I 10 intellettuali più perseguitati della storia

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Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l'omofobia che mira a celebrare la diversità sessuale e di genere, ma anche in senso lato e a fare una campagna contro la violenza e le discriminazioni. In questa occasione, ricordiamo gli intellettuali che nel corso della storia sono stati perseguitati per il loro orientamento sessuale.

Sono moltissimi gli intellettuali di ogni nazionalità e tempo perseguitati per la propria omosessualità e identità di genere. Alcuni hanno avuto giudici ben più severi di quelli in toga e della folla, cioè se stessi, avvilendosi e a volte scegliendo come via salvifica il suicidio. Ecco i pensatori, filosofi, artisti e scrittori la cui omosessualità è divenuta condanna e principio di lotta.

Oscar Wilde

Oscar Wilde è forse l'intellettuale più famoso di questa lista. Autore di grandi capolavori come Il Ritratto di Dorian Gray, cultore del bello e personalità sempre attenta a difendere la propria sfera privata, Wilde era omosessuale, pur avendo contratto matrimonio e aver messo al mondo dei figli. La sua persecuzione si è conclusa con processo e carcere, causati dalla relazione con il giovane Alfred Douglas, figlio del marchese di Queensberry. Accusato di sodomia, scontò due anni di carcere, un'esperienza che lo annientò come persona. Lasciata l'Inghilterra, morì a Parigi nel 1900.

Federico Garcia Lorca

Per comprendere la vita e la persecuzione di Federico Garcia Lorca bisogna raccontare il contesto in cui ha vissuto. Morto il 19 agosto del 1936, è stata una delle vittime del franchismo spagnolo. Prelevato in casa di amici e condotto a Viznar, una cittadina vicino Granada, fu arrestato e ucciso senza alcun processo. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune, senza nome. In un documento degli archivi della polizia franchista recentemente portato alla luce si legge: «Fu ucciso perché era “socialista, massone appartenente alla loggia Alhambra” e “praticava l’omosessualità e altre aberrazioni». Garcia Lorca fu un poeta e un fine intellettuale. Ebbe una relazione con Salvador Dalì, che ha lasciato indietro un fitto carteggio. Lo scrittore rifiutava la violenza del suo tempo, l'ideologia nazionalista. Tra le sue opere più famose, Poeta a New York (Einaudi).

Reinaldo Arenas

Reinaldo Arenas è stato un poeta e scrittore cubano. È morto suicida a 47 anni, malato di Aids, togliendosi la vita a New York nel 1990. Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Cuba. Dopo aver creduto nella rivoluzione comunista di Fidel Castro, si è poi distanziato da quelle posizioni. Intellettuale inviso al regime, era anche un omosessuale dichiarato. Tra le critiche al governo di Castro c'era quella sulla natura violenta e autoritaria del regime. Per le sue idee e per il suo orientamento sessuale è stato censurato, perseguitato e incarcerato. Tra i suoi libri più famosi, Prima che sia notte (Edizioni E/O).

Aldo Braibanti

Filosofo, poeta e partigiano, Aldo Braibanti è stato un dirigente di primo piano del Pci. Dopo aver abbandonato la politica attiva, si dedicò a diverse riviste e collaborazioni culturali. Ma oltre alla sua originale produzione letteraria e teatrale, Braibanti è diventato famoso per essere stato trascinato in uno dei processi più seguiti e dibattuti nell’Italia di fine anni sessanta. Era andato a convivere con Giovanni Sanfratello, 24 anni, abbandonando totalmente la famiglia e l’ambiente tradizionalista e cattolico in cui era cresciuto. Questa relazione scatenò ondate di bigotto risentimento: il padre di Sanfratello denunciò Braibanti per plagio, un reato risalente al codice Rocco: è stato il primo e unico caso del genere in Italia. Nel ’67 Braibanti viene arrestato, e il 14 luglio 1968 arriva la sentenza: nove anni di carcere per un’improbabile imposizione delle proprie idee e personalità sul giovane amico, ridotti a sette per i meriti partigiani, e a due un anno dopo, in Corte d’Appello. Sanfratello fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto ad elettroshock. Il reato di plagio,inteso come la riduzione in proprio potere «e in totale stato di soggezione» di un’altra persona, fu poi cancellato nel 1981 dalla Corte Costituzionale senza però che Braibanti ottenesse alcun risarcimento.

