Nino Manfredi: la vita, i film, le canzoni

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Viaggio nella vita di Nino Manfredi: dal teatro alle canzoni, passando per il cinema e la vita privata.

Nino Manfredi è uno degli attori italiani che ha segnato la storia del cinema italiano grazie alla sua personalità poliedrica. Sceneggiatore, cantante, oltre che attore, ha lavorato con alcuni dei più importanti registi del suo tempo. Ha vinto cinque David di Donatello, cinque Nastri d'Argento e anche un premio per la migliore opera prima, Per grazia ricevuta, al Festival di Cannes. Nato il 22 marzo 1921, in occasione del centenario della sua nascita, l'artista ciociaro sarà celebrato con un documentario e una biografia.

Chi era Nino Manfredi

Saturnino Manfredi nasce a Castro dei Volsci il 22 marzo 1921. È il primogenito dei due figli di Romeo Manfredi e di Antonina Perfili, provenienti entrambi da famiglie contadine. Grazie al trasferimento lavorativo del padre a Roma, Nino Manfredi cresce nel quartiere di San Giovanni. Ha problemi a scuola e deve proseguire gli studi da privatista. Nel 1973 si ammala di tubercolosi, rimanendo a lungo in sanatorio. Qui impara a suonare un banjo, costruito con le sue mani, entrando a far parte di un complessino dell'ospedale. In quel periodo incontra la compagnia teatrale di Vittorio De Sica, che fa nascere in lui la passione per la recitazione.

Dopo la laurea in diritto penale conseguita nel 1945, si diploma presso l'accademia di arte drammatica e nell'autunno del 1947 esordisce al Teatro Piccolo di Roma. Il rapporto tra Nino Manfredi e il teatro è fervente. Recita per lo più testi drammatici. Nei due anni successivi lavora con Giorgio Strehler, nei drammi shakespeariani Romeo e Giulietta, La tempesta e Riccardo II, insieme a grandi attori di prosa come Giorgio De Lullo, Edda Albertini e Lilla Brignone. Collabora anche con Eduardo De Filippo.

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Nino Manfredi e l'esordio al cinema

Nonostante il teatro accompagnerà sempre la vita dell'attore romano, dopo i due anni con Strehler Manfredi esordisce al cinema con il film Torna a Napoli di Domenico Gambino. La sua carriera si avvia nella scia dei film musical con sonorità napoletane come Monastero di Santa Chiara di Mario Sequi (1949) e Anema e core di Mario Mattoli (1951).

Nino manfredi: film più belli

I film di Nino Manfredi che hanno segnato la storia del cinema sono diversi. Tra questi, indimenticabili restano La domenica della buona gente (1953) di Anton Giulio Majano, L’impiegato (1960) di Gianni Puccini, Gli anni ruggenti (1962) di Luigi Zampa, Questa volta parliamo di uomini (1965) di Lina Wertmüller, Operazione San Gennaro (1966) di Dino Risi, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) di Ettore Scola, Nell’anno del Signore (1969) di Luigi Magni, C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola, Grandi magazzini (1986) di Castellano e Pipolo. Indimenticabile anche la sua partecipazione in Pane e Cioccolata (1973) e Brutti, sporchi e cattivi (1976).

Il Pinocchio di Nino Manfredi

Una menzione a parte merita Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini. In questo film Manfredi interpreta Geppetto, lo struggente papà del burattino. Lo sceneggiato tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Collodi era composto da cinque episodi. Ma l'amore del falegname vedovo per la sua creazione di legno è il tocco che solo un consumato attore come Manfredi poteva imprimere in pellicola e nei cuori degli spettatori.

La carriera di Nino Manfredi

Ma Nino Manfredi non ha solo fatto grande il cinema italiano. I suoi tratti fisici e la sua capacità canora gli hanno permesso di lavorare anche in televisione, nelle sale di doppiaggio, diventando anche un volto simbolo del mondo pubblicitario.

Il lavoro in televisione

Il 1956 è l'anno di esordio in televisione: Manfredi lavora nello sceneggiato L'Alfiere diretto da Anton Giulio Majano. Nel 1959 partecipa a Canzonissima, creando la macchietta di "Bastiano, il barista di Ceccano". La battuta «Fusse che fusse la vorta bbona» (soprattutto come invito all'acquisto del biglietto della lotteria) diventerà un tormentone.

