Le ragioni della sicurezza sociale

L'intervento dello Stato nel campo della sicurezza sociale può essere limitato all'imposizione della partecipazione obbligatoria dei cittadini a schemi assicurativi o previdenziali (gestiti anche privatamente), oppure può spingersi fino alla gestione diretta di tali schemi. L'obbligatorietà della partecipazione a schemi assicurativi si giustifica con la presenza di: a) forme di razionalità limitata degli agenti; b) asimmetrie informative che pregiudicano l'efficiente funzionamento dei mercati; c) problemi di credibilità. Forme di razionalità limitata possono giustificare atteggiamenti paternalistici da parte dello Stato (che ritiene di poter perseguire meglio degli agenti stessi i loro interessi); a questo proposito, per esempio, l'intervento legislativo che obbliga a garantirsi una rendita vitalizia per la vecchiaia trova giustificazione nell'evidenza empirica che mostra che gli individui tendono a sottostimare sistematicamente la durata della loro vita residua attesa. Alternativamente, in presenza di forme di razionalità limitata è anche possibile che gli stessi agenti dubitino della propria capacità di perseguire coerentemente nel tempo obiettivi che percepiscono come importanti: ciò li può indurre a desiderare di “avere le mani legate” attraverso schemi obbligatori. La presenza di asimmetrie informative può dare luogo a fenomeni di “selezione avversa” che a loro volta danno luogo a “fallimenti del mercato”; l'obbligatorietà della partecipazione risulta in questo caso premessa necessaria anche per il funzionamento efficiente di mercati assicurativi privati. La minaccia da parte dello Stato di non assistere coloro che – privi di una copertura assicurativa – si trovino in condizioni di grave bisogno può risultare non credibile nelle società più avanzate: ciò può generare comportamenti opportunistici per prevenire i quali può essere opportuno rendere obbligatoria la partecipazione a schemi assicurativi. La gestione diretta, da parte dello Stato, di schemi di sicurezza sociale trova invece la sua principale giustificazione nelle caratteristiche del metodo ripartitivo di finanziamento, che solo lo Stato può applicare (vedi oltre).

Gli effetti economici e la sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale

Un vasto sistema di sicurezza sociale pone problemi di sostenibilità e di efficienza. La questione della sostenibilità ha a che fare l'adeguatezza dei flussi contributivi rispetto ai flussi di pagamenti erogati dal sistema (è il caso delle pensioni) oppure con la compatibilità degli oneri delle politiche di sicurezza sociale rispetto ai vincoli di finanza pubblica (è, per esempio, il caso delle politiche di assistenza).

Il secondo ordine di problemi riguarda gli effetti distorsivi che schemi di sicurezza sociale (anche in equilibrio finanziario) possono esercitare sul funzionamento dell'economia. Ci si riferisce, in particolare, agli effetti che la presenza di un sistema di sicurezza sociale può esercitare sulle scelte di risparmio, di offerta di lavoro, di accumulazione di capitale umano e sugli incentivi ad attuare i comportamenti più idonei a prevenire ed eventualmente superare situazioni di disagio. A quest'ultimo proposito, il riferimento più frequente è alle distorsioni degli incentivi a impegnarsi nella ricerca di un nuovo lavoro in presenza di generosi sussidi per la disoccupazione.

Va notato, d'altra parte, che la sicurezza sociale non è solo un costo che la società deve sopportare in base a principi umanitari, ma anche un importante fattore di sviluppo civile ed economico per la società in quanto consente di accrescere l'efficienza complessiva del sistema economico attraverso un aumento della coesione sociale e la riduzione dei conflitti.

La previdenza sociale

Con l'espressione previdenza sociale si indica la componente del sistema di sicurezza sociale identificabile per le sue caratteristiche assicurative. Le principali prestazioni previdenziali sono le pensioni di vecchiaia e per i superstiti, gli assegni familiari e i sussidi di disoccupazione. La caratteristica comune di questi trasferimenti è il versamento di contributi, assimilabili s premi assicurativi da parte dei percettori del trattamento. I contributi previdenziali sono calcolati non in relazione al rischio individuale ma in funzione del rischio medio e degli obiettivi redistributivi del governo.