13 novembre: la Giornata della Gentilezza
Il 13 novembre si celebra la Giornata della Gentilezza, ma non si tratta solo di un appuntamento da segnare sul calendario: è un promemoria per ogni giorno. Perché la gentilezza è contagiosa e più la pratichiamo più si diffonde, diventando il linguaggio più semplice ed efficace per costruire un mondo davvero accogliente, empatico e sostenibile.
Ogni anno, il 13 novembre, il mondo si ferma per celebrare la Giornata della Gentilezza, un invito a riscoprire il valore di un gesto semplice ma potente: essere gentili. Nata alla fine degli anni Novanta, la Giornata vuole riportare al centro dell’attenzione parole e comportamenti che favoriscono il rispetto, l’ascolto e la solidarietà: si tratta di una importante occasione per riflettere su quanto anche i piccoli gesti possano trasformare la vita delle persone e, passo dopo passo, contribuire a costruire un mondo migliore.
In un tempo dominato da ritmi frenetici e comunicazioni spesso ostili, questa giornata ci ricorda che la gentilezza non è un segno di debolezza, ma una forma di forza capace di creare ponti, ricucire legami e rendere più umano il vivere quotidiano. Scopriamo insieme come e perché è nata la Giornata della Gentilezza e cosa è possibile fare il 13 novembre 2025 per renderla speciale.
Perché è nata la Giornata della Gentilezza
Per capire perché è nata la Giornata della Gentilezza dobbiamo risalire alle sue radici storiche e culturali: era il 13 novembre del 1997 quando, a Tokyo, si aprì la conferenza internazionale del World Kindness Movement, alla quale parteciparono rappresentanti di diversi Paesi con l’intento di promuovere un nuovo modo di stare insieme, fondato sulla comprensione reciproca e sul rispetto.
Da quell’incontro nacque la Dichiarazione della Gentilezza, che fissava i principi di una nuova etica sociale: valorizzare le diversità, condividere il sapere, ridurre i conflitti e prendersi cura del pianeta. L’anno successivo, nel 1998, il movimento istituì ufficialmente il World Kindness Day, fissandolo al 13 novembre di ogni anno, in ricordo di quella prima conferenza.
Oggi la rete del World Kindness Movement comprende 27 Paesi, uniti sotto un unico motto: “Guardare oltre noi stessi e oltre i confini di Paesi, etnie, religioni e culture”. Durante le assemblee internazionali, il movimento affronta temi legati alla sostenibilità, all’educazione e alla convivenza pacifica.
Il decalogo della gentilezza
Il movimento ha elaborato un decalogo che sintetizza i principi fondamentali della gentilezza: un vero programma di vita per estenderla non solo ai rapporti umani, ma anche all’ambiente e agli altri esseri viventi. Vediamolo insieme:
- Vivere bene insieme: ascoltare ed essere pazienti
- Essere aperti verso tutti: salutare, ringraziare e sorridere
- Lasciare scivolare le sgarberie e abbandonare l’aggressività
- Rispettare e valorizzare le diversità
- Non essere gelosi del sapere: comunicare e condividere
- Il pianeta è uno solo: non inquinare e non sporcare
- Ridurre gli sprechi: riciclare e riparare
- Preferire i prodotti locali e di stagione
- Proteggere gli animali, non maltrattarli né abbandonarli
- Allevare gli animali in modo etico, senza sofferenze
La gentilezza come pratica quotidiana
Essere gentili non è solo un gesto superficiale: è una scelta consapevole, capace di trasformare in modo concreto la vita di chi la pratica e di chi la riceve. Anche i gesti più piccoli — un sorriso, un ringraziamento, un aiuto offerto senza aspettarsi nulla in cambio — possono avere effetti profondi, rafforzando le relazioni e contribuendo a creare comunità più coese e armoniose.
Come ricordava Mahatma Gandhi, eroe della nonviolenza, “i più semplici atti di gentilezza sono di gran lunga più potenti di mille teste piegate in preghiera”, sottolineando che ogni azione gentile, anche se minima, ha il potere di generare cambiamenti significativi. Allo stesso modo, il premio Nobel Albert Schweitzer osservava che “il sole fa sciogliere il ghiaccio, la gentilezza fa evaporare incomprensioni, sfiducia e ostilità”, evidenziando come la gentilezza sia una forza in grado di disinnescare conflitti e favorire la fiducia reciproca.
Oggi, nella vita quotidiana e nei contesti più complessi, inclusi quelli digitali, la gentilezza rimane un elemento essenziale e sempre più importante: nei rapporti di lavoro, nella scuola o nelle università, e persino sui social network, scegliere di agire con rispetto, empatia e attenzione verso gli altri contribuisce a costruire ambienti più sereni, inclusivi e collaborativi.
La gentilezza diventa così un vero linguaggio universale, capace di creare ponti tra persone, abbattere barriere culturali e sociali e diffondere un clima di comprensione e cooperazione. Praticarla giorno dopo giorno significa trasformarla in un’abitudine positiva: più la coltiviamo, più la vediamo riflettersi attorno a noi, in un effetto contagioso che migliora le relazioni.
Come festeggiare la Giornata della Gentilezza 2025
Celebrare la Giornata della Gentilezza non richiede gesti eclatanti: anche azioni semplici e quotidiane possono avere un grande impatto. Si può cominciare per esempio condividendo messaggi positivi sui social, lasciando una nota di incoraggiamento a un collega o aiutando un vicino in difficoltà, fino ad arrivare a partecipare a iniziative di volontariato.
Nelle scuole e nelle università, spesso si organizzano laboratori e attività che sensibilizzano i giovani sull’importanza della gentilezza come strumento di crescita personale e comunitaria: alcuni studenti scrivono lettere di incoraggiamento agli anziani soli o ai reparti pediatrici degli ospedali, mentre altri scelgono di compiere atti di gentilezza anonimi nel loro quartiere.
L’obiettivo della Giornata non è limitato a un solo giorno: promuovere la gentilezza come pratica quotidiana significa diffondere un linguaggio universale, capace di abbattere barriere culturali e linguistiche e creare un terreno comune di rispetto e comprensione reciproca. Studi recenti confermano che la gentilezza migliora il clima sociale, favorisce l’inclusione e rafforza le relazioni, sia nella vita reale che in quella digitale.
Paola Greco
Foto di apertura: Jcomp su Freepik