Il teatro fra le due guerre

Jean Anouilh

Jean Anouilh (1910-1987), nato a Bordeaux, impiegato nella pubblicità, esordì nel 1932 con la commedia L'hermine (L'ermellino) e da allora si dedicò esclusivamente al teatro. Tra le sue opere teatrali: La sauvage (La selvaggia, 1938), Eurydice (Euridice, 1942), Antigone (1944), La répétition ou l'amour puni (La prova o l'amore punito, 1950), L'alouette (L'allodola, 1953), Beckett (1959), Cher Antoine, ou l'amour raté (Caro Antonio, o l'amore fallito, 1969). Profondo conoscitore del teatro classico e contemporaneo, Anouilh possiede una sicura padronanza dei mezzi tecnici e sa utilizzare brillantemente diversi registri linguistici, toccando il vertice nei dialoghi, serrati e commoventi. Eppure la sua opera appare priva di evoluzione, dominata da un pessimismo duro, estremo. I personaggi sono schiacciati da una realtà mediocre, sordida, da una condizione umana immodificabile e disperata. L'eroe di Anouilh, mosso da un anelito di purezza e di assoluto, aspira a un ideale irraggiungibile e quindi non può far altro che contrapporsi, negarsi a qualsiasi compromesso, a qualsiasi prospettiva di banale felicità: la sua rivolta, per quanto luminosa, è inutile e forse presuntuosa.