La maledizione dell’anno bisestile: cosa è accaduto negli anni bisestili della storia

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La fama negativa degli anni con il 29 febbraio ha origini molto antiche. Ecco chi li ha introdotti e perché, più alcune curiosità e gli eventi drammatici che si sono verificati negli anni bisestili.

Anno bisesto anno funesto: un famoso detto popolare, che in questo 2020 caratterizzato dalla pandemia di Coronavirus sembra, purtroppo, davvero azzeccato. Ma l’anno bisestile porta davvero sfortuna? E perché (più o meno) ogni quattro anni sul calendario c’è anche il 29 febbraio? Ecco le cose da sapere sulla “maledizione” dell’anno con un giorno in più.

Cosa sono gli anni bisestili?

L'anno bisestile ha 366 giorni anziché 365: il giorno in più è il 29 febbraio, aggiunto “in coda” al mese più corto negli anni non secolari il cui numero è divisibile per 4 e in quelli secolari il cui numero è divisibile per 400. Si tratta di una scelta fatta per rimanere allineati al calendario astronomico, secondo cui ogni anno in realtà dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi.

L’origine della parola bisestile

Il termine bisestile ha origine dell’espressione latina “bis sextus dies”. Per allineare il calendario astronomico e quello solare, ogni quattro anni i Romani aggiungevano un giorno dopo il 24 febbraio, ovvero il sesto prima delle calende di marzo: “bis sextus” significa infatti “due volte sesto”. Da qui bisestile.

Chi e perché ha introdotto l’anno bisestile

L’uso di questo escamotage si deve a Giulio Cesare: nel 46 a.C., avvalendosi dei calcoli dell’astronomo Sosigene, promulgò il calendario giuliano, che prevedeva l’applicazione dell’anno bisestile una volta ogni quattro anni, ovvero la numerazione era divisibile per quattro. Le indicazioni di Sosigene erano però leggermente sbagliate: un’altra riforma del calendario fu introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582: venne cambiata la regola che decide gli anni bisestili (aggiungendo quella dei secolari divisibili per 400), inoltre il pontefice decretò che si passasse direttamente dal 4 al 15 Ottobre, eliminando i dieci giorni di sfasatura accumulati nei 15 secoli di utilizzo del calendario giuliano.

Perché si dice “anno bisesto anno funesto”?

Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure. Questa diceria ha avuto origine, come il bis sextus dies, in epoca romana. Febbraio era infatti il Mensis Feralis, dedicato ai morti e ai riti funebri, un mese sicuramente poco allegro: un giorno in più, fin dall’inizio, non fu visto di buon occhio. Così come in generale il fatto di avere un anno anomalo, che dava la sensazione di poter essere imprevedibile. La pensava così anche il medico Michele Savonarola (nonno del famoso Girolamo): vissuto nel Quattrocento, riteneva che i bisesti fossero nefasti per i greggi e i raccolti, a causa della facilità con la quale si diffondevano le epidemie e accadevano catastrofi di ogni genere.

Gli eventi negativi della storia accaduti in anni bisestili

Nel corso dei secoli, gli anni bisestili hanno visto diversi eventi negativi. Nel 1666, si verificò ad esempio il Grande incendio di Londra, che devastò gran parte della città. Nel 1792, in Francia, iniziò a tagliare teste la famigerata ghigliottina, utilizzata poi fino al 1977 per le esecuzioni capitali. Nel 1866, il chimico svedese Alfred Nobel inventò la dinamite, che sarebbe stata poi ampiamente usata per scopi bellici. Nel 1912, nel naufragio più celebre della storia, affondò il Titanic. Gli anni bisestili sono stati decisamente funesti per diverse personalità di spicco: Gandhi fu ucciso nel 1948, Martin Luther King così come Robert Kennedy nel 1968, John Lennon nel 1980. Altri eventi infausti verificatisi in anni con il 29 febbraio? I terremoti di Messina (1908), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980), il massacro di Monaco di Baviera alle Olimpiadi estive del 1972, lo tsunami nell’Oceano Indiano nel 2004. Tante altre tragedie si sono però verificate in anni “normali”: la cattiva fama di quelli bisestili è dunque del tutto ingiustificata.

Curiosità sugli anni bisestili

  • Negli anni comuni ogni data cade un giorno della settimana più avanti rispetto a quello precedente. Nei bisestili, dopo il 29 febbraio è invece spostata di due giorni: per questo motivo nei Paesi anglofoni l'anno bisestile è chiamato leap year (anno del salto). 
  • Un’antica tradizione irlandese vuole che le donne possano proporre agli uomini di sposarle solo in questo giorno (leap day): in caso di “no”, il marito mancato paga pegno comprando 12 paia di guanti alla spasimante, per evitarle l’imbarazzo di non avere un anello di fidanzamento al dito. 
  • Dal 1992, la cittadina texana di Anthony si fregia del titolo di “Capitale mondiale dell’anno bisestile” e, in occasione di ogni 29 febbraio, ospita un festival incentrato proprio sul Leap Day.
  • Nel 1699 re Carlo XII decise che la Svezia avrebbe abbandonato il calendario giuliano a favore di quello gregoriano (varato dal pontefice Gregorio XIII nel 1582). Per recuperare i 10 giorni di differenza, il piano era di eliminare tutti i bisestili dal 1700 al 1740. Ma fu rispettato solo il primo anno e poi accantonato, visto che il sovrano era impegnato nella guerra con Russia. Nel 1711, Carlo II stabilì così il ritorno al calendario giuliano: per recuperare il giorno saltato nel 1700, ne fu aggiunto uno all’anno successivo. Nel calendario svedese del 1712, dunque, febbraio ebbe 30 giorni. 
  • Dal 1980, in Francia esiste un giornale che esce in edicola solo il 29 febbraio: si tratta del “La Bougie du Sapeur”, i cui ricavati vanno tutti in beneficenza. 
  • In Italia diciamo: «Anno bisesto, anno funesto». In Scozia a non vedere di buon occhi gli anni con un giorno in più sono soprattutto i pastori. Come dimostra il detto (sempre in rima) «Leap year was ne'er a good sheep year», ovvero «L’anno bisestile non è mai stato buono per le pecore». 
  • Bisestile era anche il 2012, anno nel quale sarebbe avvenuta la fine del mondo da parte dei Maya (per la precisione il 21 dicembre): eppure non è successo niente. 

 

Matteo Innocenti