L'espressionismo austriaco

Un altro importante nucleo espressionista fu quello che si formò a Vienna nell'ambiente dominato dalla Secessione di G. Klimt; ma gli espressionisti austriaci di rilievo come Schiele e Kokoschka abbandonarono il linguaggio raffinato e decorativo della Secessione per indirizzarsi verso un'espressione che evidenziasse i sentimenti e le paure più nascoste dell'inconscio.

Egon Schiele

Egon Schiele (Tulln 1890 - Vienna 1918), pittore dalla vita tormentata e intemperante, fu fortemente segnato dall'incontro nel 1907 con G. Klimt, ma ben presto trasformò l'estenuato decorativismo klimtiano in un segno aspro e nervoso di drammatica incisività espressiva. Si accostò all'espressionismo e ne diede un'interpretazione originale caratterizzata da un costante senso di tragico, da un continuo conflitto tra vita e morte e da una visione del mondo di sofferta e meditata interiorità, così nelle composizioni di nudi (Nudo femminile bocconi, 1917, Albertina, Vienna) come nei paesaggi (Albero in autunno, 1909, Darmstadt, Hessisches Landesmuseum), nei ritratti (Ritratto di Eduard Kosmak, 1910; Edith, la moglie dell'artista, 1918, Vienna, Österreichische Galerie) o nei gruppi di figure (La famiglia, 1918, Vienna, Österreichische Galerie). Nel 1918, poco prima di morire, conobbe un grande successo alla mostra della Secessione viennese.

Oskar Kokoschka

Oskar Kokoschka (Pöchlarn, Bassa Austria 1886 - Montreux 1980) fu pittore, scrittore, autore drammatico e scenografo. Studiò alla scuola d'arti e mestieri di Vienna e intorno al 1907 produsse le prime opere pittoriche (nature morte e ritratti), influenzate da G. Klimt e dallo Jugendstil e già possedute da un'irrequieta sensibilità visionaria. La sua formazione pittorica si definì nel clima espressionista di Berlino con un'originale interpretazione basata su visioni sempre più concitate e nervose (Ritratto del poeta Dirsztay, 1910, Hannover, collezione privata; Coppia di innamorati con gatto, 1917, Zurigo, Kunsthaus). Dai vari soggiorni in diversi paesi europei e nell'Africa settentrionale ricavò ampie vedute paesaggistiche rappresentate nei modi di un istintivo impressionismo drammatico (Il monte Bianco, 1927, Zurigo, collezione privata). Inseguito dal nazismo, che aveva incluso le sue opere nella mostra monacense dell'"arte degenerata", riparò a Londra e dopo la guerra in Svizzera, dove proseguì la sua produzione pittorica (Alta marea ad Amburgo, 1962, Amburgo, Kunsthalle). Della sua attività di illustratore si citano le immagini per Re Lear (1963) e l'Odissea (1964).