Sanremo: 70 anni di Festival

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Sono passati 70 anni dalla prima edizione del Festival di Sanremo che si tenne dal 29 al 31 gennaio 1951. Un viaggio attraverso le canzoni più amate, i look più bizzarri, i conduttori che ne hanno fatto la storia e molte altre curiosità.

Non c'è Sanremo senza polemiche, fiato sospeso, ma anche canzoni, artisti, ospiti internazionali, look da ammirare e da criticare. Dal 2 al 6 marzo Rai Uno trasmetterà una nuova edizione del Festival della Canzone Italiana, senza pubblico a causa della pandemia di Covid-19. Ma l'appuntamento non salterà, aggiungendo nuove storie alla Storia dell'evento che ha svecchiato più volte la musica leggera italiana.

Cosa c'era prima di Sanremo

Sanremo esiste da settant'anni, ma la musica è una passione che caratterizza l'Italia e gli italiani da sempre. Già negli anni Venti e Trenta ci sono notizie di competizioni analoghe. Secondo Eddy Anselmi, autore del libro Il Festival di Sanremo (DeAgostini), ci sono notizie di una manifestazione canora tenutasi a Pescara, al largo del porto fluviale,a bordo di imbarcazioni pavesate a festa. Un'altra, tenutasi nel 1936 e 1937, fu organizzata a Rimini, in diretta radiofonica. Alla fine degli anni Quaranta si tiene un Festival della canzone italiana in Versilia, per tentare di cavalcare la grande presenza di turisti milanesi in villeggiatura, alla ricerca di notorietà per la manifestazione. Per questo Sanremo, fiutata l'occasione, non se la lascia scappare.

Perché Sanremo si fa a Sanremo

Il Festival nasce a Sanremo grazie all'intuizione di Angelo Nizza, ufficio stampa del Casinò, che mette d'accordo Pier Busseti, patron dell'Ata (Attività Turistiche Alberghiere), Giulio Razzi, direttore della Rai e l'editoria musicale milanese, che intravede in questa idea una buona opportunità. C'era bisogno di svecchiare il repertorio radiofonico e questa poteva essere la strada giusta. 

Nel 1951 il Festival parte in sordina per due motivi: promuovere a livello turistico Sanremo e lanciare il cartellone di fine stagione nel Salone delle feste del Casinò; e rinnovare la programmazione radiofonica. Le canzoni piacciono perché la manifestazione piace. Del resto la radio italiana all'epoca aveva solo due canali, entrambi della Rai. 

Sanremo è anche il crocevia perfetto tra Torino, sede della Rai, le case di produzione musicale, che si trovano a Milano, nonché località balneare amatissima dai benestanti delle città del Nord, quindi ideale punto di incontro anche per gli affari musicali. Inoltre, il clima temperato di cui si può godere tutto l'anno aiutava. A offrire supporto logistico e materiale per l'organizzaizone del Festival è la società che gestisce il Casinò di Sanremo, in collaborazione con gli albergatori. Questa fu la sede del Festival della Canzone Italiana ininterrottamente dal 1951 al 1976. Nel 1977 si spostò tutto al Teatro Ariston.

Il primo Festival di Sanremo, 70 anni fa

Il primo Festival di Sanremo si tenne dal 29 al 31 gennaio 1951 presso il Salone delle feste del Casinò municipale di Sanremo. Venti canzoni in gara, tre interpreti. Presenta Nunzio Filogamo con la direzione artistica di Giulio Razzi. Ci sono orari, turni di lavoro e stipendi uguali a quelli di impiegati e musicisti. Insomma, una macchina burocratica diretta dalla Rai con i modi della Rai. L'evento viene trasmesso in radio e le venti canzoni presentate saranno poi passate in heavy rotation nei mesi successivi. A votare i vincitori era il pubblico in sala. Vince Nilla Pizzi con Grazie dei fiori, diventando da subito la Signora della Canzone. Niente male per una ex pollaiola. 

Le canzoni che cantiamo ancora

Tra le canzoni che hanno vinto il Festival di Sanremo, ce ne sono molte che cantiamo ancora. Si va dalla prima vincitrice, Grazie dei fiori (1951), a Vola colomba (1952), passando per il nostro secondo inno nazionale Nel blu dipinto di blu (1958), Piove (Ciao ciao bambina, 1959), Romantica (1960), Non ho l'età (Per amarti, 1964), Chi non lavora non fa l'amore (1970), Ci sarà (1984), Adesso tu (1986), Perdere l'amore (1988), Uomini soli (1990), L'Essenziale (2013), Grande amore (2015), Occidentali's Karma (2017) e persino la neovincitrice Fai rumore (2020).

