Rembrandt e l'esibizione della luce

Harmenszoon van Rijn Rembrandt (Leida 1606 - Amsterdam 1669), pittore e incisore, operò nella stagione più fiorente dell'arte olandese ed è per le capacità tecniche, la cultura figurativa e la penetrazione psicologica, uno dei maggiori artisti di tutti i tempi.

La produzione giovanile

Rembrandt lavorò fino al 1631 a Leida dove aveva aperto un suo studio; si trasferì poi ad Amsterdam dove ebbe successo come ritrattista.

La sua vasta produzione si divide cronologicamente e stilisticamente in vari periodi. Nelle primissime opere (oli e acqueforti, 1625-26) egli appare ancora legato al classicismo italianizzante dei suoi maestri (Carracci e Caravaggio), ma già nella Presentazione di Gesù al tempio (ca 1629, L'Aia, Mauritshius) supera la loro influenza. Nei primi anni di Amsterdam, in seguito al grande successo ottenuto dalla Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632, L'Aia, Mauritshuis), eseguì numerosi ritratti e quadri religiosi, improntati su schemi convenzionalmente barocchi: colore sobrio, luce uniforme, particolari ben definiti. Più libera espressione hanno invece le composizioni mitologiche, in parte mutuate da P.P. Rubens (Ratto di Proserpina, 1631, Berlino, Staatliche Museen; Ratto di Ganimede, 1635, Dresda, Gemäldegalerie) e i numerosi ritratti della moglie (Autoritratto con Saskia, ca 1635, Dresda Gemäldegalerie). Un'approfondita ricerca delle possibilità dinamiche della linea si nota nei numerosi disegni con studi di nudi e nelle acqueforti (Apparizione dell'angelo ai pastori, 1634).

Il culmine della fama e della creatività

Nel periodo 1636-42 raggiunse l'apice della fama, ma già andava mutando progressivamente il suo stile, tendente alla sobrietà della composizione, alla pennellata larga e pastosa, al colore caldo e tonale esemplificato nella famosa Ronda di notte (1642, Amsterdam, Rijksmuseum) e nell'acquaforte con la Morte della Vergine (1639). Inoltre, dal 1636, Rembrandt prese a trattare il paesaggio, spesso dal vero: Veduta di Amsterdam (ca 1641, acquaforte), Paesaggio con ponte levatoio (ca 1640, Madrid, collezione Duca d'Alba).

Il periodo che va dal 1642 al 1655 fu il più ricco e fecondo dell'attività di Rembrandt per gli effetti intensamente drammatici delle sue opere: dagli autoritratti (Kunsthistorisches Museum di Vienna) ai quadri religiosi (Adorazione dei pastori, 1646, Londra, National Gallery; Cena in Emmaus, 1648, Parigi, Louvre); dai nudi sensuali (Susanna e i vecchi, 1647, Berlino, Staatliche Museen) alle nature morte, alle vedute olandesi (Paesaggio al tramonto, 1654, Montreal, Museum of Fine Arts); dai raffinatissimi disegni a penna e a pennello, alle drammatiche e tecnicamente purissime acqueforti a puntasecca (I tre alberi, 1643; Le tre croci; Faust nello studio, 1652-53).

Le opere tarde

Dopo il 1655 Rembrandt dipinse numerosi ritratti singoli (Jacob Trip, ca 1661, Londra, National Gallery; La sposa ebrea, Amsterdam, Rijksmuseum) e di gruppo (I sindaci dei drappieri, 1662, Amsterdam, Rijksmuseum), soggetti religiosi (Giacobbe benedice i figli di Giuseppe, 1656, Kassek, Staatliche Kunstsammlungen; Ritorno del figliol prodigo, S. Pietroburgo, Ermitage). Di un'assoluta interiorizzazione sono anche i molti autoritratti (circa una sessantina), unici nel loro genere, realizzati in diversi momenti della sua vita, per osservare il processo di invecchiamento: egli usò il proprio volto, estremamente espressivo, come modello per indagare le rappresentazioni dei sentimenti (Autoritratto ca 1664, Firenze, Uffizi; 1669, L'Aia, Mauritshuis ecc).

Rembrandt usò le tecniche della pittura a olio, dell'incisione e del disegno, nel cui sviluppo segnò una tappa fondamentale. La sua personalissima ricerca di una verità umana ricondotta all'essenziale, lo allontanò rapidamente dalle convenzioni ufficiali dell'arte del suo tempo, conoscendo per questo anche l'isolamento e la rovina economica. La sua pittura fu compresa appieno solo a partire dall'età romantica.