Frida Kahlo, la vita di una pittrice divisa tra arte, malattia e passione

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Picasso, in contatto con Diego Rivera, maestro marito e amante di Frida Kahlo, di lei scriveva: “Né Derain, né tu, né io siamo capaci di dipingere una testa come quelle di Frida Kahlo”. Un’artista dalla vita travagliata ma vissuta intensamente tramite le esperienze, le delusioni e le passioni.

Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón nasce nel 1907 presso la Casa Azul de Coyoacán, un sobborgo di città del Messico.
Nei suoi racconti amava dichiarare, però, di essere nata nel 1910, data della rivoluzione messicana. Una rivoluzione che nelle sue opere diventa colore: è il rosso la tonalità che ricorre più spesso nei suoi quadri; un inno alla gioia e alla vita, elementi caratterizzanti anche la sua ultima opera Viva la vida, una natura morta composta di angurie dominate proprio dal colore rosso acceso.
Un inno alla vita che per Frida Kahlo diventa, però, anche  sofferenza e dolore.
Affetta da spina bifida fin dalla nascita, all’età di 17 anni fu coinvolta in un terribile incidente d’autobus.

E’ durante la convalescenza e la costrizione a letto che Frida inizia a dipingere. Il primo periodo, quello della scoperta, è contraddistinto da una serie di autoritratti che la pittrice riesce a realizzare grazie ad uno specchio attaccato al soffitto. Quando, poi, torna nuovamente a camminare, porta i suoi quadri al maestro Diego Rivera che, rimane talmente colpito dal suo stile moderno e dalle sue innate abilità, da introdurla nella scena politica e culturale messicana.
Fra i due, poi, nasce un lungo e tormentato amore: un matrimonio (21 agosto 1929) contraddistinto dagli assidui tradimenti da parte di Diego Rivera, ai quali dopo anni di sopportazione, Frida Kahlo risponde allo stesso modo. Ma quando lui la tradisce con la sorella, l’artista messicana pone fine al matrimonio.
Essi si risposano poi a San Francisco nel 1940, e per Frida Kahlo inizia un percorso artistico volutamente diverso, contraddistinto dallo stile naif: di questo periodo sono i molti autoritratti che, ispirati all'arte popolare e alle tradizioni precolombiane, affermavano così l’ identità messicana della pittrice.

André Bréton, personaggio di spicco dell’arte surrealista francese, la considerava una “surrealista naturale”; commento che non rispecchiava realmente l’artista, la quale non voleva nemmeno far parte di quel movimento artistico, lo descriveva come: “La magica sorpresa di trovare un leone nell’armadio, dove eri “sicuro” di trovare le camicie.” E confessò: “Pensavano che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà”.

Frida Kahlo muore il 13 luglio 1954.
Le ultime parole che scrisse sul suo diario furono: “Attendo con gioia la mia dipartita. E spero di non tornare mai più”. L’unica cosa che, sicuramente, l’ha fatta sopravvivere a simili vicissitudini è stata l’arte; lei stessa diceva: "Non sono malata, sono spezzata. Ma finché riesco a dipingere sono felice di essere viva".