La dimensione aziendale

Le dimensioni assolute e relative (confrontate cioè con quelle dei concorrenti, dei fornitori, dei clienti ecc.) dell'azienda dipendono da un'ampia gamma di variabili tecniche, giuridiche ecc. Al variare delle dimensioni sono associati importanti costi e vantaggi economici.

Ma, innanzitutto, come si misura la dimensione di un'azienda? I criteri di misurazione sono molteplici ed è spesso opportuno utilizzarli congiuntamente: quelli più usati sono il fatturato, il numero di dipendenti, il capitale investito, il valore aggiunto.

 

Le economie di scala

I vantaggi e i costi economici dipendenti dalla dimensione dell'azienda (o del singolo processo produttivo) sono conosciuti con la denominazione di "economie di scala". Si tratta di riduzioni del costo di ogni unità prodotta in corrispondenza dell'aumento dell'output realizzato. Il processo produttivo può essere tale che, all'aumentare della produzione, il costo medio raggiunga un punto minimo toccando un dato livello di produzione, e poi, per output superiori, torni a crescere. A tale livello di produzione corrisponderà la dimensione ottima d'impresa.

Le economie di scala possono essere dovute a una molteplicità di fattori, esterni e interni all'impresa. Nel primo caso si tratta di economie di scala pecuniarie, nelle quali il minor costo unitario dell'output è dovuto al minor costo sostenuto per acquistare le unità di input, come conseguenza dell'aumentata domanda di input giustificata dalla maggiore produzione da garantire. Si avranno, quindi, prezzi più bassi per le materie prime, per il finanziamento esterno ecc. Nel secondo caso, si parla di economie di scala reali, ossia quelle in cui la riduzione del costo medio è dovuta alla riduzione nell'ammontare di input utilizzato all'aumentare del livello prodotto.

Tra le spiegazioni delle economie di scala si può menzionare l'incidenza unitaria dei costi fissi, che diminuisce all'aumentare della base su cui ripartirsi. Altri fattori sono rappresentati dalle economie sulle scorte di materie prime, che crescono meno che proporzionalmente rispetto al tasso di accrescimento dell'output, e da alti livelli di divisione del lavoro. Infatti, la specializzazione del lavoro è in grado, attraverso l'abbattimento dei tempi morti di lavorazione, di aumentare i rendimenti di scala. Il fattore principale consiste, tuttavia, nell'applicazione di tecnologie produttive che sono frutto del continuo processo innovativo. La vera spinta alle decisioni riguardanti la dimensione dell'impresa è infatti da ricercarsi nel progresso tecnologico. Questo rende inevitabile considerare il problema della dimensione ottimale di produzione come vincolato a un processo dinamico di lungo periodo.

Si differenziano dalle economie di scala le economie di gamma o differenziazione (in inglese, scope economy) che si conseguono attraverso la produzione di prodotti diversi da parte di un'unica impresa, rispetto alla produzione da parte di più imprese specializzate nei singoli prodotti. Esse si originano nei casi di utilizzazione di un input non perfettamente divisibile tra diverse produzioni, oppure nei casi in cui le conoscenze relative a una certa produzione siano difficilmente trasferibili a un'altra senza essere divulgate, cosicché risulta conveniente conglobare tali produzioni all'interno di un'unica impresa.