Masaccio

Tommaso di ser Giovanni Cassai, detto Masaccio, nacque a S. Giovanni Valdarno nel 1401 e morì a Roma nel 1428. Nella sua pittura la severa costruzione prospettica e spaziale, il saggio uso del chiaroscuro e del colore (spesso assunto a valori altamente simbolici), che ne fanno, insieme ai suoi ispiratori F. Brunelleschi e Donatello, uno degli iniziatori del Rinascimento, si accompagnano a un profondo contenuto umano e morale espresso con intensa drammaticità, tale da trovare riscontro solo nell'opera di Michelangelo.

La vita e le opere

Della sua vita si hanno scarse notizie: collaboratore a Firenze di Masolino da Panicale (ca 1383-ca1447), le cui opere erano intrise di ispirazione fiabesca e cortese derivata dal gotico internazionale , il giovane Masaccio consumò in questa città tutto il suo brevissimo ma fondamentale percorso artistico, prima di essere chiamato a Roma, dove morì improvvisamente a soli ventisette anni.

Le sue opere non sono numerose: S. Anna Metterza (1424-25, Firenze, Uffizi) in collaborazione con Masolino, Madonna in trono (1426, Londra, National Gallery), Crocifissione (Napoli, Gallerie nazionali di Capodimonte); opera facente parte, con la precedente, dello smembrato polittico eseguito nel 1426 per la chiesa del Carmine a Pisa; affreschi della Cappella Brancacci al Carmine a Firenze (1424-25), eseguiti in parte in collaborazione con Masolino e di cui sono suoi Cacciata dei progenitori, Battesimo dei neofiti, Il tributo, Distribuzione dei beni alla comunità, Morte di Anania, Resurrezione del figlio di Teofilo, nei quali è evidente la celebrazione della monumentalità e della drammaticità umana (contrapposte alla fragilità delle figure realizzate da Masolino). Nell'affresco della Trinità (1427-28, Firenze, S. Maria Novella), vero e proprio itinerario visivo che ha inizio con il memento mori (lo scheletro) e culmina nella rivelazione della verità (la Trinità), Masaccio seppe fondere la drammaticità tipica di Donatello e le regole teoriche proprie di Brunelleschi.