Luigi Pirandello, vita e opere di uno scrittore rivoluzionario

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Dagli studi in filologia romanza all’esordio letterario, fino al successo come drammaturgo e al riconoscimento del Nobel, le cose da sapere sull'autore siciliano.

Per produzione, tematiche affrontate e innovazione del racconto teatrale, Luigi Pirandello è considerato tra i più importanti drammaturghi del XX secolo. La vita e le opere del rivoluzionario autore siciliano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934.

Chi era Luigi Pirandello

Scrittore e poeta, Pirandello è stato uno dei più grandi – se non il più grande – dei drammaturghi in lingua italiana. Ripercorriamo la sua vita.

Le origini

Luigi Pirandello nasce a Girgenti (l’odierna Agrigento) il 28 giugno 1867, in una famiglia di tradizione garibaldina e antiborbonica,  che vive in una situazione economica agiata, grazie al commercio e all'estrazione dello zolfo. 

La formazione

Avviato dal padre alla scuola tecnica, passa in seguito agli studi classici, che frequenta prima a Girgenti e poi a Palermo, dove inizia l’università iscrivendosi a Lettere. Nel 1887 si trasferisce a Roma, dove si dedica agli studi di filologia romanza, che terminerà poi a Bonn, importante centro culturale dell’epoca. Si laurea nel 1891 con una tesi sulla parlata agrigentina: “Foni ed evoluzione fonetica del dialetto di Girgenti”.

Carriera di Luigi Pirandello

La carriera di Pirandello, dagli esordi al successo, fino al Premio Nobel.

Gli esordi

Appassionato di letteratura, Pirandello esordisce come poeta con le raccolte Mal giocondo (1889) e Pasqua di Gea (1891): quest’ultima è dedicata Jenny Schulz-Lander, ragazza di cui si è innamorato durante il periodo trascorso a Bonn. Nel 1892, deciso a dedicarsi alla sua vocazione letteraria, si stabilisce a Roma, dove vive con un assegno mensile del padre. Qui conosce Luigi Capuana, tra i maggiori esponenti del Verismo, che lo indirizza verso la narrativa. Nascono così le prime novelle e il primo romanzo di Pirandello, uscito nel 1901: L'esclusa. Intanto continua a lavorare come insegnante diventa insegnante di letteratura italiana presso una scuola superiore femminile, impiego che manterrà fino al 1922. 

Il successo

Il primo successo letterario arriva con la narrativa, grazie al romanzo Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904. Il libro, non particolarmente amato dalla critica, viene apprezzato dal pubblico e tradotto in diverse lingue. Dopo la prima guerra mondiale, lo scrittore si immerge in un lavoro frenetico, dedicandosi soprattutto al teatro, creando capolavori che gli regalano enorme notorietà. Nel 1925, insieme agli attori Marta Abba e Ruggero Ruggeri, fonda la Compagnia del Teatro d'Arte di Roma: le sue commedie approdano in breve anche a Broadway.

Le opere di Luigi Pirandello

Nel corso della carriera, Pirandello scrisse molte novelle, riunite in varie raccolte al pari delle poesie, sette romanzi e circa quaranta drammi teatrali. 

Ecco le sue opere più importanti:

Così è (se vi pare)

Opera teatrale tratta dalla novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, viene rappresentata per la prima volta nel 1917: è incentrata sull’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione che, non sempre coincide con quella degli altri. 

Sei personaggi in cerca d'autore

Il dramma più conosciuto di Pirandello, presentato per la prima volta nel 1921, racconta il dietro le quinte della messa in scena di un'opera affrontando diverse tematiche. L’opera avvia la cosiddetta “Trilogia del teatro nel teatro”.

Ciascuno a suo modo

Secondo capitolo della trilogia, rappresentato per la prima volta nel 1924. La rappresentazione della commedia si svolge in due spazi scenici differenti: il palcoscenico da un lato e i luoghi generalmente utilizzati dal pubblico dall'altro.

Questa sera si recita a soggetto

Opera teatrale che chiude la trilogia, presentata per la prima volta in tedesco a Könisberg nel 1930. Il dramma, adattamento della novella Leonora, addio!, scritta da Pirandello, indaga sull'autoritarismo del regista di teatro.

Enrico IV

Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV (debutto nel 1922) è uno studio sul significato della pazzia e sul tema del rapporto tra personaggio e uomo, finzione e verità.

