Tito Stagno, la voce dell'uomo sulla Luna

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Storico giornalista radiotelevisivo, raccontò in diretta la missione dell'Apollo 11.

«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!». Una voce consegna un fatto (lo sbarco dell’uomo sulla Luna) alla Storia e se stessa all’immortalità. La voce è quella di Tito Stagno, storico giornalista scomparso il primo febbraio 2022, all’età di 92 anni.

Chi era Tito Stagno

Giornalista di lunghissimo corso, nasce a Cagliari nel 1930 (sarà il primo di otto fratelli). Comincia la sua carriera molto giovane,  in radio, a soli 19 anni, come radiocronista, intervistatore e documentarista. Un’avventura lunghissima, che lo ha reso protagonista di innumerevoli reportage. È la voce che racconta le visite dei capi di Stato in Italia (tra cui i reali d’Inghilterra e John Fitzgerald Kennedy), che lavora al seguito di due papi (Giovanni XXIII e Paolo VI) e di due presidenti della Repubblica (Antonio Segni e Giuseppe Saragat). È sempre lui a raccontare la morte dello stesso Kennedy (anche se in differita), del suo assassino Lee Harvey Oswald (ucciso durante una diretta tv), dell’omicidio di Martin Luther King.

Il racconto dell’uomo sulla Luna

Ma suprattutto fu lui a raccontare la corsa dell’uomo alla conquista dello spazio. Fece la telecronaca del primo volo di Jurij Gagarin intorno alla Terra, guadagnandosi “sul campo” l’onere (e l’onore) di commentare le successive missioni spaziali, tanto da guadagnarsi l’appellativo di "astronauta ad honorem”, come lo ribattezzò il politico Mariano Rumor. Fino alla missione Apollo 11, quella che il 20 luglio 1969 porterà per la prima volta l’uomo sulla Luna, seguita con una diretta fiume di 28 ore e 20 minuti.

Nel corso della sua carriera sarà anche direttore de La Domenica Sportiva, negli anni Ottanta, e seguira moltissimi eventi importanti. Ma nell'immaginario collettivo rimarrà sempre quella voce che, senza nascondere l’emozione, annunciava l’approdo dell’uomo sulla Luna. Poco importa che l’allunaggio in realtà avvenne un minuto più tardi (con conseguente battibecco tra lui e il collega Ruggero Orlando, che da Houston seguiva l’evento). La sua rimane una di quelle voci immortali, assieme al triplo “Campioni del Mondo” di Nando Martellini o di quella “Allegria!” marchio di fabbrica di Mike Bongiorno, a cui deleghiamo, con una nota di malinconia, il compito di raccontare la Storia.