Crisi Ucraina: cosa sta succedendo

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Cosa sta accadendo tra Russia e Ucraina, perché e quali potrebbero essere le conseguenze del conflitto.

Gli occhi del mondo sono puntati sulla frontiera tra Ucraina e Russia, dove nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, le truppe russe hanno cominciato l’offensiva contro il Paese confinante.

Nei giorni precedenti l’invasione, una chiave di lettura del conflitto è stata la chiara volontà di Mosca di impedire l’ingresso di Kiev nella Nato: con l’ex repubblica sovietica nell’Alleanza Atlantica, si ritroverebbe senza un importante Stato cuscinetto.

Perché si parla di terza guerra mondiale

“Scoppierebbe una guerra mondiale se americani e russi dovessero iniziare a spararsi a vicenda”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nei giorni in cui la Russia schierava al confine con l’Ucraina, secondo l'intelligence americana, 130 mila soldati e 1.200 carri armati. Mosca ha sempre  ribattuto che si trattava di una semplice esercitazione militare. Si parla di Terza Guerra Mondiale anche per il numero degli attori coinvolti: Russia e Ucraina, ma anche Stati Uniti e dunque la Nato, senza dimenticare la Cina. Sicuramente si tratta della più grande crisi dalla fine della Guerra Fredda. Si parla di Terza Guerra Mondiale dopo la minaccia - velata ma non troppo - di Putin di ricorrere al nucleare: "Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire" in Ucraina "sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze che non avete mai sperimentato nella vostra storia. Siamo preparati a tutto."

Da cosa nasce il conflitto tra Ucraina e Russia

Indipendente dal 1991, quando iniziò la disgregazione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina è divisa sostanzialmente in due parti: quella occidentale, a forte componente cattolica, e quella orientale, ortodossa e filorussa. È la regione storica del Donbass, invasa nel 2014 da forze paramilitari russe, che penetrarono in Crimea, penisola importantissima per il controllo del Mar Nero, ufficialmente per sostenere le rivendicazioni della popolazione russofona, che chiedeva un referendum sull'indipendenza. Il conflitto terminò con l’annessione della Crimea alla Russia, attraverso un referendum mai riconosciuto dall’Ucraina.

L’escalation che sta portando alla guerra è iniziata con l’invio di truppe al confine ucraino nel marzo-aprile 2021, proseguito in estate e diventato sistematico a partire da novembre: la Russia vuole tutelare la popolazione russofona del Donbass (il governo ha approvato una serie di leggi che limitano l’utilizzo della lingua e dei media russi) ma, soprattutto, impedire l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, perché se ciò accadesse si ritroverebbe senza Stati cuscinetto a protezione di Mosca.

Nella notte tra il 21 e il 22 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk, nel territorio del Donbass. Nei giorni immediatamente successivi, le autoproclamate repubbliche hanno denunciato un’offensiva dell’esercito ucraino, invocando un intervento della Russia. E la risposta non si è fatta attendere: nella notte tra il 23 e il 24 febbraio Putin ha ordinato l’attacco all’Ucraina.

Il ruolo della Nato

L’Ucraina non è mai entrata a far parte della Nato (nel 2008 Italia, Francia e Germania votarono contro l’adesione) e rappresenta la classica regione “cuscinetto”, che divide la Russia dal resto d’Europa. La Nato, che sta per Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord, è un'alleanza internazionale per la collaborazione nel settore della difesa, il cui obiettivo è garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri con mezzi politici e militari. Della Nato fanno parte 30 Stati e tra i Paesi fondatori (1949) figurò anche l’Italia.

Perché agli Usa interessa l'Ucraina

“Gli Stati Uniti considerano la battaglia ucraina per la libertà, la democrazia e la prosperità coraggiosa. Il nostro impegno a sostenerla non vacillerà”, ha dichiarato il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, al termine di un incontro di Pompeo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Kiev ha progressivamente potenziato il suo arsenale militare con l’attivo sostegno statunitense e dunque della Nato. Curiosamente, la presidenza Biden si era invece aperta con l’annuncio di un rilancio di negoziati su temi specifici di sicurezza con Mosca, dopo il quadriennio trumpiano di freddi rapporti diplomatici.

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LaPresse - Crisi Russia-Ucraina, manifestazione contro la potenziale escalation della tensione a Kiev.

Perché la Cina è interessata

La Cina è interessata alla crisi ucraina per due motivi: così come Putin, Xi Jinping teme che un pezzo del suo ex “impero” possa avvicinarsi troppo agli Stati Uniti e ai loro alleati. L’Ucraina, insomma, potrebbe essere un banco di prova per la questione Taiwan. Dopo l'invasione, l’Occidente inaasprirà le sanzioni contro la Russia: Mosca potrebbe rispondere chiudendo i rubinetti del gas e appoggiandosi maggiormente alla Cina.

Perché il Cremlino vuole che la Nato rinunci all'Est Europa

Mosca si oppone all’ingresso di Kiev nella Nato, perché non vuole rinunciare al prezioso Stato cuscinetto rappresentato dall’Ucraina. La Russia è contraria poi alla fornitura di aiuti, armamenti e truppe, da parte dell’Alleanza Atlantica, agli Stati ex Urss dell’Europa orientale. L’obiettivo di Putin non sarebbe tanto quello di prendere il controllo dell’Ucraina, quanto di costringere l'Occidente ad accettare una forte riduzione della presenza militare nella regione, ritenuta una minaccia per Mosca. Per mostrare i muscoli, nei mesi scorsi la Russia ha concentrato truppe alla frontiera ucraina, dando vita a esercitazioni congiunte con l’alleata Bielorussia. Minacciando, pur senza esplicitarlo mai, l’invasione.

Quali sono le accuse della Russia alla Nato

Secondo quanto dichiarato da Mosca, tali esercitazioni sono solo una risposta alla Nato, che da anni sta ammassando truppe vicino ai suoi confini, nei Paesi membri della vecchia Unione Sovietica che sono entrati nell'Alleanza Atlantica a partire dal 1997, come la Lettonia.

La risposta della Nato

L’Alleanza Atlantica ha condannato ogni prospettiva di invasione russa dell'Ucraina e, dopo aver fornito armi a Kiev per anni, sta procedendo al rafforzamento del fronte orientale della Nato.

E dopo lo scoppio della guerra?

Non essendo l’Ucraina parte della Nato, una risposta militare non è automatica. Ma in pratica lo è. La Nato, subito dopo l’invasione (fermamente condannata), ha espresso la sua volontà di “proteggere gli alleati”. Secondo gli esperti, l’invasione russa potrebbe causare 50 mila tra morti e feriti. E la capitale Kiev potrebbe cadere nel giro di 48 ore. La guerra tra Russia e Nato potrebbe causare un impennata dei flussi migratori al confine europeo, mentre già moltissimi civili sono in fuga dai luoghi del conflitto.

Cosa rischia l'Italia

Sono circa un migliaio i militari italiani preallertati per la protezione del fronte orientale Nato, per la maggior parte alpini e bersaglieri. L’Italia non rischia di essere attaccata, ma sarebbero certe ripercussioni economiche: pur importando gas russo meno di altri Paesi, dipende da questa risorsa energetica in modo significativo ed è quindi più vulnerabile alle sue variazioni di prezzo.

Matteo Innocenti

>> PER SAPERNE DI PIÙ: Lo scontro tra Russia e Ucraina spiegato dall'esperto

 

 

Foto apertura: LaPresse - Crisi Ucraina, esercitazioni militari della Russia