Compiti@casa, ragazzi universitari diventano tutor per non lasciare indietro nessuno

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Per sostenere i ragazzi più fragili delle scuole secondarie di primo grado di Milano, Torino e Novara, la Fondazione De Agostini e l'Università di Torino lanciano Compiti@casa, un programma di sostegno allo studio a distanza.

Il Covid non attacca solo il sistema immunitario e il corpo umano. Ha impregnato ogni nostra abitudine, struttura sociale e aspetto della nostra vita. La più grande "vittima" (almeno in Italia) sembra essere la scuola. Mesi di DAD (didattica a distanza) e DID (didattica digitale integrata) hanno menomato i curricula scolastici di milioni di studenti. Per il secondo anno consecutivo si parla di esami di maturità zoppicanti. Aumentano le difficoltà di apprendimento per gli studenti di ogni grado ed età. Per questo la Fondazione De Agostini e l'Università di Torino hanno creato "compitiçcasa", un progetto che mira a curare la fragilità educativa. 

Come funziona Compiti@casa

Compiti@casa è una iniziativa di sostegno rivolta ai ragazzi più fragili delle scuole secondarie di primo grado di Milano, Torino e Novara che vuole offrire una risposta ai bisogni educativi attraverso il supporto allo studio a distanza, coinvolgendo gli studenti universitari in qualità di tutor in rapporto uno a due (un tutor per due studenti). 

La professoressa Marina Marchisio, Ordinario di Matematiche Complementari, svolge da anni ricerche nel campo della Digital Education e coordina numerosi progetti di ricerca e didattica sul tema, anche presso il MIUR. La professoressa Marchisio, insieme al professor Andrea Balbo del Dipartimento di Studi Umanistici, alla professoressa Barbara Bruschi del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione e a due borsiste dell’Università, si occupa della selezione, della formazione e del coordinamento dei tutor, nonché della formazione dei docenti delle scuole che partecipano all’iniziativa.

Gli studenti coinvolti sono 100 (dagli 11 ai 13 anni), frequentanti la prima e la seconda classe di scuole secondarie di primo grado di tre istituti “pilota” a forte caratterizzazione multietnica e collocati nei quartieri periferici delle tre città: I.C. Renzo Pezzani di Milano (zona Corvetto); I.C. Leonardo da Vinci-Frank di Torino (Zona Falchera); I.C. Rita Levi Montalcini di Novara (quartiere di Sant’Andrea). Gli istituti scolastici svolgono un ruolo chiave nel progetto, segnalando i ragazzi in difficoltà attraverso i docenti, a loro volta coinvolti in un percorso di formazione per 120 ore. Le famiglie sottoscrivono un patto formativo con la scuola di appartenenza.

Il progetto si svolgerà interamente online e offre sostegno nell'apprendimento di italiano, matematica e discipline scientifiche. Si prevedono quattro ore di studio settimanali (due per l’area umanistica, due per quella scientifico-matematica) a partire dal secondo quadrimestre, per un totale di 15 settimane e 6.000 ore di assistenza. Il tutto per mezzo di una (due per l’area umanistica, due per quella scientifico-matematica) a partire dal secondo quadrimestre.

Gli obiettivi di Compiti@casa

Gli obiettivi del progetto sono tre. In primo luogo, aiutare nella prevenzione delle situazioni di fragilità a rischio dispersione scolastica. Poi contribuire a colmare il digital divide che la situazione di emergenza sanitaria ha amplificato. Infine, promuovere il successo formativo di alunni in difficoltà che, a causa di problematiche personali, culturali o sociali, partono già da una condizione di svantaggio. 

«La forza di questo progetto sta nella virtuosa collaborazione tra studenti, tutor, scuola e famiglia, con il supporto didattico e tecnico offerto dall’Università degli Studi di Torino. L’incontro con la professoressa Marchisio ci ha permesso di realizzare questa iniziativa coinvolgendo gli studenti universitari in qualità di tutor degli alunni. Nuove e giovani figure di riferimento, che in un’ottica di peer education non solo potranno portare novità in termini di metodologie e contenuti, ma saranno anche capaci di accoglienza, ascolto e buone relazioni, anche a distanza», ha commentato Chiara Boroli, Presidente di Fondazione De Agostini.

Cos'è la povertà educativa

La povertà educativa è uno dei principali fattori che produce diseguaglianze. A soffrirne maggiormente sono i bambini e gli adolescenti che vivono in contesti sociali difficili. Secondo i dati Istat del 2019 il 12 per cento dei minori italiani si trova a rischio di povertà assoluta. Spesso il disagio economico si traduce in divario educativo: questi ragazzi hanno meno opportunità di realizzarsi e di avere successo scolastico rispetto ai loro coetanei con situazioni economiche migliori. Inoltre, a seguito della pandemia Covid 19  più di 8,5 milioni di studenti sono stati costretti a interrompere la frequenza scolastica, aggravando ulteriormente le disuguaglianze di base. Compiti@casa è una delle pietre oggi a disposizione della scuola per tentare di arginare un terremoto che rischia di asfaltare le aspirazioni di un'intera generazione di futuri adulti.

Foto apertura: maximkabb - 123.rf