La spedizione dei Mille spiegata in modo semplice: il riassunto

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Perché l'impresa di Garibaldi è così importante per la storia d'Italia? Scopriamo il viaggio che portò il condottiero da Genova a Marsala, spiegando bene tutti i passaggi

La spedizione dei Mille nasce a valle delle prime due guerre di indipendenza combattute nel 1848-1849 e nel 1859. Questi conflitti hanno caratterizzato il periodo conosciuto come il Risorgimento italiano. Eppure, nonostante questi moti di rivoluzione, l'Unità d'Italia sembrava lontana perché la Penisola era sostanzialmente spaccata in due. Nel mezzo prosperava lo Stato Pontificio, protetto da Napoleone III. A sud c'era il Regno delle due Sicilie, a nord-est il regno Lombardo Veneto, e a nord-Ovest il regno di Sardegna. Ma in tutto lo Stivale si agitavano gli animi rivoluzionari, che si raccoglieranno sotto il coraggioso mantello e lo spirito trascinatore di Giuseppe Garibaldi, condottiero e protagonista della Spedizione dei Mille, che contribuì a unificare l'Italia sotto un'unica bandiera. Qui di seguito trovi un riassunto preciso di cosa successe.

La storia della Spedizione dei Mille

Nel Regno delle Due Sicilie regnava Francesco II di Borbone, re inesperto e dal carattere debole. Tra gli esiliati da quello che veniva chiamato "Franceschiello", c'era Francesco Crispi, promotore dell’indipendenza sicula prima e poi sostenitore dell'idea di un’Italia unita e di un Mezzogiorno libero dai Borbone.

Fu lui a convincere Giuseppe Garibaldi a indurre alla ribellione i contadini siciliani contro Francesco II. Mentre il primo ministro del Regno di Sardegna, Camillo Benso conte di Cavour era contrario all'idea di Crispi, il re Vittorio Emanuele II approvava il progetto. Quindi lasciò partire Garibaldi senza però fare nulla a favore o contro la spedizione.

Giuseppe Garibaldi sbarca a Marsala

Tra il 5 e il 6 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi partì da Quarto, in provincia di Genova, con i leggendari Mille, volontari armati male ma trascinati dal carisma del loro comandante. Dopo una breve sosta a Talamone, in Toscana, l'impresa ebbe inizio a Marsala, dove i Mille sbarcarono.

Malgrado l'inferiorità numerica, questa armata sconfisse i soldati borbonici a Calatafimi. Fu proprio in occasione di questo conflitto, che vide in grande difficoltà i Mille di Garibaldi, che il condottiero rivolse a Nino Bixio, uno dei suoi gregari, una frase divenuta celebre: “Qui si fa l’Italia o si muore”. 

La vittoria premiò il coraggio di Garibaldi. La popolazione siciliana si unì a quelli che presto vennero definiti i garibaldini e in poco tempo riuscirono a conquistare Palermo. La vittoria si ripeté anche a Milazzo. Poi i rivoluzionari sbarcarono in Calabria, conquistando Reggio. Il 7 settembre 1860 Garibaldi entrò trionfante a Napoli, il cuore del Regno delle Due Sicilie, mentre Francesco II fuggiva a Gaeta. 

Vittorio Emanuele e l’incontro con Garibaldi

Nel frattempo, Cavour guardava con preoccupazione i successi di Garibaldi al Sud. Infatti, il primo ministro piemontese temeva che il Meridione diventasse una repubblica democratica autonoma. Vittorio Emanuele II dopo aver ordinato ai garibaldini di fermarsi, invase lo Stato Pontificio senza però né toccare il Lazio né Roma, dove abitava il Papa Pio IX. 

L'esercito sabaudo sconfisse le truppe pontificie nell'Umbria e nelle Marche, segnando la propria vittoria a Castelfidardo. Intanto, Garibaldi sconfisse invece i soldati borbonici sul fiume Volturno. I  condottieri si incontrarono a Teano, dove Garibaldi e Vittorio Emanuele II si strinsero la mano il 26 ottobre 1860. Il condottiero a capo dei Mille salutò il sovrano come "Re d'Italia".

Nasce l’Italia

Con un plebiscito l’Italia meridionale votò per l'annessione al Regno di Sardegna. Garibaldi non chiese nulla per sé come ricompensa dell'impresa, ma domandò che i Mille venissero accolti come soldati nel nuovo esercito italiano. Il condottiero preferì ritirarsi sull'isola di Caprera, in Sardegna, dove visse sino alla sua morte.

Intanto, Francesco II di Borbone si rifugiò a Roma presso il Papa Pio IX. Nonostante mancassero il cosiddetto Triveneto e la città del Papa, al termine di quella impresa si può dire che l'Unità d'Italia era pressoché compiuta. Ci vorranno circa 10 anni per annettere anche le altre due zone.

Il 17 marzo 1861 si riunì a Torino il primo Parlamento Nazionale e Vittorio Emanuele II fu proclamato Re d'Italia. Così un nuovo Stato si affacciava in Europa.

Stefania Leo

Foto di apertura: DeAgostini Picture Library