I conduttori che hanno fatto la storia

Nei suoi 70 anni di storia, sul palco dell'Ariston si sono avvicendati 48 conduttori. Nel 1951 Nunzio Filogamo ha dato il via al Festival di Sanremo dal Salone del Casinò Municipale. Ha condotto la kermesse fino al 1954, per poi ritornare alla guida del Festival nel 1957. Il record di conduzione resta quello di Pippo Baudo, che è salito sul palco nel 1968 e lo ha condotto per tredici edizioni (l'ultima da protagonista assoluto è stata nel 2008). Il secondo per numero di conduzioni è stato Mike Bongiorno, con undici presenze. Tra gli insospettabili, hanno condotto il Festival di Sanremo anche Corrado, Claudio Cecchetto, Loretta Goggi, Miguel Bosé e Gabriella Carlucci, Andrea Occhipinti ed Edwige Fenech, Raimondo Vianello, Raffaella Carrà, Giorgio Panariello, Antonella Clerici.

Orchestra, non orchestra

Oggi punta di diamante del Festival, in passato l'orchestra ha subito fortune alterne. Nel 1955 Claudio Villa, colpito da una forte forma influenzale non si esibisce, mandando in scena al suo posto un grammofono. E se nel 1984 il playback diventa obbligatorio, solo vent'anni prima si squalificava 1964 Bobby Solo per non aver cantato dal vivo la sua Una lacrima sul viso, denunciando una finta laringite. L'eliminizione dell'orchestra fu voluta dagli organizzatori nel 1976, lanciando così l'era delle basi musicali. Ma dopo quasi venticinque anni, nel 1990, si decide di far tornare l'orchestra in un'edizione particolare, fuori dall'Ariston, organizzata ad Arma di Taggia.

Le meteore

Dal 1951 ad oggi, in settanta edizioni di Festival, non tutti i vincitori e i brani incoronati sono vividi. Alcuni - su tutti, i Jalisse - dopo una fragorosa vittoria con un brano anche piuttosto orecchiabile, sono scomparsi come delle vere e proprie meteore. Nel 1983 l'Italia impara a conoscere e ad amare Donatella Milani e la sua Volevo dirti. Già coautrice del brano Su di noi, cantato da Pupo, Milano ha un grande successo in radio. Ma al successivo Festival si piazza, dimenticata, solo tredicesima.

Tormentone della quarantaduesima edizione è Brutta di Alessandro Canino. È un'edizione combattuta: in gara ci sono Mia Martini con Gli uomini non cambiano, Fausto Leali con Perché e Michele Zarrillo con Strade di Roma. Ma tra le nuove proposte si impone questo brano dolce e orecchiabile, che diventerà un brano gettonatissimo in estate, per poi sparire nel nulla insieme al suo performer.

Sanremo Giovani portò alla ribalta anche Alessandro Baldi e Francesca Alotta con Non amarmi. Il successo è enorme. Qualche anno dopo anche Jennifer Lopez e Marc Anthony ne fanno una cover. Ma dopo qualche anno, con qualche concerto all'estero, la coppia sparirà dalle scene della musica italiana.

Ma sono i Jalisse la meteora più luminosa e citata della storia di Sanremo. Nel 1997 vincono il Festival con Fiumi di Parole, gareggiando nella categoria Big senza che nessuno mai abbia sentito parlare di loro. Vincono contro Laura non c'è di Nek, Storie di Anna Oxa e Confusa e Felice di Carmen Consoli. Ma spenti i riflettori di Sanremo, sono scomparsi nel nulla, prima di ritornare e lasciare tutti a bocca aperta nelle trasmissioni Ora o mai più e Tale e quale show.

Le gaffe e le figuracce di presentatori e cantanti

Non c'è Festival senza fiori, ma anche senza papere e figuracce. 

Edizione 1989. Jovanotti è sul palco che canta No Vasco, no Vasco, io non ci casco, ma mentre si agita e balla, cade letteralmente sui fiori di Sanremo. Altro scivolone, ma nel 2007: Michelle Hunziker cade nel momento in cui Roy Facchinetti sta per esibirsi con suo figlio Francesco, che mollano tutto e vanno a soccorrerla.

Edizione 2003: Pippo Baudo intervista Sharon Stone e le chiede di suo figlio, adottato 3 anni prima. Pensando di farle una domanda sagace, le chiede: «A chi somiglia?». Il silenzio di tomba all’Ariston viene spezzato dall’attrice, che svia dalla gaffe senza fare una piega, dicendo: «Assomiglia nel volto a me e nel corpo al papà».

