La nuova funzione dell'arte nel Rinascimento

In sintesi

La rivoluzione fiorentinaFenomeno europeo ma con radici fiorentine, il Rinascimento si manifesta con una ripresa ideale delle forme dell'arte classica e la trasformazione del concetto e della funzione di attività artistica, che trascende ormai il momento pratico e assume il significato di strumento di conoscenza e indagine della realtà. I maggiori promotori di questa nuova visione sono Brunelleschi, Donatello e Masaccio.
Filippo BrunelleschiFilippo Brunelleschi fiorentino (1377-1446) crea un'architettura rigorosamente razionale, giungendo a formulare per primo le leggi della prospettiva, nuovo metodo per misurare lo spazio e la progettazione.
DonatelloAnche nella nuova visione classico-realistica del fiorentino Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, s'impone l'impostazione prospettica, accompagnata dall'energica struttura plastica e dalla vibrante sensibilità del modellato.
MasaccioUna severa costruzione prospettica e spaziale emerge in Tommaso di ser Giovanni Cassai, detto Masaccio (S. Giovanni Valdarno 1401 - Roma 1428). La sua pittura esprime un profondo contenuto umano e morale con intensa drammaticità attraverso un saggio uso del chiaroscuro e del colore.
Libertà e sperimentalismo del Rinascimento Lorenzo Ghiberti e Luca Della RobbiaAccanto a rigorose esperienze prospettiche (oltre a Brunelleschi, Donatello e Masaccio, il fiorentino Andrea del Castagno, ca 1421-1457), l'arte umanistico-rinascimentale fiorentina affianca tendenze più moderate: Lorenzo Ghiberti (1378-1455), nel quale il naturalismo tardogotico si evolve linearmente in un classicismo riformista; i ceramisti e scultori Andrea, Giovanni e soprattutto Luca (1400 ca-1482) Della Robbia.
Beato Angelico e Paolo UccelloBeato Angelico (ca 1400-Roma 1455), che elabora un personale linguaggio pittorico, ove l'elemento della spiritualizzazione si affianca alla strutturazione spaziale e prospettica delle opere. Ma anche varianti eterodosse come in Paolo Uccello (1397-1475), nella cui pittura si fondono in una sintesi irripetibile la semplificazione geometrica delle forme, il rigore matematico delle prospettive e un gusto prezioso del colore.
Il mecenatismo nell'Italia settentrionale Mantegna e BelliniLa corte signorile diviene il luogo privilegiato per lo sviluppo del Rinascimento italiano anche nelle città minori. Ferrara, per esempio, accoglie l'esperienza urbanistica più vitale del Quattrocento, cioè l'addizione erculea progettata da Biagio Rossetti, e inoltre, per la contemporanea presenza in città di Piero della Francesca e del fiammingo R. Van der Weyden, vede la formazione di una corrente pittorica di straordinaria raffinatezza formale, i cui maggiori rappresentanti sono Cosmè Tura, del Cossa e de' Roberti. Tra gli artisti di primo piano Mantegna e Bellini, il primo capace di fondere originalmente il gusto per l'antichità e l'uso della prospettiva, il secondo assai sensibile al colore, disteso sempre più libero e intriso di luce naturale.
Il mecenatismo nell'Italia centrale e meridionale Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Perugino e Antonello da Messina

Oltre all'opera di Leon Battista Alberti (Genova 1404 - Roma 1472) architetto e trattatista che codifica tutte le meditazioni e le conquiste attuate dai creatori dell'arte fiorentina, va ricordata l'opera di Piero della Francesca (Sansepolcro 1415/20-1492), caratterizzata dalla straordinaria finezza della materia pittorica e dall'acutezza descrittiva dei particolari, dal rigore della stesura prospettica e dalla geometrica perfezione dei volumi immersi in una luminosità diffusa e sottile. Ancora fra gli artisti dell'Italia centrale, Pietro Vannucci, detto il Perugino (1445/50-1523), ritrae e dipinge le sue figure in un'armoniosa solidità plastica, rivestendo le con colori morbidi e chiari e immergendole in uno spazio atmosferico aperto e luminoso. L'opera di Antonello da Messina (ca 1430-79) appare invece come una sintesi perfetta di particolarismo fiammingo e di impianto spaziale pierfrancescano.

Firenze nella seconda metà del Quattrocento: Sandro Botticelli

Le figure più rappresentative sono: Antonio Pollaiolo (ca1431-1498) conduce una ricerca spaziale basata sul libero e dinamico sviluppo della linea e, per accertare proprio il potenziale dinamico dei corpi, s'interessa alla mitologia e allo studio dell'anatomia. Andrea Verrocchio (1435-1488), emerge invece come scultore e orafo. Sandro Botticelli (1445-1510) è dapprima interprete della cultura umanistica medicea ricercando una raffinata perfezione formale e un’armonia della composizione che, unite alla trasparenza del colore, trasfigurano la realtà. In un secondo tempo egli dà vita a una pittura fortemente mistica intensamente drammatica.