La storia della Croce Rossa italiana

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La storia della Croce Rossa affonda le proprie radici nella storia d’Italia e d’Europa. Nel corso dei molti eventi turbinosi, lo spirito di sacrificio e il senso profondo della solidarietà umana, si intrecciano.

La Croce Rossa Italiana è nata a Milano il 15 giugno 1864 con il nome di Comitato dell'Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra. A fondarla (e a ricoprire per primo il ruolo di presidente) fu il medico Cesare Castiglioni, in accordo con le associazioni sorte in Europa grazie all'opera di Henry Dunant, filantropo svizzero che un anno prima, a Ginevra, aveva dato vita alla Croce Rossa

La Croce Rossa Internazionale

L’idea di creare una squadra di infermieri volontari preparati, la cui opera potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare, era venuta ad Henry Dunant proprio in Italia, dopo aver assistito alla carneficina della battaglia di Solferino e San Martino, combattuta il 24 giugno 1859, durante la quale molti soldati morirono anche a causa della disorganizzazione dei soccorsi. Quella italiana fu la quinta società nazionale di Croce Rossa a formarsi: Castiglioni partecipò alla conferenza dalla quale nacque la Convenzione di Ginevra del 1864, durante cui fu stabilito il principio di uguaglianza di alleati e nemici davanti alla necessità di assistenza.

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Foto William Perugini © 123RF.com

Durante il Risorgimento

Il 1º giugno 1866 il Ministero della Guerra disciplinò l'organizzazione, ponendo regole militari ai componenti delle “Squadriglie di Soccorso”, che operarono per la prima volta in quello stesso anno, in occasione della Terza guerra d'Indipendenza, trovando l’appoggio di Francia e Svizzera: mai prima di allora nazioni non belligeranti si erano adoperate per soccorrere soldati feriti di Paesi limitrofi in guerra. Durante il Risorgimento le unità sanitarie militari CRI scesero in campo nella battaglia di Mentana (1867) e a Porta Pia (1870), episodio che sancì l'annessione di Roma al Regno d’Italia. Nel 1895 la Croce Rossa Italiana prese poi parte alla guerra d’Eritrea, partecipando a tutte le relative campagne, compresa la battaglia di Adua.

Nelle due Guerre Mondiali

Durante la Prima Guerra Mondiale l’impiego del Corpo militare della Croce Rossa Italiana fu imponente, soprattutto in prima linea : in oltre 200 unità campali furono mobilitati circa 12 mila uomini. 8 mila quelli impiegati durante la Seconda Guerra Mondiale, a cui si aggiunsero altrettante Infermiere Volontarie, dislocati negli ospedali da campo sui vari fronti del conflitto e sulle navi da rimpatrio dei connazionali dall'Africa Orientale.

Il secondo dopoguerra

Nel dopoguerra la Croce Rossa Italiana ha fornito il proprio apporto in numerose situazioni di conflitto all’estero, come in Corea negli Anni 50 (a firmare l'armistizio di Panmunjom in rappresentanza del Governo Italiano fu il generale medico Fabio Pennacchi) e in Congo nel decennio successivo, a seguito della rivolta del Katanga.

Calamità pubbliche

La Croce Rossa Italiana fornisce assistenza non solo durante i conflitti, ma anche nelle emergenze quotidiane e in occasione di pubbliche calamità : in tal senso il primo intervento risale al terremoto di Casamicciola del 1883, che colpì la località dell'isola d'Ischia. E da allora la CRI è sempre stata in prima linea, dal terremoto di Messina del 1908 all’alluvione dell’Arno nel 1966, fino al terremoto del Friuli del 1976 e agli eventi sismici del 1997/98 in Umbria e Marche. 

I sette principi

La CRI opera seguendo sette principi fondamentali, che ne costituiscono lo spirito e l'etica, sanciti nel 1965 durante la 20esima Conferenza Internazionale :

  • Umanità
  • Imparzialità
  • Neutralità
  • Indipendenza
  • Unità
  • Universalità
  • Volontariato.

Nel 2020, la Croce Rossa Italiana può contare sull’apporto di oltre 160 mila volontari, suddivisi in più di 1.400 sedi sul territorio nazionale. 

Oggi il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa costituisce la più grande organizzazione umanitaria del mondo

Matteo Innocenti