Nel 2012 il tatuaggio a forma di farfalla di Belen Rodriguez, svelato da un ampio spacco inguinale, cattura l'attenzione dell'opinione pubblica, critica e pubblico.

Nel 2015 sul palco dell'Ariston c'era Arisa in veste di co-conduttrice accanto a Carlo Conti. Nell'annunciare Nina Zilli e la sua canzone, perse il filo del discorso, arrendendosi con la frase: «sono emozionata, non capisco un cavolo». Più tardi disse di esser stata preda degli effetti collaterali di un forte antidolorifico.

Nel 2020 a tenere banco è stato il teatrino tra Bugo e Morgan. La coppia arriva al 7 febbraio visibilmente tesa: l'esibizione durante la serata delle cover non è andata per il verso giusto. Morgan attacca il brano ma il testo è diverso: le parole mirano a rimproverare Bugo e a rivendicare il privilegio di averlo portato sul palco dell'Ariston. Il cantautore, prima di attaccare la sua parte, lascia un foglio sulla tastiera di Morgan e va dietro le quinte. Lui, stranito, si guarda intorno e chiede: «Che succede?», diventando la gif simbolo dell'anno.

I look più particolari

Sanremo è anche un'ottima passerella per gli stilisti. Vestendo co-conduttrici, vallette e cantanti, si ha la possibilità di farsi notare o di costruire interi personaggi attraverso un concept che diventa abito o make up. È quello che è successo con Achille Lauro, che nel 2020 ha insegnato all'Ariston qualche concetto di gender fluid. 

Ma non tutte le scelte sono vincenti come quelle di Lauro. È il caos di Michelle Hunziker che nella quarta serata del Festival di Sanremo 2018 è apparsa sul palcoscenico dell'Ariston con un abito di Moschino, che replicava letteralmente un bouquet di fiori. 

Nel 1985 Anna Oxa si è presentata sul palco dell'Ariston nei panni di un'aliena sexy e nel corso degli anni la situazione non è migliorata. Ma nel 1999 la sua svolta new age fece molto discutere, anche a causa del tanga a vista mostrato durante l'esibizione. Come lei e Loredana Berté, anche Patty Pravo è una vera specialista nello scandalizzare l'opinione pubblica con i suoi costumi. Nel 1984 si presentò vestita da geisha.

Durante sanremo, 1991 Sabrina Salerno e Jo Squillo cantavano "Siamo donne, oltre alle gambe c'è di più, donne, donne, un universo immenso e più". Ma le gambe sono ciò che entrambe mostrano con maggiore passione.

Le curiosità

  • Nonostante i settant'anni di Festival, c'è ancora qualcuno che crede che la città sia un omaggio a un fantomatico San Remo. Ma nel calendario liturgico non esiste alcun santo con quel nome. Secondo lo statuto comunale creato nel 2001, l'esatta denominazione è Sanremo. Come ha raccontato Pif durante l'edizione 2014, il patrono di Sanremo è San Romolo, festeggiato il 14 ottobre. Inoltre, si crede che il nome della città sia un omaggio a questo santo, la cui pronuncia del nome suona più o meno come San Roemu. 
  • Agli inizi il Festival di Sanremo non puntava sugli interpreti ma sulle canzoni. Infatti, nel 1951 c'erano venti canzoni in gara, cantate però da soli tre intepreti: Achille Togliani, le gemelle Dina e Delfina Fasano e Nilla Pizzi (che quel festival lo vinse). Pian piano i cantanti aumentarono e sfruttarono il palco del Festival per affermarsi, come è successo a Claudio Villa e Domenico Modugno. Basti pensare che Nel blu dipinto di blu fu presentata con la voce del cantante di origini pugliesi e con quella di Johnny Dorelli. Dopo una parentesi in cui i cantanti venivano anche abbinati a performer stranieri per valorizzare ancora di più le canzoni, nel 1972 si decide di spostare l'attenzione sull'artista, abolendo la regola della doppia esecuzione. 
  • Sanremo vanta un curioso primato: è stato anche il primo talent show canoro in Italia. Nel 1956 l'allora direttore artistico Giulio Razzi decise di organizzare un "Concorso nazionale per voci nuove". Gli aspiranti concorrenti che si presentarono alla chiamata furono 6.446: ne furono selezionati quindici. La vincitrice fu Franca Raimondi con il brano Aprite le finestre. Ma, nella storia della manifestazione, quell'edizione resta un flop.

 

Stefania Leo