Il sottile piacere del nulla: i film in cui non succede niente

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Ci sono trame che si snodano senza eventi, in un lungo susseguirsi di riflessioni e gesti privi di scopo. Perfect Days di Wim Wenders ne è la sintesi, ma non è l’unico lungometraggio ad aver messo al centro di tutto il nulla

Il filosofo Luciano De Crescenzo amava dire: "Al nulla preferisco l'inferno, se non altro per la conversazione". Eppure, numerosi registi hanno fondato le proprie opere più importanti proprio sul non far accadere niente. In lungometraggi come Perfect Days al centro di tutto c'è la routine, la noia, la ripetitività, l'assenza di svolte narrative che lo spettatore - per natura e impostazione stessa dell'arte cinematografica - è abituato ad attendere. L'effetto è sempre duplice: c'è chi si innamora dello spaesamento provocato dall'assenza di colpi di scena; altri, invece, subiscono rabbiosamente la delusione. Ecco cinque film in cui non succede niente con cui mettersi alla prova.

Perfect Days

Presentato a Cannes 2023, Perfect Days segna il ritorno di Wim Wenders al successo cinematografico. La bellezza del lungometraggio sta proprio nel suo elogio alla routine. I giorni perfetti sono quelli che Hiriyama, un lavoratore di Tokyo, vive attraverso un lavoro molto umile: la pulizia delle toilette pubbliche sparse per la città dalla ditta Tokyo Toilet. Fa il suo lavoro con amore, conscio che i suoi gesti hanno un'indiscutibile utilità per il prossimo. In questo caso la routine dà il ritmo alla storia e alla vita di quest'uomo, rivelando la bellezza della ripetitività quotidiana, spesso temuta e osteggiata a tutti i costi.

I cavalieri del Nord-Ovest

Nel 1949 John Ford firma un western in cui si spara appena qualche colpo di pistola. Il personaggio interpretato da John Wayne è un ufficiale che sta per andare in pensione. Nei suoi ultimi giorni di servizio cerca di evitare la guerra contro gli indiani Cheyenne. Mentre la sceneggiatura si snoda attorno a questo scopo, il regista approfitta della pellicola per raccontare la quotidianità dei soldati, tra sbronze e amori facili, le inevitabili risse e le immancabili bevute. Insomma, descrive la vita ai tempi del vecchio West, ma senza alcuna avventurosa svolta narrativa.
 

Il sapore della ciliegia

Vincitore del cinquantesimo Festival di Cannes, Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami è un film sul vagabondaggio di un uomo di mezz'età che intende suicidarsi e ha bisogno di qualcuno che l'indomani venga a ricoprire il proprio corpo. Il suo girovagare lo porta a incontrare persone, tra cui un tassidermista che lo porta a meditare sulla bellezza della vita. Il ritmo del film e le riprese invitano alla lentezza e alla riflessione.

Coffee and Cigarettes

Coffee and Cigarettes è una raccolta di cortometraggi firmata da Jim Jarmusch che mette al centro l'arte della conversazione sul nulla - o sul tutto, a seconda dei punti di vista. Pur senza una trama specifica, i protagonisti - tutte star dello spettacolo - interpretano se stessi, ma in una sorta di versione caricaturale. Sullo schermo si susseguono Roberto Benigni, Tom Waits, Bill Murray, Iggy Pop. Ogni quadro è caratterizzato dal fumo delle sigarette fumate e dai numerosi caffè bevuti dalle star in scena. Film di grande atmosfera e ritmo nei dialoghi, celebra la grande arte della conversazione.

My dinner with Andre

Il regista francese Louis Malle, celebre esponente della Nouvelle Vague, è la mente dietro My dinner with Andre. Il film immortala una cena tra due vecchi amici che, dopo aver ordinato i propri piatti ed esplorato il passato di Andre, danno il via a una lunga conversazione in cui si susseguono vari temi: dallo stato dell'arte al cospirazionismo e la morte. Come in Coffee and Cigarettes Wallace Shawn e Andre Gregory interpretano se stessi. Firmano anche la sceneggiatura del film. Malle si limita ad esaltare i suoni più che le immagini proprio perché è la conversazione il vero protagonista del film.

Stefania Leo

Foto di apertura kesu87 | 123rf