I luoghi da visitare nel 2013: la classifica del New York Times
Ogni anno il New York Times consiglia le mete più interessanti da visitare per qualche loro unica caratteristica. Quali sono quelle del 2013? E perché visitarle?
Secondo il quotidiano statunitense, quest’anno, i luoghi da vedere prima del resto del mondo sono quarantasei; certo è che non tutti possono permettersi di viaggiare così frequentemente, ma annotarsi qualche città non è un male...
Il New York Times mette Rio de Janeiro in cima alla classifica.
Si parla sempre di più di questa città famosissima per il suo variopinto Carnevale, in cui si terranno i Mondiali del 2014 le Olimpiadi del 2016. Avvenimenti molto importanti i cui preparativi iniziano già a farsi intravedere.
Infatti, per quest’anno, Rio de Janeiro ha in serbo numerosi eventi come l’inaugurazione del nuovo museo, a marzo, che ospiterà la Daros Latinamerica Collection, una delle più celebri collezioni brasiliane.
Ma non solo; sempre a marzo avverrà l’inaugurazione di un altro museo: il Rio Museum of Art in Praça Mauá. A dicembre, invece, il centro commerciale VillageMall aprirà le sue porte e tutti potranno correre nei due grandi negozi tanto attesi: il primo Outlet Gucci e il primo Apple Store di tutto il Sud America.
Se tutto questo non è abbastanza per far stare Rio de Janeiro al primo posto delle destinazioni del 2013, allora è necessario sapere che a fine agosto e a settembre saranno di punta altri due eventi imperdibili: la Biennale del Libro di Rio e il Rock in Rio.
Al secondo posto la città eletta Capitale della Cultura 2013: Marsiglia. Il quotidiano americano sostiene la città francese meriti di avere un posto così alto in classifica per il suo spirito cosmopolita in continua evoluzione e per il suo patrimonio artistico.
Il centro storico e l’antico porto di Marsiglia sono solo due degli elementi a cui si fa riferimento quando si parla di questa città.
Tra gli edifici da vedere ci sono Le Silo, un ex granaio trasformato in un teatro e il The Panorama, un centro d’arte contemporanea ricavato da una vecchia fabbrica di tabacco.
Inoltre, nella zona del porto Le Hangar J1, un hangar riedificato e adibito ad eventi artistico-musicali, sta diventando un luogo d’interesse sempre più frequentato.
Per chi ama i paesaggi incontaminati e la natura tropicale, al terzo posto, la meta proposta è la Nicaragua. Un luogo che, dopo tantissimo tempo, riesce a tirare un sospiro di sollievo a livello economico, che vede il turismo come uno dei primi settori in crescita.
Anche se non sono famosi come molti altri nel mondo, i resorts non mancano nemmeno in Nicaragua. La costa di San Juan del Sur e Maderas ne ospitano alcuni tra i più straordinari: il Mukul Resort, il Picaro Island Eco-Lodge e Morgan’s Rock Hacienda and Eco-Lodge. Per chi ama conciliare comodità ed ecosostenibilità.
Al quarto posto il Ghana prende letteralmente il volo grazie alla sua nomina di “paese con la maggiore crescita economica di tutta l’Africa”. La sua capitale, Accra, è la città più visitata del Golfo di Guinea ed è anche considerata una delle mete più sicure in Africa.
Insomma, questa meta si sta “evolvendo” sotto ogni aspetto: sempre più turisti sono attratti dalle spiagge, i villaggi e le tradizioni di questo Paese. Da non perdere sono i mercatini cittadini come il Makola Market e il Kaneshie Market.
E se, per fortuna, sempre più persone stanno adottando un modo di vivere ecologico, non poteva mancare tra le mete più ambite il Bhutan (al quinto posto) uno stato dell’Himalaia che è diventato uno dei posti preferiti chi vuole vivere green. Il suo segreto sta nel perfetto equilibrio tra conservazione e innovazione.
A seguire questo succedersi di mete da sogno c’è Amsterdam, Houston e molte altre città famose e non famose; luoghi esplorati o paradisi per un po’ dimenticati che almeno una volta bisognerebbe visitare.
Sta a noi decidere le “priorità” del nostro tour… Ma qualche consiglio dal New York Times può sempre aiutare nella scelta migliore.
Per leggere la classifica intera si rimanda all'articolo del New York Times.
photo credit: Felipe Neves via photopin cc