Il teatro fra le due guerre

Antonin Artaud

Antonin Artaud (1896-1948), nato a Marsiglia, affetto sin dall'infanzia da gravi disturbi psicologici e nervosi, nel 1920 si stabilì a Parigi, dove fece l'attore di teatro e di cinema. Aderì al gruppo surrealista, da cui fu espulso nel 1926. Pubblicò una raccolta di versi, Tric-trac du ciel (Tric-trac del cielo, 1922), seguita dalle prose poetiche di Ombilic des limbes (Ombelico dei limbi, 1925) e Pèse-nerfs (Pesanervi, 1927), in cui descriveva i suoi stati di allucinazione. La malattia infatti non gli dava tregua. Il teatro, di cui voleva recuperare la tradizione mitica, gli apparve uno strumento terapeutico comparabile alle danze degli indiani messicani, in grado di ricreare l'unità fra il pensiero e il corpo. Artaud fondò insieme a R. Vitrac il teatro "Alfred Jarry". Nel 1934, pubblicò un romanzo, Héliogabale ou l'anarchiste couronné (Eliogabalo o l'anarchico incoronato). Nel 1936 si recò in Messico per ricercare una condizione umana primitiva e libera dalle costrizioni (Voyage au pays des Tarahumaras, Viaggio nel paese dei Tarahumara, 1937). Il suo equilibrio psichico però non trasse beneficio da quel viaggio, né da quello successivo in Irlanda. Artaud fu dunque internato, dapprima in un manicomio, poi, dopo il 1945, per interessamento di Gide, in una clinica psichiatrica a Ivry, dove morì. In Van Gogh, le suicidé de la societé (Van Gogh, il suicidato della società, 1947) Artaud riflette sulla rivolta dell'artista, rivolta che è all'origine del suo genio e insieme della discriminazione che subisce da parte della società, e quindi dell'inevitabile approdo nella follia.

Il teatro della crudeltà

La sua originale concezione del teatro, definita teatro della crudeltà, venne affinata da Artaud in vari articoli, raccolti nel volume Le théâtre et son double (Il teatro e il suo doppio, 1938). Artaud ne diede un'esemplificazione concreta in una sua tragedia, Les Cenci (I Cenci, 1935). Crudeltà deve essere intesa nell'accezione più ampia, come una cura crudele, un'azione immediata e violenta che spezzi i nervi dello spettatore, che agisca su di lui come un esorcismo, come un'esperienza primitiva. La riflessione sulle origini e sul ruolo del teatro condotta da Artaud, la sua insistenza su un linguaggio teatrale non logico, fisico, immediato, capace di creare un contatto problematico con lo spettatore hanno avuto una grande influenza su molte esperienze dell'avanguardia contemporanea.