La Pléiade

Origini e tematiche

Verso la metà del Cinquecento, Pierre de Ronsard, Antoine de Baïf (1532-1589) e Joachim du Bellay, allievi dell'umanista Jean Dorat (1508-1588) al collegio Coqueret a Parigi, diedero vita a un piccolo gruppo di letterati ammiratori degli autori antichi, a cui si aggregarono poco dopo Rémy Belleau, Ponthus de Tyard (1521-1605), Jacques Peletier, É. Jodelle. Il gruppo, chiamato dapprima la Brigade, fu battezzato da Ronsard nel 1556 Pléiade, dal nome della costellazione e di sette poeti d'epoca alessandrina. Nel 1549 le idee letterarie della Pléiade trovarono un'espressione appassionata nell'opera del giovane Du Bellay, Défense et illustration de la langue française (Difesa e illustrazione della lingua francese), seguita nell'anno successivo dalle prime Odi di Ronsard. Pur esaltando le possibilità espressive della lingua francese, questi poeti presero le distanze dalla letteratura nazionale medievale e avviarono il rinnovamento poetico sull'imitazione dei poeti dell'antichità classica e di Petrarca. Per la prima volta la poesia fu pensata e realizzata come attività autonoma, senza scopi morali o edificanti. La stessa auspicata imitazione era intesa come un elemento attivo della creazione poetica, una sorta di nutrimento culturale, che presupponeva un lungo lavoro di preparazione e affinamento. A essa dovevano necessariamente affiancarsi l'ispirazione, l'entusiasmo, il "furore", senza cui la dottrina era del tutto inutile. Alla rivoluzione formale introdotta da questa scuola si deve la maggior parte delle forme e dei metri coltivati dalla poesia francese classica e romantica; basti pensare all'uso dell'alessandrino o all'adozione del sonetto.

Jacques Peletier du Mans

Jacques Peletier (1517-1582), grande viaggiatore, soggiornò in Italia, a Parigi, a Lione, a Bordeaux, in Savoia, a Poitiers. Fu il tipico interprete delle istanze universalistiche della cultura cinquecentesca, spaziando dalla medicina alla matematica, dalla geometria alla filologia e alle scienze occulte; propose anche una riforma ortografica su base fonetica. Amico di Du Bellay e Ronsard, fece parte del gruppo della Pléiade (ne fu anzi il precursore), di cui difese i principi nel trattato L'Art poétique française (L'arte poetica francese, 1555), che preannunciava il classicismo. Della sua vasta opera poetica si ricordano in particolare la raccolta di sonetti L'Amour des Amours (L'Amore degli Amori, 1555) e il poema Louanges (Le lodi, 1581).

Rémy Belleau

Rémy Bellau (1528-1577) fu un umanista e grecista che Ronsard indicò come uno dei sette poeti della Pléiade. La sua prima opera fu una traduzione del poeta greco Anacreonte (1556), che contribuì a rendere più leggeri e armoniosi i modi poetici inizialmente adottati dalla Pléiade. Scrisse poi Les petites inventions (Le piccole invenzioni, 1556), dieci descrizioni di animali, piante, aspetti della natura, La bergerie (La pastorale, 1565-72), comprendente composizioni di generi differenti e ispirata dall'Arcadia di Sannazaro, e Les amours et nouveaux échanges des pierre précieuses (Gli amori e nuove metamorfosi delle pietre preziose, 1576), in cui, riprendendo i lapidari medievali, disegna mirabili ed eleganti quadretti. Maestro della tecnica e del ritmo, per l'abilità nel descrivere la natura ebbe da Ronsard la definizione di "pittore della natura".