Scambio e mercato

Interazione e scambio trovano la loro ragion d'essere nella possibilità ad essi associata di migliorare il benessere delle persone coinvolte. È facile convincersene. Una famiglia che preferisse l'isolamento allo scambio dovrebbe provvedere a produrre per il proprio consumo gli alimenti, i vestiti, l'abitazione ecc. Difficile immaginare che questi prodotti avrebbero lo standard elevato cui siamo abituati oggi... Lo scambio consente a ciascuno di specializzarsi nelle attività in cui può dare il meglio, di conseguenza il valore del suo prodotto sarà maggiore e, scambiandolo con gli altri, l'individuo sarà in grado di ottenere beni e servizi di qualità altrettanto elevata in più grande quantità.

La centralità dell'interazione tra gli individui e dello scambio

La certezza di avere la possibilità di scambiare tutto il sovrappiù del prodotto del proprio lavoro rispetto al proprio consumo, col sovrappiù del prodotto del lavoro degli altri uomini di cui si ha bisogno, incoraggia ogni uomo a dedicarsi a una occupazione particolare, coltivando e portando alla perfezione il talento o l'inclinazione che si trova ad avere per un tipo particolare di attività.

Il luogo ideale per lo svolgimento degli scambi è il mercato, istituzione portata al massimo sviluppo dal sistema capitalistico (e, in maggiore o minor misura, sottoposta a regole dallo stato). Nel capitalismo, infatti, è affidato al mercato e al sistema dei prezzi il compito di coordinare le decisioni di produttori e consumatori, e quindi di presiedere all'ottima allocazione delle risorse, cioè alla massima efficienza del loro impiego. Si parla di mercato libero perché in esso, tipicamente, compratori e venditori interagiscono liberamente, contribuendo alla formazione, rispettivamente, della domanda e dell'offerta: le cosiddette forze del mercato.

Nella visione di A. Smith, autore che citeremo più volte perché è il fondatore della teoria economica moderna, la garanzia di buon funzionamento del mercato è data dal fatto che in esso tutti coloro che agiscono nel mercato, sia come venditori sia come compratori, trovano il proprio tornaconto: “Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse. Noi non ci rivolgiamo alla loro umanità, ma al loro egoismo e con loro non parliamo mai delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi.”. Il grande economista scozzese sviluppava con queste parole la teoria della “mano invisibile” ossia del meccanismo impersonale, frutto delle decisioni decentrate di innumerevoli soggetti, che coordina queste decisioni e consentendo gli incontri tra compratori e venditori e guidandoli a concludere gli scambi nel modo reciprocamente più vantaggioso.

Il vantaggio reciproco

Che lo scambio volontario sia reciprocamente vantaggioso è facilmente dimostrabile purché si ammetta il cosiddetto postulato di razionalità. Per gli economisti dire che il comportamento, di un agente è razionale non vuol dire altro che “idoneo a raggiungere i suoi obiettivi, nei limiti della sua capacità di comprensione al momento della decisione”. Ebbene, in questo caso, se lo scambio non fosse benefico per entrambe le parti, l'una o l'altra si sottrarrebbero allo scambio.

Il beneficio deriva da due fonti entrambe presenti nello scambio: il miglioramento dell'allocazione dei beni di consumo tra gli individui e la specializzazione della produzione.

  1. Miglioramento della allocazione dei beni di consumo tra gli individui: effettuato lo scambio, entrambe le parti avranno ottenuto un bene cui attribuivano grande importanza e si saranno liberati di un bene che possedevano in eccesso rispetto alle proprie necessità (per esempio, si immagini un fumatore, internato in un campo di concentramento, che scambia una parte della sua razione alimentare con un certo numero di sigarette; ovviamente dall'esempio non si deve dedurre che fumare sia alla lunga un bene per il prigioniero).
  2. Specializzazione della produzione: se ciascun produttore può specializzarsi migliorerà la sua produttività. Il risultato sarà un aumento del totale dei beni disponibili.