Il pragmatismo americano: Peirce, Dewey, James

Charles Sanders Peirce

Il filosofo, logico e scienziato Charles Sanders Peirce (Cambridge, Massachusetts, 1839 - Milford 1914) è promotore di un "circolo metafisico" al cui interno nascono le idee base del pragmatismo. Non riesce a ottenere una cattedra universitaria, ma solo brevi incarichi presso varie università statunitensi. Vive gli ultimi anni in isolamento e povertà.

Peirce è il padre del pragmatismo, da lui inteso come dottrina del significato logico e denominato in seguito pragmaticismo, per distinguersi dalla versione di James. Il significato di una cosa o di un concetto non è altro che l'insieme delle azioni, definito da Peirce "abiti", di risposta che siamo pronti a mettere in atto. Questi abiti possono essere determinati secondo tre metodi. Il primo è il "metodo della tenacia", che consiste nel rifiutare tutto ciò che ci è estraneo; l'esperienza però lo smentisce di continuo e le credenze così fissate non possono mantenersi a lungo. Il secondo è il "metodo dell'autorità", al quale si devono le grandi istituzioni storiche, laiche e religiose, e ne è parte la stessa metafisica, con la sua pretesa di spiegare a priori la realtà. Il suo limite è il dogmatismo, sicché le credenze che ne derivano non possono mantenersi indefinitamente. L'unico metodo in accordo con la realtà è il "metodo della scienza", per cui le credenze sono sottoposte alla verifica tra diversi soggetti. Ogni singola credenza non è in sé che pregiudizio ed errore; ma, in quanto contribuisce a formare l'abito comune di tutti, è in cammino con la verità, cioè quell'"accordo delle menti infinitamente lontano" che rispecchierà pienamente la realtà. Su questa base Peirce sviluppa anche una teoria cosmologica e teologica di stampo evoluzionistico. L'universo evolve dal caos alla legge, da abiti effimeri e casuali alla realizzazione ultima della verità, cioè del Dio rivelato e compiuto. Il motore dell'evoluzione è l'amore cosmico, che trasforma l'esistenza casuale, cioè il Dio implicito, nell'armonia esplicita della forma eterna realizzata.

La semiotica

Peirce è uno degli iniziatori della logica formale contemporanea, ma soprattutto è il fondatore della semiotica (o scienza dei segni, che comprende lo studio dei linguaggi non verbali e dei testi, verbali e non). Alla semiotica riconduce sia l'ontologia, sia la logica comune. Ogni cosa è un segno in quanto il suo essere coincide con gli effetti che essa produce. Tutte le cose sono dunque connesse in una catena di rimandi e vivono solo in quanto stimolano reazioni e interpretazioni. La logica è la scienza della interpretazione dei segni, i quali vanno concepiti come relazioni triadiche, in quanto possiedono una "qualità materiale" (per esempio, la stoffa di cui è fatta la bandierina che segna il vento), una "connessione di fatto" con l'oggetto che significano (il movimento della bandierina in relazione alla direzione del vento) e infine un "significato". Il significato emerge nell'abito dell'"interpretante", cioè in quel comportamento che pone in relazione i primi due caratteri del segno e dice che il primo (la bandierina) "significa" appunto il secondo (la direzione del vento). Così si sviluppa l'abito logico nell'uomo, attraverso una interpretazione illimitata, e l'uomo è a sua volta un segno in un universo di segni; egli coincide infine col suo linguaggio.