Beni economici

Genericamente, chiamiamo bene ogni mezzo, sia esso materiale (bene in senso stretto) sia in forma di servizio, che si ritiene appropriato per la soddisfazione di un bisogno. Si noti però che non tutti i beni possono essere indistintamente definiti in senso economico. Secondo la teoria economica sono tre le caratteristiche che il bene economico deve avere per essere tale: la scarsità, l'utilità e l'accessibilità. Si definiscono beni in senso economico tutti quelli dotati di utilità che soddisfano per via diretta o indiretta, ma sempre in modo parziale, i bisogni dell'uomo e che sono dotati di un prezzo positivo, elemento questo che consente di considerarli oggetto di operazioni di scambio nei corrispondenti mercati. Il cibo è un bene in quanto soddisfa direttamente un bisogno primario dell'uomo; al contrario, l'aria che respiriamo non può essere definita come bene economico (è infatti considerata bene libero, come anche la luce solare, il paesaggio ecc.) per il fatto che la sua disponibilità in natura è illimitata e di conseguenza per usufruirne non occorre pagare alcun prezzo. L'uso di un bene talvolta dipende da quello di un altro bene. I beni complementari sono caratterizzati dal fatto che l'aumento dell'uso dell'uno si trasmette a quello dell'altro; i beni succedanei sono caratterizzati dal fatto che l'aumento dell'uso dell'uno si traduce in una diminuzione per l'altro.

Scarsità

L'economia, secondo la celebre definizione di Lionel Robbins, non è altro che lo studio della condotta umana come relazione tra fini e mezzi scarsi che hanno usi alternativi.

Molti economisti contemporanei esprimono la condizione di scarsità con la frase “il pasto gratis non esiste”.

Se i beni e le risorse sono scarsi, ogni decisione relativa al loro uso in vista della soddisfazione di determinati bisogni significherà la rinuncia – totale o parziale – ad altri usi, il sacrificio di altre esigenze. Ciò, in realtà si può dire di qualsiasi decisione, ed è un'esperienza che tutti noi compiamo, perché è legata alla limitatezza del tempo.

La nozione di costo-opportunità

L'alternativa cui si deve rinunciare ogni volta che si effettua una scelta economica viene chiamata costo-opportunità, un'espressione ricalcata sull'inglese opportunity cost. La nozione di costo-opportunità è usata dagli economisti per spiegare il significato ultimo del concetto di costo. Ciò a cui si rinuncia per avere qualcosa è il vero valore di ciò che si sceglie di avere. Per esempio, il costo-opportunità di lavorare, data la limitatezza del tempo disponibile, è il sacrificio di tempo libero. La ragione di fondo del costo-opportunità risiede dunque nella scarsità delle risorse.

Il contemperare esigenze o spinte diverse, in particolare, in modo tale da massimizzare la soddisfazione ottenibile allocando mezzi limitati, è detto in inglese trade-off.

Si dice allocazione delle risorse la ripartizione di risorse limitate tra gli individui che compongono il sistema economico. Nei modelli di economia di scambio, ogni nuova allocazione di risorse è il risultato della ridistribuzione di quanto era originariamente in possesso degli individui (l'allocazione iniziale). Il processo di ridistribuzione che trasforma la dotazione iniziale in una nuova allocazione opera attraverso il libero scambio sul mercato delle risorse in possesso di ciascuno.