La filosofia del metodo: Bacone e Cartesio

In sintesi

Il metodo di Francesco BaconeFrancesco Bacone, insodisfatto dei metodi tradizionali di indagine, ne propone uno nuovo articolato in quattro fasi: 1. la liberazione dai fantasmi illusori degli idoli; 2. la stesura e l'elaborazione delle tavole; 3. la formulazione di un'ipotesi provvisoria; 4. la deduzione e le istanze prerogative.
CartesioRenato Cartesio nelle Regulae ad directionem ingenii imposta il problema del metodo della ricerca scientifica nei termini della mathesis universalis, una "scienza generale" su tutte le questioni relative all'ordine e alla misura.
Le regole del metodoNel Discorso sul metodo (1637) illustra le prerogative del nuovo metodo, articolato in quattro regole fondamentali: 1. l'evidenza, 2. l'analisi; 3. la sintesi; 4. l'enumerazione completa.
Il dubbio scetticoNelle Meditazioni metafisiche (1641) mostra come sia possibile anche in metafisica pervenire a una conoscenza "certa e indubitabile", in cui il primo passo è il superamento del dubbio scettico.
Il "cogito"Radicalizzato ulteriormente il dubbio scettico mediante l'ipotesi del Dio ingannatore, l'unica verità che si sottrae è quella dell'esistenza di colui stesso che dubita ("Cogito, ergo sum": penso, dunque esisto).
L'idea di DioPer passare dalla certezza isolata della propria esistenza alla certezza del mondo esterno e di tutte le altre verità, è necessario pervenire preliminarmente all'idea di Dio, che Cartesio scopre essere innata e derivante solo da un essere infinito, garante di queste certezze.
Res extensa e res cogitansCartesio separa nettamente la res extensa, caratteristica delle cose materiali, dalla res cogitans, tipica delle sostanze pensanti, come l'anima.
Le regole della morale provvisoriaEspone tre regole di morale provvisoria: 1. obbedire alle leggi e ai costumi del proprio paese; 2. perseverare con fermezza e risolutezza nelle azioni intraprese; 3. cercare di vincere e modificare più se stessi che la fortuna.
Le "passioni dell'anima"Nel trattato Le passioni dell'anima (1649) delinea un'interpretazione fisiologica delle passioni, moderate e ben indirizzate dalla volontà.