Il Pozzo della Cava di Orvieto: un complesso archeologico sotto le case del quartiere medievale
Orvieto, come diceva Fazio degli Uberti nel Dittamondo, è una città «alta e strana».
La sua rupe custodisce scenari magici, dove uomo e natura trovano ogni giorno la loro mutevole armonia attraverso una simbiosi che va avanti da secoli.
Ne è un esempio il complesso archeologico del Pozzo della Cava, riportato alla luce nei sotterranei del quartiere medievale della città umbra grazie all’impegno e alla tenacia della famiglia proprietaria; qui è possibile osservare l’uso e il riuso degli stessi spazi nel corso dei secoli, attraverso i segni di trasformazioni e ristrutturazioni degli stessi ambienti durante i differenti periodi storici.
Il maestoso pozzo, profondo 36 metri, che dà il nome all’intera struttura, è di origine etrusca ed è stato ampliato tra il 1528 e il 1530 per volere di Papa Clemente VII che, pochi anni dopo, avrebbe ordinato la realizzazione del Pozzo di San Patrizio sull’altro versante di Orvieto. Dopo la sua chiusura, avvenuta nel 1646, se ne erano perse le tracce, fino al dicembre 1984 quando, durante lavori di pulizia e recupero di una cantina, è tornato alla luce.
Oggi il Pozzo della Cava, che attraversa il masso tufaceo su cui sorge Orvieto per raggiungere la falda acquifera, si trova inserito in un complesso sotterraneo ricco di ritrovamenti archeologici, come i resti di una cisterna e di alcune sepolture etrusche, diversi pozzi-butto utilizzati per gettare i rifiuti e una cantina medievale.
Di assoluto interesse il rinvenimento di due fornaci per la lavorazione della ceramica: un grande forno medievale e la base di una piccola muffola rinascimentale, con numerosi strumenti di lavoro e scarti di produzione in maiolica e lustro, gettati perché presentavano difetti di forma o di decorazione. Il loro ritrovamento, avvenuto tra il 1985 e il 1998, ha fatto riscrivere gran parte della storia della produzione ceramica orvietana, che si credeva conclusa nel XIV secolo.
Il percorso di visita, agevole e sicuro, si conclude in una grotta di origine etrusca alta ben 14 metri e aperta al pubblico solo nel 2003; è in questa suggestiva cavità che nel periodo natalizio viene allestito il Presepe nel Pozzo, realizzato con personaggi meccanici a grandezza naturale.
Marco Sciarra