Gli sviluppi della scuola aristotelica

La scuola aristotelica nella sua fase più antica è composta dai discepoli diretti di Aristotele: Teofrasto (suo successore nella direzione del Liceo), Eudemo di Rodi, Aristosseno di Taranto, Dicearco di Messina, Clearco di Soli. A Teofrasto succede Stratone di Lampsaco, il quale però riprende solo la fisica e dà origine a una fase di decadenza della scuola.

La scuola aristotelica si riprende nel sec. I a.C. a opera di Andronico di Rodi, che pubblica per la prima volta i trattati scolastici di Aristotele e rende possibile la nascita dei commenti. Il più importante commentatore di Aristotele è Alessandro di Afrodisia (secc. II-III d.C.).

Molte dottrine di Aristotele sono riprese dai neoplatonici Plotino, Giamblico, Proclo e Porfirio, che cercano di conciliare Aristotele con Platone. In particolare, Porfirio scrive una famosa Isagoge ("introduzione") e un commento alle Categorie di Aristotele, in cui pone per la prima volta il problema degli universali, su cui tanto avrebbe discusso la filosofia medievale cristiana.