Nino Manfredi e il doppiaggio

Accanto al lavoro di attore, Nino Manfredi ha prestato la propria voce anche a Robert Mitchum in Sette settimane di guai (Johnny Doesn't Live Here Anymore) di Joe May (1944), a Bud Abbott in Africa strilla, a Earl Holliman ne Il pianeta proibito (Forbidden Planet) di Fred M. Wilcox (1956), quindi al francese Gérard Philipe. 

Ha doppiato anche alcuni attori italiani come Franco Fabrizi ne I vitelloni di Federico Fellini (1953), Sergio Raimondi in Piccola posta di Steno (1955), Antonio Cifariello ne La bella di Roma di Luigi Comencini (1955), Renato Salvatori ne La domenica della buona gente di Anton Giulio Majano (1953) e Marcello Mastroianni in Parigi è sempre Parigi di Luciano Emmer (1951).

Nino Manfredi regista

Nino Manfredi debutta dietro la macchina da presa nel 1962 con L'avventura di un soldato, un episodio del film L'amore difficile. La sua seconda regia, premiata a Cannes, la dedica al lungometraggio Per grazia ricevuta (1971). Dirige anche un terzo film, Nudo di donna (1981).

Nino Manfredi: pubblicità

Nino Manfredi coltiva una brillante carriera anche come testimonial pubblicitario. Inizia nel 1957 con una serie di Caroselli per i Baci Perugina e le Caramelle Rossana. Ma il maggior successo in questo ambito lo ottiene attraverso un lungo sodalizio con Lavazza. Collabora con il brand dal 1977 al 1993. Restano indimenticabili due slogan, diventati tormentoni: «Più lo mandi giù e più ti tira su!» e «Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?».

Nino manfredi e le sue canzoni

Un'attività molto amata da Manfredi è legata al mondo radiofonico. Si esibisce con successo in molte trasmissioni. Nel 1970 la sua versione del classico brano di Ettore Petrolini Tanto pe' cantà (risalente al 1932) raggiunge le primissime posizioni della hit parade.

Ha successo anche Me pizzica... me mozzica, tratta dal suo film Per grazia ricevuta (1971) e, nello stesso anno, M'è nata all'improvviso 'na canzone, quindi Tarzan lo fa (1978), La pennichella (1980), La frittata, cantata come ospite al Festival di Sanremo 1982, e Canzone pulita, eseguita come ospite al Festival di Sanremo 1983 accompagnato da cinquanta bambini. Una delle sue interpretazioni più famose resta quella di Roma nun fa la stupida stasera, brano tratto dall'opera musicale Rugantino.

Nino Manfredi: vita privata

Il 14 luglio 1955 Nino Manfredi sposa l'indossatrice Erminia Ferrari, alla quale sarà legato fino alla morte. La coppia ha tre figli: Roberta nel 1956, Luca nel 1958 e Giovanna nel 1961. Tra questi il secondo ha dedicato al padre il documentario celebrativo Uno, nessuno, cento Nino, che andrà in onda su Rai2 e su Sky il 22 marzo 2021. L’anniversario sarà corredato dal libro Un friccico ner core, che è un verso di quel brano, dove il figlio racconta ammirazione e dispiaceri.

 

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La scappatella in Bulgaria

Nino Manfredi vive il suo legame con la moglie con molta devozione, ma come racconta suo figlio, c'è un'ombra nel passato dell'attore: le tante scappatelle che la moglie ha perdonato all'attore. Manfredi ha avuto una figlia fuori dal matrimonio, Tonina, concepita con Svetlana Bogdanova. La donna, che millantava di essere un'attrice, ha perseguitato Manfredi con lettere e telefonate. Ha riconosciuto la figlia, che ha reclamato la sua parte di eredità. Come spiega Luca Manfredi al Corriere della Sera, «abbiamo acceso un mutuo per escluderla dall'asse ereditario».

Nino Manfredi: morte

Il 7 luglio 2003, al termine del lavoro sul set, Nino Manfredi viene colto da un ictus. Le condizioni sono gravi e viene subito trasportato in ospedale, dove rimane fino a settembre. A dicembre è colpito da una nuova emorragia cerebrale: non si riprenderà mai più. Muore il 4 giugno 2004, a 83 anni. La tomba di Nino Manfredi si trova al cimitero del Verano di Roma.

 

Stefania Leo