Storia delle Olimpiadi, da quelle antiche ai giorni nostri

Dall'antica Grecia alla loro rinascita moderna, passando per l’introduzione delle edizioni invernali, i Giochi Olimpici sono oggi un evento globale che celebra lo sport e la fratellanza tra i popoli. Ripercorriamo insieme i tratti salienti della loro storia.
Le Olimpiadi rappresentano oggi il più importante evento sportivo internazionale, che unisce i migliori atleti di tutto il mondo i quali competono tra loro in quasi tutte le discipline sportive praticate nei cinque continenti. Le regole, le linee guida, i valori sono contenuti nella Carta Olimpica, un documento ufficiale che si apre con i principi fondamentali di non discriminazione, uguaglianza di genere e sviluppo sostenibile.
Olimpiadi: i giochi nell’antichità e la tregua olimpica
Nell’antichità, però, i Giochi Olimpici celavano un significato molto più profondo ed importante che purtroppo è andato perduto. Nell’antica Grecia, infatti, rappresentavano un momento di tregua – l’ekecheiria, la “tregua sacra” - per le città-stato, che sospendevano addirittura le guerre per permettere la partecipazione degli atleti.
Non si trattava solo di un accordo pratico per garantire lo svolgimento dei Giochi, ma rappresentava un ideale più alto, ovvero la capacità dei popoli di culture diverse di creare un linguaggio universale di rispetto reciproco.
In un mondo come quello dell’antica Grecia, tormentato da guerre e conflitti, le Olimpiadi offrivano un momento di unità e di celebrazione della vita. Uno spirito che il mondo contemporaneo ha perso ormai da tempo: le Olimpiadi moderne, pur rappresentando un momento di grande splendore, nonché un simbolo di unità e competizione leale, non solo non hanno più la capacità e la forza di sospendere i conflitti, ma anzi è successo piuttosto il contrario: basti pensare che sono state cancellate per ben tre edizioni, in occasione della Prima (1916) e della Seconda Guerra Mondiale (1940 e 1944). Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia delle Olimpiadi in breve, dalle origini nell'antica Grecia fino alla moderna edizione.
Storia delle Olimpiadi antiche
Benché le nebulose origini si perdano nel mito, sappiamo che le prime Olimpiadi documentate si svolsero nel 776 a.C. nella città sacra di Olimpia, in Grecia, per rendere omaggio agli dei: erano infatti dedicate a Zeus e si tenevano ogni quattro anni, con gare come la corsa, il pancrazio – un misto di lotta libera e pugilato - e il pentathlon - che comprende salto in lungo, corsa, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta.
Avevano una durata di 5 giorni ed erano aperte ai soli cittadini greci, maschi, liberi: erano esclusi gli schiavi, ovviamente, ma anche i barbari, i sacrileghi, gli assassini e le donne. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti, inoltre, permetteva nella realtà solo ai membri delle classi più abbienti di poter partecipare.
Venivano considerati giochi "internazionali" in quanto i partecipanti provenivano da tutto il mondo allora conosciuto che contava, ovvero dalle varie città-stato della Grecia e dalle sue colonie, tanto che solo gli uomini che parlavano la lingua greca potevano partecipare alle celebrazioni.
I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere romano in Grecia, anche a causa di problemi di corruzione che sorsero all’interno, nonché di problemi legati alla sicurezza.
All'inizio furono benvoluti e aperti anche a Romani, Fenici e Galli e altri popoli sottomessi: Nerone per esempio aprì un'enorme edizione dei giochi olimpici a Roma in cui tutti gli atleti dell'Impero Romano poterono partecipare, lui compreso.
Quando però il cristianesimo divenne ufficialmente la religione di Stato dell'Impero Romano, i cristiani si dissero contrari alle celebrazioni e le festività pagane, ma anche a una certa forma di agonismo. Fu così che nel 393 d.C., l'imperatore Teodosio decretò la fine dei Giochi ritenuti pagani, che ormai, secondo la nuova fede dominante, non avevano più ragione di esistere.
Nel 426 d.C., l'imperatore Teodosio II ordinò la distruzione di tutti i templi pagani, inclusi i luoghi delle Olimpiadi.
Storia delle Olimpiadi moderne
Dopo oltre 15 secoli di interruzione, il barone Pierre de Coubertin, da sempre affascinato dall’antica Grecia, promosse la rinascita dei Giochi Olimpici nel 1896. Nonostante la sua educazione aristocratica, dopo la fine della monarchia francese si allineò agi ideali della Terza Repubblica: voleva aiutare a riformare l’istruzione del suo Paese e lo sport faceva parte della sua visione; la sua speranza infatti era che i nuovi Giochi riportassero gli ideali di eccellenza sia fisica, mentale e spirituale mostrati in quelli antichi, affiancati ai valori olimpici, di amicizia, rispetto e pace tra i popoli.
De Coubertin fondò il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), di cui rimase presidente fino al 1925: fu lui a scrivere la Carta Olimpica, il protocollo e il giuramento degli atleti, e fu sempre lui a pianificare le cerimonie e a modernizzare molte regole, tutt’ora valide, come l’estensione della partecipazione agli atleti di tutto il mondo, la rotazione delle città e delle nazioni ospitanti e, dal 1900, l’apertura anche alle donne.
La prima edizione dell’era moderna si svolse, simbolicamente, ad Atene, in Grecia - luogo reputato adatto a riaccendere lo spirito dei primi Giochi Olimpici - con la partecipazione di 14 nazioni. Da allora, il movimento olimpico si è espanso, includendo un numero crescente di sport e di Paesi.
Le Olimpiadi moderne sono caratterizzate da simboli iconici come i cinque cerchi – rappresentanti l’unione nello sport dei 5 continenti - la fiaccola olimpica e il motto "Citius, Altius, Fortius" (Più veloce, più alto, più forte).
Nel 1924 nacquero anche le Olimpiadi invernali con la prima edizione disputata a Chamonix, in Francia: questi giochi si concentrano su discipline tipiche della stagione fredda - come sci, pattinaggio e hockey su ghiaccio - che per ovvie ragioni climatiche nulla hanno a che fare con la Grecia antica e quindi avevano bisogno di un momento tutto loro; dal 1994, si tengono sfalsate di due anni rispetto a quelle estive.
Paola Greco
Foto di apertura: Foto di Gentrit Sylejmani su Unsplash