Brunetto Latini

Ai tempi di Dante Alighieri, l'omosessualità era praticata ma ben celata per evitare pene brutali e carcere. Non perseguitato dalla gente del suo tempo, Latini viene relegato dal Sommo Poeta nel girone dei dannati per sodomia, violenti contro Dio nella natura. Come spiega Paolo Pedote in Storia dell'omofobia (Odoya), Latini nacque nel 1220 a Firenze, qui fu cancelliere e notaio, ma violento contro Dio nella natura. Nel Tesoretto, una delle sue opere, lui stesso usa parole forti contro l'omosessualità.

Pier Paolo Pasolini

Ammirato e stimato dalla critica letteraria, Pier Paolo Pasolini resta però l'intellettuale punito dalla morale del suo tempo e da un omicidio mai veramente chiarito, considerato da molti «una giusta condanna per la perversione di cui si era macchiato - scrive Paolo Pedote - Basta ricordare che Pasolini in vita subì una vera e propria persecuzione giudiziaria: più di quarantadue tra denunce e querele (di cui ventotto solo per il film Il Decameron), dieci processi (di cui solo uno come parte lesa, per l'uccisione del fratello nella strage di Porzus) - con capi di imputazione generalmente di carattere ideologico: vilipendio alla religione, oscenità, istigazione a delinquere, pornografia - e varie cause civili. Oltre alle numerose aggressioni fisiche subite, che non denunciò mai». Come ricorda Pedote, «dopo la sua morte il "culturame", come lo stesso Pasolini amava definire il codino agitato degli intellettuali di regime italiani, si sveglio improvvisamente e, non potendo più sputare addosso a un morto ammazzato, iniziò a elogiarlo». In gioventù era stato denunciato per corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico, accuse che spinsero il Pci di Udine ad espellerlo dal partito, evento che lo spinse a rifugiarsi a Roma. Gli attacchi iniziarono già dopo l'uscita di Ragazzi di Vita.

Alan Turing

Matematico, logico, filosofo e crittografo inglese, Alan Turing è considerato uno dei padri dell'informatica nonché uno dei più grandi matematici del XX secolo. Omosessuale, fu arrestato il 31 marzo 1952. In tribunale, in sua difesa, disse che «non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Condannato, fu costretto a scegliere tra una pena a due anni di carcere o la castrazione chimica mediante assunzione di estrogeni. Scelse la seconda pena per non finire in prigione. La sua libido calò e gli si sviluppò il seno. Cadde nella depressione a causa del trattamento e dell'umiliazione subita. Si suicidò il 7 giugno 1954.

Michel Foucault

Filosofo, sociologo, storico della filosofia, storico della scienza, accademico e saggista francese, Michel Foucault visse la sua sessualità in maniera molto complessa. Il suo orientamento e la sua fragile psiche lo spinsero più volte verso tossicodipendenze e tentativi di suicidio. Condusse importanti studi sulla sessualità, considerandola una caratteristica intrinseca al sé, a tal punto da sentire il bisogno di dichiarare una "identità sessuale" e addirittura le proprie scelte sessuali. Le sue idee sono state per diverso tempo punto di partenza per qualsiasi riflessione sulla sessualità Lgbt.

Hans Blüher

Giornalista e scrittore tedesco, fu un esponente di spicco dell'ala di estrema destra del primo movimento omosessuale tedesco precedente al nazismo. Diventato famoso durante la Prima guerra mondiale con opere come Die Rolle der Erotik in der männlichen Gesellschaft (Il ruolo dell'erotismo nella società maschile), pubblicato in due volumi nel 1917 e 1919, fu vicino al nazismo per le sue idee razziste e antifemministe. Ma le sue teorie sull'alleanza virile non piacevano alle gerarchie naziste. Smise di pubblicare, cosa che lo salvò dalla persecuzione del regime.

Christa Winsloe

Romanziera drammaturga e scultrice ungherese, Christa Winsloe è stata una delle sostenitrici della cultura lesbica durante la repubblica di Weimar. Fuggì dal nazismo alla fine degli anni Trenta, rifugiandosi in Francia. Nel 1939, a Nizza, conobbe la scrittrice svizzera Simone Gentet, di dieci anni più giovane, che divenne la sua compagna. Nel 1944 la coppia abbandonò la Costa Azzurra per andare in Ungheria, dove viveva ancora la sorella di Winsloe. Il 10 giugno di quell'anno furono sorprese da quattro uomini francesi in una foresta nei pressi di Cluny che le uccisero a colpi di arma da fuoco. Il suo romanzo La ragazza Manuela fu la base di un'opera teatrale e di un film, Ragazze in uniforme (1931).

 

Stefania Leo