I templi

tavola-di-offerta-divinita

I templi dell'antico Egitto costituiscono un patrimonio architettonico di grande bellezza. Chi li guarda, oltre ad ammirare l'aspetto materiale della loro costruzione, deve andare oltre e tener conto del fatto che qui si svolgeva una vita attiva, non solo religiosa ma anche quotidiana.

Nella società egizia esistevano tre classi che godevano di privilegi: i re, i funzionari e i sacerdoti. Il clero ottenne grandi vantaggi in alcuni periodi e fu anche molto legato all'evoluzione della monarchia e alla politica dei faraoni. I sacerdoti menfiti, per esempio, ebbero grande forza durante tutto l'Antico Regno (Menfi era allora la capitale dell'Egitto), soprattutto per la loro influenza teologica. Il clero eliopolitano fu sicuramente coinvolto nei tumulti che si verificarono alla fine della IV dinastia. Quello tebano fu molto legato al potere del faraone nel Nuovo Regno e alla nascita del culto ad Amon-Ra. I sacerdoti occupavano una posizione importante nella scala sociale, non solo in quanto celebravano i riti religiosi e dedicavano la loro vita agli dei, ma anche perché erano grandi proprietari terrieri, grazie alle donazioni fatte dal faraone ai templi. Il clero egizio (soprattutto i sacerdoti del dio Amon) ottenne in alcune epoche notevoli privilegi e accumulò grandi ricchezze. Lungo il Nilo sorsero numerosi templi dedicati a divinità locali. Molti dei ne ebbero più di uno e in molte località vi erano templi consacrati a varie divinità. Il faraone era il sommo sacerdote e l'incarnazione vivente del dio. Alla sua morte veniva divinizzato e i sacerdoti gli portavano offerte, che spesso consistevano in cibo per il suo sostentamento nell'aldilà. Il faraone nominava i più importanti sacerdoti egizi.

La mobilia del tempio

Il tempio era il luogo in cui vivevano i sacerdoti, per cui conteneva mobili e utensili propri della vita quotidiana, come sedie, letti, bauli, ecc. Poiché esso era anche un centro religioso, vi erano mobili tipici del culto conservati negli ambienti a esso dedicati. Molti erano di legno ricoperto d'oro. Nelle cappelle veniva conservata l'immagine del dio, che si trovava nel santuario, la parte più buia e interna del tempio. Nelle cappelle c'erano anche la barca sacra, le tavole delle offerte e le immagini degli offerenti. Anche gli dei appaiono nei rilievi, seduti su troni quadrati con spalliera corta o lunga, secondo i gusti dell'epoca. Un altro oggetto era la portantina, formata da un trono o da una poltrona, con braccioli massicci, un'estensione per le gambe e due sbarre rotonde di supporto per facilitare il trasporto del faraone, come rappresentazione vivente della divinità. Il lavoro quotidiano consisteva nella celebrazione di vari rituali e nell'amministrazione dei prodotti e del personale. Non vi si svolgevano, quindi, solo attività religiose e cerimoniali ma anche economiche. Le immagini avevano bisogno di offerte per il loro sostentamento, costituite da alimenti deposti con regolarità ai loro piedi. Tali prodotti provenivano dai campi che il tempio possedeva. Erano necessari poi altri beni materiali adatti al rango degli dei, come le greggi, i prodotti della pesca, della caccia di uccelli, i raccolti di lino, e così via. Queste ricchezze erano chiamate "offerte". Tutto ciò richiedeva un'amministrazione che in molti casi lasciava abbondanti rimanenze. Pertanto, il tempio aveva bisogno di un luogo in cui conservare questi prodotti. L'amministrazione dei templi era affidata a funzionari, in modo che il governo potesse controllare il potere economico della comunità. Per i loro servizi, i sacerdoti ricevevano una ricompensa in natura, che poteva consistere in terre di proprietà del tempio che potevano affittare, oppure in una percentuale delle entrate del santuario.

Per compiere un rito il sacerdote doveva mantenersi puro, radere il corpo ogni due giorni, essere circonciso, indossare tuniche o gonnellini di lino e usare sandali di papiro. Anche la pulizia del corpo era un requisito importante. Non tutti i sacerdoti avevano le stesse funzioni nel tempio. Alcuni avevano il compito di tenere pulito l'ambiente, altri potevano stare in stretto contatto con la divinità e pertanto ricoprivano cariche importanti. Questi ultimi potevano accedere al santuario, dove si trovava l'altare della divinità cui era dedicato il tempio. Erano considerate "spose divine". Il personale di un tempio era organizzato in gerarchie: al primo posto si trovavano i "servi del dio" o "profeti", tra cui spiccava il "primo servo" o sommo sacerdote. Sotto di loro erano i "puri", che si dividevano in due categorie: i sacerdoti ueb, che aiutavano nei rituali, e i sacerdoti-lettori, esperti dei testi sacri. Esistevano inoltre custodi, o "sacerdoti orari", che lavoravano nel tempio durante determinate ore o per un mese, e sacerdoti o sacerdotesse funerarie con il compito di fornire offerte ai defunti a nome della famiglia. Questa carica era ereditaria. Le sacerdotesse cantavano e ballavano durante le cerimonie religiose.