Il triangolo delle Bermude, un mistero fra verità e leggenda

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Nell'immaginario collettivo questa parte del mondo è legata a sparizioni, naufragi, disastri e morte che, a loro volta, hanno dato vita a leggende e teorie quanto mai fantasiose. La verità, in realtà, p più semplice di quel che potremmo immaginare

Il triangolo delle Bermude è da sempre un luogo che fa tremare di paura, ma allo stesso tempo esercita un incredibile fascino. L’alto numero di navi e aerei scomparsi nella zona hanno alimentato leggende fantascientifiche, che riferiscono persino di calamari giganti intenti a inghiottire vascelli e persone sin dai tempi di Cristoforo Colombo. La verità, scientificamente documentata, sembra molto più semplice, ma c’è ancora chi – inseguendo l’esito del primo caso documentato, quello del volo 19 e dei suoi uomini scomparsi nel nulla – parla ancora di “maledizione”.

Il triangolo delle Bermude, tra fosse oceaniche e tempeste violentissime

Il triangolo delle Bermude (o Bermuda) viene circoscritto in un'area compresa tra l’isola principale di Bermuda, corrispondente al vertice settentrionale, il punto più orientale dell’isola di Puerto Rico (vertice meridionale), e il punto più a sud della Florida (vertice occidentale). Quest’area occupa un’ampiezza di oltre un milione di chilometri quadrati.

L'alto numero di inspiegabili incidenti registrati in questa zona ha dato vita anche un soprannome: il Cimitero dell'Atlantico. Infatti, si crede che data la presenza di alcune delle fosse sottomarine più profonde al mondo, molti relitti potrebbero giacere sul fondo, a chilometri di distanza dal pelo dell'acqua: le misurazioni raccontano di una distanza tra superficie e fondale marino pari a 5.800 metri. Inoltre, nella sua punta meridionale, quella conosciuta come la Fossa di Porto Rico, si raggiungono addirittura gli 8.300 metri sotto il livello del mare. 

Ma il problema principale di quell'area geografica sembrano essere le condizioni metereologiche. Gli uragani sono frequenti e la Corrente del Golfo che scorre lungo il bordo occidentale del triangolo potrebbe influenzarne la potenza, provocando onde altissime. Inoltre, le tempeste tra l'Atlantico e il Mar dei Caraibi possono dar vita a trombe d'acqua letali per marinai e piloti.

La leggenda del triangolo delle Bermude

Il primo a registrare strani fenomeni in quest'area marina fu Cristoforo Colombo. Nel suo diario di bordo annotò di strani rilevamenti della bussola. Infatti, qui il nord magnetico e il nord geografico sono allineati. Ciò potrebbe influenzare i rilevamenti della bussola. Negli anni più di un pilota e marinaio ha riferito di aver dovuto abbandonare le misurazioni di questo strumento, apparentemente "impazzito".

Col tempo le leggende sul triangolo delle Bermude si sono moltiplicate. C'è chi ha iniziato a raccontare di mostri marini, extraterrestri, calamari giganti, addirittura di una terza dimensione creata da esseri ignoti. Narrazioni fantascientifiche che si infrangono su spiegazioni meno appassionanti e più prosaiche. Ovvero: gli incidenti nella zona sono numerosi a causa delle avverse condizioni meteo, che influenzano il comportamento delle acque. L'elevato numero di scomparse e incidenti potrebbe essere paragonato a quelli di una normale autostrada particolarmente insidiosa. 
Ma c'è ancora chi trova elementi per alimentare il mistero.

Il mistero della scomparsa del volo 19

Tutto è iniziato il 5 dicembre 1945. Quel giorno dalla base aeronavale di Fort Lauderdale, Florida, alle 14.10 partirono cinque aerosiluranti TBM Avenger con a bordo 14 piloti. Doveva essere una normale esercitazione. A guidarla c'era il sottotenente istruttore Charles Taylor. Gli aviatori avrebbero dovuto condurre una rotta triangolare. Durante il volo, avrebbero dovuto esercitarsi nel bombardare Hen e Chicken Shoals.

Dopo il bombardamento Taylor perse la rotta. Bisogna tenere presente che i metodi di misurazione della posizione del tempo erano affidati alla bussola, al tempo e alla velocità di crociera. Le bussole presenti sul velivolo erano fuori uso e Taylor non aveva con sé l'orologio. In assenza di punti di riferimento, gli aerei volarono in diverse direzioni, facendo poi i conti con il buio e il meteo avverso. 

È il livello del carburante a dettare le decisioni di Taylor. Raggiunti i 10 galloni, pari a 38 litri, i cinque aerei avrebbero dovuto ammarare. Ma il peso eccessivo dei velivoli li avrebbe mandati subito a fondo. Non a caso, erano soprannominati iron bird, uccello di ferro: infatti, da vuoti, arrivavano a pesare oltre i 4.500 chili. Sta di fatto che, nonostante le ricerche, tutti i piloti e i loro velivoli scomparvero nel nulla. Insieme a loro si persero anche le tracce degli aerei di soccorso e dei 13 uomini dell'equipaggio. 

La Marina attribuì inizialmente l'incidente a un errore di Taylor, ma dopo le proteste della famiglia, la motivazione nel rapporto fu modificata. Ancora oggi è possibile leggere sul verdetto "cause o motivi sconosciuti".

Nell'articolo Sea Mistery at Our Back Door scritto da George X. Sandman per la rivista Fate un paio di anni più tardi rispetto alla tragedia del Volo 19, si inaugura la leggenda ancora oggi fervente del triangolo delle Bermude così come lo conosciamo oggi.

Bermuda: i misteri degli abissi

Sono numerosissimi i film dedicati al triangolo delle Bermude. Tra questi ci sono Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), L’occhio del triangolo (1977), Mistero alle Bermuda (2001). C’è un riferimento alla leggenda anche in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – il mare dei mostri (2013). Anche libri e serie tv che menzionano l’area sono numerosi. Ad esempio, il triangolo delle Bermude è citato persino in X-Files.

L'ultima serie dedicata a questo luogo ancora intriso di mistero risale al 2023 e si intitola Bermuda: i misteri degli abissi. A trasmetterà dal 4 luglio 2023 è History Channel. I protagonisti sono un team di esperti che, usando una mappa con la posizione orientativa di relitti, tentano di trovare soluzioni razionali e scientificamente provate a teorie fantasiose e leggende. Il team è composto da Mike Barnette (esploratore subacqueo e biologo marino), gli investigatori Wayne Abbot e David O'Keefe, Jason Harris, tenente colonnello dell'aeronautica americana, e Jimmy Gadomski, sommozzatore di relitti. Barnette lavora alla sua mappa di relitti da 25 anni.

Stefania Leo

Foto di apertura 123rf