La vita del Faraone

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La giornata di un re egizio era regolata nei minimi particolari. Tanto nella vita pubblica quanto in quella privata, essa era organizzata secondo un severo e rigido cerimoniale. Il suo tempo era diviso tra le udienze e i giudizi, la caccia e la guerra, le passeggiate e i divertimenti.

Il risveglio del re era una grande cerimonia. Il faraone si preoccupava del suo aspetto fisico, e si affidava alle mani esperte del barbiere e della manicure. Doveva indossare un grande vestito: il gonnellino shenti, corto e a pieghe, rientrava tra i suoi indumenti più abituali. Il faraone non appariva mai in pubblico con la testa scoperta; anche nell'intimità portava sempre un copricapo. Perciò indossava una parrucca e sopra di essa il nemes con il serpente ureo. Una barba posticcia si univa al copricapo. Il re portava collane, pettorali e bracciali, indossava sandali o camminava scalzo. Di mattina offriva un sacrificio e ascoltava le preghiere del sommo sacerdote. Il re doveva essere al corrente di tutti gli avvenimenti e convocava il consiglio, ma il suo principale dovere era quello di manifestare gratitudine agli dei: restaurava monumenti, costruiva nuovi santuari e statue, faceva erigere obelischi. Sovrintendeva e controllava l'esecuzione dei suoi ordini. Il sovrano era considerato sicuramente un uomo, ma aveva una funzione divina, poiché era il mediatore cosmico, incaricato di mantenere la pace e l'ordine sulla terra e di vegliare su tutte le genti dell'Egitto.

Il faraone nominava gli alti funzionari, sceglieva il sommo sacerdote e ricompensava i generali che avevano compiuto imprese memorabili. Un'altra cerimonia regale consisteva nel ricevere i delegati stranieri, che arrivavano con i tributi. L'occupazione più importante del re era la guerra. Al ritorno da una spedizione, al faraone piaceva svagarsi nel suo palazzo e divertirsi con la famiglia. Ma anche la caccia era uno sport appassionante: nel deserto, il faraone cacciava leoni, tori o antilopi.