anche una funzione religiosa e funeraria. La qualità dei materiali impiegati e l'eleganza della loro fattura li rendevano vere e proprie opere d'arte.

Gli antichi specchi egizi giunti fino ai nostri giorni consistono in dischi metallici, generalmente in bronzo. Ce n'erano anche in rame, in argento e persino in lega metallica. Di forma piatta, venivano lucidati e puliti con cura. Ad essi era unito un manico che poteva avere forma di colonnina, di figura femminile o di una divinità. Gli specchi metallici erano molto costosi ed è probabile che fossero esclusivamente destinati alle classi sociali alte. Le persone meno abbienti dovevano accontentarsi di vedere il proprio volto riflesso nell'acqua. È noto che gli egizi non conobbero lo specchio di stagno almeno fino all'epoca cristiana. Gli specchi avevano anche una funzione religiosa e funeraria: erano elementi di culto, usati come offerte alle dee Mut e Hathor. Grazie alla loro forma e lucentezza, gli specchi erano in rapporto con il dio solare, tanto da essere considerati simboli della rigenerazione e della vita.

Era piuttosto comune che i manici degli specchi fossero lavorati in forma di divinità, piante di papiro o figure femminili. Alla loro realizzazione gli artisti dedicavano cure particolari già durante il Nuovo Regno, tanto che i manici di questo periodo mostrano grande raffinatezza. Abituali diverranno i manici a forma di ragazza nuda. Soltanto i ricchi potevano permettersi il lusso di avere specchi, peraltro oggetti notevolmente apprezzati. Gi specchi appaiono raffigurati di frequente nei dipinti murali delle tombe degli alti dignitari. Un testo risalente alla fine dell'Antico Regno, che descrive la presa di potere da parte della nobiltà, parla così del lusso dei nuovi ricchi: "La donna che guardava il suo volto nell'acqua ora ha uno specchio di bronzo".