L’uomo dal fiore in bocca

Una delle opere pirandelliane più inscenate, con al centro le vicende di uomo che, sapendo di dover morire (in quanto affetto da epitelioma), medita sull’esistenza.

Il fu Mattia Pascal

Con questo libro, Pirandello coglie in pieno il dramma dell'uomo novecentesco. Il romanzo racconta la storia di Mattia Pascal, bibliotecario che assume una nuova identità dopo aver letto su un giornale della sua morte.

I vecchi e i giovani

Romanzo sociale uscito nel 1913, ambientato nella Sicilia dei sanguinosi moti dei Fasci siciliani di venti anni prima. 

Uno, nessuno e centomila

Uscito dopo una lunga gestazione nel 1925, il romanzo ha al centro la figura di Vitangelo Moscarda, uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, che si trova a riflettere su come siamo e su come sembriamo agli altri.

Novelle per un anno

Pirandello si dedica per tutta la vita alla raccolta Novelle per un anno, con l’intento di scrivere 365 racconti, uno appunto per ogni giorno dell’anno. La raccolta comprende 246 novelle, scritte tra il 1894 e il 1936.

Il pensiero di Luigi Pirandello

Il pensiero di Pirandello, come traspare dalle sue opere, è molto complesso. L’autore siciliano fin da giovane si avvicina alle teorie dello psicologo Alfred Binet sulla pluralità dell'io (e sulla sua crisi), tema centrale ad esempio di Uno, nessuno e centomila. Nelle opere pirandelliane si trovano il sentimento di alienazione dell'uomo moderno e quello della casualità. Ma anche il pessimismo, così come il contrasto tra illusione e realtà, caotica e rappresentata senza la maschera delle convenienze sociali. E c’è poi la “lanterninosofia”: per Pirandello non esiste una realtà oggettiva, in quanto ogni uomo una sua visione personale, come se avesse una piccola lanterna accesa sulla testa che proietta un fascio di luce.

Umorismo

Centrale nelle opere di Pirandello è la poetica dell’umorismo, da non confondere con il comico. L’autore siciliano la esplicita in un saggio del 1908: è dalla visione relativistica della realtà che nasce l’umorismo, cioè l'attitudine a cogliere la frattura tra realtà e apparenza, a penetrare oltre la forma per mostrare l'Io diviso, a cogliere il “sentimento del contrario”, un compatimento per le debolezze altrui che sono anche le proprie.

Vita privata

Le cose da sapere sulla vita privata del romanziere, poeta e drammaturgo siciliano.

Il matrimonio

Pirandello sposa nel 1894 Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre e cugina di secondo grado. Si tratta di un matrimonio concordato, in grado di soddisfare gli interessi economici della famiglia dello scrittore. Ma l’unione funziona e la coppia ha tre figli: Stefano (1895) Rosalia Caterina, detta Lietta (1897) e Fausto Calogero (1899).

La malattia della moglie

Nel 1903 un allagamento e una frana in una miniera di zolfo causano alla famiglia Pirandello un grave dissesto economico. Alla notizia del disastro finanziario Antonietta, già sofferente di nervi, cade in una gravissima crisi paranoide. Le condizioni psichiche della donna si aggravano durante la guerra, rendendo inevitabile nel 1919 il ricovero in una clinica per malattie mentali di Roma, dove la donna poi morirà nel 1959, a 88 anni.

La morte

Pirandello muore invece il 10 dicembre 1936. Ha 69 anni e due attacchi di cuore alle spalle, in più c’è lo stress dovuto alla malattia della moglie, che lo ha provato profondamente. Gli è fatale una polmonite, che si aggrava e lo porta via nel giro di due settimane. Pirandello scompare due anni dopo aver ricevuto il Nobel  “per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e teatrale”. Cremato, le sue ceneri vengono deposte in un’anfora e tumulate nel cimitero del Verano. Anni dopo saranno traslate nel giardino della villa di famiglia, ad Agrigento.

Le frasi più belle di Luigi Pirandello

  • Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco "Kaos."
  • La facoltà d'illuderci che la realtà d'oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall'altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d'oggi é destinata a scoprire l'illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.” - Uno, nessuno e centomila
  • Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.” - Novelle per un anno 
  • La vita è tutta una bestialità, e allora dica un po’ lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto.” - Il fu Mattia Pascal
  • Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni!” - Enrico IV