Pico della Mirandola

Giovanni Pico della Mirandola (Mirandola 1463 - Firenze 1494) a Firenze si lega in amicizia con i membri dell'Accademia platonica e approfondisce la conoscenza del platonismo e delle lingue ebraica, araba e caldaica. Nelle Conclusioni filosofiche, cabalistiche e teologiche (1486) espone una raccolta di tesi, teoriche e storiche, che trae frutto dalla lettura dei filosofi, dalla cabbalà ebraica (la corrente mistica dell'ebraismo basata anche su una tecnica di interpretazione simbolica delle singole parole della Bibbia), dal Corano e dagli Oracoli caldaici (che si rifanno all'antica sapienza babilonese e presentano dottrine affini a quelle del Corpo ermetico). Pensata come base di discussione per un ecumenico consesso di dotti da riunire a Roma, l'opera viene condannata (1487) sotto Innocenzo VIII. Nella celebre orazione De dignitate hominis (La dignità dell'uomo) celebra il valore della libertà umana: collocato da Dio al centro della realtà, l'uomo si manifesta capace di scegliere i termini del suo vivere, di ammirare l'universo e anche di determinarlo attraverso la pratica della magia e nella libertà è superiore anche agli angeli, fissi a un grado della gerarchia degli esseri.