Max Scheler

Il filosofo tedesco Max Scheler (Monaco 1874 - Francoforte 1928) interpreta la fenomenologia come un atteggiamento culturale generale di rinuncia alla volontà di dominare e organizzare il mondo per fini pratico-soggettivi, per aprirsi alla contemplazione disinteressata delle dimensioni essenziali e oggettive dell'essere.

Intuizione emozionale dei valori

A differenza di Husserl, come campo di analisi Scheler privilegia il mondo dei valori e gli atti emozionali, o sentimenti, che ce lo dischiudono. Nel Formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori (1916) elabora una concezione etica fondata su queste due tesi: 1. i sentimenti sono dotati di una loro specifica "intenzionalità", non sono cioè dei semplici "stati affettivi" soggettivi ma hanno la capacità di intuire degli oggetti specifici, i valori; 2. il mondo dei valori si presenta gerarchizzato in valori inferiori e superiori, negativi e positivi, che hanno al loro culmine i valori spirituali e religiosi. Il valore morale riguarda propriamente gli atti della persona, che sono moralmente positivi se tendono a valori positivi e moralmente negativi in caso contrario. Diversamente da Kant, l'etica non si fonda quindi su un comando "formale", bensì su contenuti veri e propri, i valori (etica materiale dei valori).

Personalismo etico

Per Scheler la persona è il centro unitario e individuo di atti intenzionali di ogni tipo, cioè non solo teoretico-razionali, ma anche emotivo-affettivi e volitivi. Essa possiede un "corpo fisico", un "corpo vivente proprio", un "io psichico", una dimensione comunitaria e aperta al mondo molteplice e gerarchizzato dell'essere, fino all'essere personale assoluto e supremo, Dio. In quanto i suoi atti sono l'unica sede dei valori morali, la persona è il valore più alto, superiore a tutti i valori di semplici "cose". In Essenza e forme della simpatia (1923) la persona è considerata inoggettivabile in quanto centro di atti spirituali, come tali non riducibili a oggetti utilizzabili. Potrà quindi essere conosciuta solo tramite gli atti della "simpatia", con cui si partecipa ai suoi stessi atti. Tra le varie forme della "simpatia" un posto particolare spetta all'amore e all'odio. L'amore è per sua natura l'atto intenzionale che apre ai valori più alti.